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FOTO the search di michel hazanavicious iler e poster del nuovo film del regista di t 645038A un anno dall’inizio della guerra la dipendenza UE dalle fonti energetiche russe, scrive la Commissione europea, è passata dal 36% del totale al 9,7%. Le sanzioni, da una stima Eurostat, hanno pesato sulla crescita del Pil europeo con un calo del 2,5% . E molti colossi che hanno dovuto smantellare i loro investimenti in Russia - Ikea, Volkswagen, Lego, Netflix TikTok, Samsung, Visa, MasterCard, Bp – stanno ora studiando i futuri rientri su quei mercati. Intanto la UE ha già speso 30 miliardi in aiuti economici e finanziari, altri 18 sono stati stanziati per il 2023, a cui vanno aggiunti quelli dei singoli Paesi membri.

Dall’inizio della guerra si è sempre più rafforzata una distanza tra chi come i Paesi dell’Est e la Gran Bretagna è in prima linea nel rifornire militarmente Kiev, e chi - fino ad ora - come gli Stati membri mediterranei modera maggiormente il proprio supporto. Le ragioni di questo incondizionato sostegno, anche militare, sono la difesa del principio di sovranità territoriale d’un Paese che non è nell’UE, ma sta comunque in Europa, e l’obbligo di rassicurare chi è più prossimo al confine russo. Il rischio, ora, è quello di rimanere senza difese per sé.

Gli effetti a catena della guerra in Ucraina hanno avuto pesanti ripercussioni anche sui paesi del Medio Oriente e del Nord Africa.

Sono molti i fattori che possono trascinare in guerra l’intero continente e mandare in pezzi un’Unione europea che, di fronte a Mosca, ha interessi e problemi diversi. In un anno in cui il mondo ha virato verso un ritorno alle armi, al rafforzamento delle alleanze, al prevalere degli interessi strategici ed energetici su quelli economici e sugli ideali di Pace, una cosa è quindi rimasta uguale a se stessa: l’incertezza su come porre fine al conflitto in Ucraina.

FOTO marcia per la paceAd un anno dall'inizio del conflitto vi proponiamo la lettura di come è cambiato il mondo attraverso 12 infografiche, commentate e realizzate dall'Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI).

Contro tutti i conflitti, noti come l'Ucraina, nascosti come il Myanmar, ricordiamo la marcia Perugia Assisi del prossimo 23 febbraio. Una marcia di notte per dire che chi è contro la guerra non dorme (per saperne di più clicca QUI)

Link: Un_anno_di_guerra_ISPI.pdf

Per la Redazione - Serena Moriondo