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FOTO CLIMATE"Ci hanno derubato sfruttando la guerra: distribuiamo quella ricchezza in servizi per le nostre città invivibili!”

Per questo, in centinia di città del nostro Paese oggi, 3 marzo, ci saranno i cortei del primo Global Climate Strike del 2023. Le manifestazioni vogliono riportare al centro dell’agenda dei Governi di tutto il mondo il problema dell’emergenza ambientale.

"Gli scioperi. Le manifestazioni. Poi la pandemia. Poi ancora la guerra. Ma queste cose hanno una base comune: la direzione iniqua, consumista e ingiusta - dichiarano dal Movimento - che il sistema economico globale ha preso. Possiamo ridirezionare le risorse per assicurare alle persone una vita più dignitosa, un’esistenza serena e appagante, piena di stimoli, di sogni e di speranze. Portiamo avanti le nostre rivendicazioni, che sono la nostra energia che sempre si rinnovano. "

Qui le motivazioni e le piazze.

Da segnalare che il 19 Gennaio 2023 è giunto il responso legato a una vicenda giudiziaria (il caso di Simone, portavoce del movimento, che ha rischiato di essere sottoposto a sorveglianza speciale) che ha tenuto col fiato sospeso Friday for Future insieme al movimento ambientalista italiano e "cioè che chi agisce in modo nonviolento per proteggere il futuro di tuttə noi venga sottoposto a una sorveglianza speciale (misura del codice antimafia). Le azioni di disobbedienza civile che tanto stanno facendo discutere la nazione continueranno a prescindere da quelle che potranno essere le conseguenze legali del caso. 

Una decisione di rottura - scrivono dal movimento - da noi più volte sentitamente auspicata e che costituisce un precedente in positivo, una conferma di quanto una fetta sempre maggiore dell’opinione pubblica (fino ad arrivare in seno alla magistratura) stia prendendo a cuore la nostra causa, al di là dell’aggressività mediatica e di una negatività di fondo che, nel bene e nel male, dovremo affrontare sempre maggiormente. Pare ancora sussistere, per il momento, la presenza di autonomia del potere giudiziario, oggettivo e neutrale nonostante la pressione esercitata di recente da molti politici, come il presidente del Senato Ignazio Benito La Russa, il ministro Carlo Nordio e il senatore Matteo Salvini, schieratisi decisamente contro le azioni di Ultima Generazione. Non è finita qui però: il governo - scrivono dal movimento - ancora non ha accolto le nostre richieste, e anzi ieri si è riunito per valutare di introdurre un’ulteriore misura disciplinare, l’arresto in flagranza, che, nel caso in cui venisse applicata sarebbe un forte segnale d’insofferenza e repressione (al quale non cederemo, anzi)."

La azioni continuano, ci vediamo in strada!

Per la Redazione - Serena Moriondo