Si è conclusa la terza edizione di Street Art For Rights, il festival di arte urbana che racconta i temi della cultura sostenibile elencati nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU, attraverso il linguaggio diretto dell’arte di strada. Il progetto, ideato e diretto da Giuseppe Casa e curato da Oriana Rizzuto, si presente come un’azione artistica e sociale che da tre anni solleva discussioni sui problemi impellenti dell’era contemporanea.
I murales sono stati realizzati con la vernice AirLite (capece di eliminare l’inquinamento atmosferico e a contribuire al miglioramento dell’aria) nei quartieri di Settecamini, Ponte Mammolo e San Paolo a Roma.
In questa ultima edizione, tra i vari artisti sono state invitate tre artiste donne di fama internazionale per rappresentare tre degli obiettivi dell’Agenda 2030 ONU: la vita sott’acqua (Obiettivo n. 14) con Barbara Oizmud, la vita sulla terra (Obiettivo n. 15) con Natalia Rak e la Pace, giustizia e istituzioni solidali (Obiettivo n. 16) con Manuela Merlo in arte Human. Il mondo della street art, come tanti altri settori lavorativi e artistici, è purtroppo dominato prettamente da uomini. Per una donna inserirsi in questa categoria come in molte altre del mondo del lavoro, è molto difficile.
Tra la rosa femminile di Street Art For Rights si inserisce l’artista italiana Barbara Oizmud, che ha realizzato una riflessione capillare sulla vita sott’acqua e sulla sempre più ampia diffusione di microplastiche all’interno dei mari. L’opera sulla parete della metropolitana di Ponte Mammolo si chiama “Polline”, ed è dedicata alla flora e fauna acquatica. L’artista ha ragionato sul 14esimo obiettivo dell’Agenda ONU 2030, che mira a “conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile”. Il risultato del lavoro di Oizmud è una creatura ibrida finita negli abissi, causa e al tempo stesso cura di una ferita collettiva generata dagli esseri umani. Polline è persona e animale, è oggetto e corallo. Polline è uno specchio della nostra società.
L’artista Manuela Merlo in arte Human nella sua rappresentazione vuole rendere un omaggio alle donne, alla loro forza e alle loro relazioni. L’opera di Human realizzata nel quartiere Settecamini è una donna con in mano una colomba (simbolo ancestrale di pace), con attorno altre colombe raffigurate in forme di origami di carta che stanno a sottolineare quanto sia fragile la pace e sia importante proteggerla. La donna è anche simbolo di Giustizia, rappresentata dai suoi orecchini pendenti a forma di bilancia.
Natalia Rak è una delle artiste urbane più apprezzate della scena internazionale. Per Street Art For Rights ha realizzato nel quartiere Settecamini un muro completamente dedicato alla natura. un bambino, o forse una creatura dei boschi mentre seduto su un tronco, come nella tradizione fiabesca, suona il flauto, che attraverso la sua melodia dà vita ad una danza di piante, fiori e farfalle. La creatura è seduta su un tronco tagliato, simbolo di deforestazione e desertificazione e proprio su di esso suona, infondendo positività e speranza: non è troppo tardi per fermarsi e dare inizio a nuova vita.
In questa rassegna vengono affrontati nei vari murales, anche i temi della riduzione delle disuguaglianze con Attorep, che ha realizzato un’opera muraria in Via Settecamini 108, a sfondo sociale, dal titolo “Ridurre le diseguaglianze”. Il murale rappresenta due volti posti l’uno di fronte all’altro che si guardano negli occhi, trasmettendo sentimenti di amore e affetto, acuendo lo sguardo del pubblico sul tema dell’inclusione e dell’accoglienza.
Il consumo sostenibile è il tema dell’urban artist svedese Etnik, trapiantato a Torino che, con l’opera “La Casa nella Casa” intende porre l’attenzione sia sull’architettura abitativa che sulle abitudini quotidiane di ognuno, invitando tutti a lavorare maggiormente su sé stessi. Forme, volumi e colori si intrecciano sul wall painting in Via Settecamini 104, donando all’opera un aspetto precario e poco stabile, paragonabile all’equilibrio della condizione umana nei vorticosi ritmi contemporanei.
Al n° 100 di Via Settecamini, troviamo un ghiacciaio grande quanto la facciata di un palazzo si scioglie e si trasforma in un deserto. Così rappresenta il repentino cambiamento climatico, Fabio Petrani, scandendo il prezioso tempo che ci rimane per agire con una clessidra astratta. I suoi murales sono contraddistinti da una “disordinata armonia di linee, forme e volumi.
NSN997 è il nome della crew nata nel 1997 da tre writer che, nel 2014, hanno iniziato a dar voce al loro stile caratterizzato da pochi colori e poche scritte. Attraverso un linguaggio semplice e diretto intendono raccontare il lato migliore della società, quella che molto spesso rimproveriamo senza ricordare che c’è del buono da poter coltivare. Ed è proprio con loro che si parla di “collaborazione”, una parola chiave che apre diversi scenari: politici, economici e sociali. L’opera “Collaborazione” visibile sulla parete della Scuola Media sita in Via Volterra 190, nel quartiere di San Paolo a Roma, rappresenta l’unione di diverse discipline, saperi, culture, etnie e generazioni che creano un anello circolare, simbolo di un nuovo mondo: ecologico, egualitario e sostenibile.
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Per la Redazione - Serena Moriondo