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iImmagine drogeno greenDopo lunga attesa, la Commissione europea ha pubblicato la proposta di criteri tecnici per definire l’idrogeno “verde” e rinnovabile nell’Ue. L'UE ha infatti impiegato oltre sette mesi per trovare un equilibrio tra le richieste di Paesi come la Francia di veder riconosciuto l’idrogeno da nucleare, e la Germania, contraria.
 
Il risultato: l’idrogeno potrà essere definito green se prodotto con elettricità rinnovabile, ma anche con elettricità a bassissima intensità di emissioni, vale a dire con mix energetici con una forte incidenza del nucleare. I criteri sono necessari per il conteggio dei target di energia rinnovabile degli Stati membri.
L’UE mira a raggiungere 10 milioni di tonnellate di produzione interna di idrogeno rinnovabile e 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile importato entro il 2030, come stabilito con il piano REPowerEu.

La Commissione stima in 500 TWh circa di energia elettrica da fonti rinnovabili il fabbisogno necessario per centrare l’obiettivo. L’atto delegato prevede diversi modi in cui i produttori possono dimostrare che l’energia elettrica da fonti rinnovabili impiegata per la produzione di idrogeno rispetta le norme in materia di addizionalità. Prevede altresì criteri atti a garantire che l’idrogeno rinnovabile sia prodotto soltanto quando e dove è disponibile una quantità sufficiente di energia rinnovabile locale (la cosiddetta correlazione temporale e geografica).Viene prevista una fase di transizione per l’introduzione degli obblighi di “addizionalità” per i progetti relativi all’idrogeno che entreranno in funzione entro il 1º gennaio 2028.

La fase di transizione corrisponde al periodo in cui saranno potenziati e immessi sul mercato gli elettrolizzatori. I produttori di idrogeno potranno associare la produzione di idrogeno alle energie rinnovabili per cui hanno stipulato contratti collegandole su base mensile fino al 1º gennaio 2030. Gli Stati membri avranno tuttavia facoltà d’introdurre norme più rigorose in materia di correlazione temporale a partire dal 1º luglio 2027.Gli obblighi inerenti alla produzione di idrogeno rinnovabile varranno sia per i produttori dell’Unione sia per i produttori di paesi terzi che intendono esportare nella Ue idrogeno rinnovabile che sia conteggiato ai fini del conseguimento degli obiettivi dell’Unione in materia di energie rinnovabili

Gli atti adottati saranno trasmessi al Parlamento europeo e al Consiglio, che hanno due mesi di tempo per esaminarli e accettarli o respingerli. 
 
Mentre le Regioni UE chiedono misure più eque e più coinvolgimento sulle scelte e nell’attuazione dei piani energetici comunitari e quindi nella riforma del mercato e del sistema energetico europeo.
Il Comitato europeo delle Regioni (CoR) chiede infatti che l'Ue diventi una vera unione energetica in cui "creare sinergie tra gli strumenti di finanziamento europei utili ad accelerare i progetti di energia sostenibile a livello locale e i programmi di sviluppo delle capacità e di riqualificazione professionale per realizzare l'Anno europeo delle competenze 2023".
 
Inoltre si evidenzia anche l'attuazione di un solido pacchetto sociale e la realizzazione di misure di ridistribuzione eque "per attenuare l'impatto sociale della crisi energetica, in particolare per le persone più vulnerabili". Le comunità energetiche e le autorità locali devono avere pieno diritto d'accesso alle reti, "senza subire le stesse condizioni imposte valide per i fornitori al dettaglio".
Il CoR chiede anche l'esenzione degli investimenti mirati in campo energetico dal calcolo del deficit e che nell'elaborazione del capitolo dei piani nazionali di ripresa e resilienza legato al piano di indipendenza energetica REPowerEU ci sia un effettivo coinvolgimento delle istanze presentate da città e regioni.
 
Per la Redazione - Serena Moriondo