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Foto agrivoltaico 1L’agrivoltaico sta diventando una disciplina e una tecnologia fotovoltaica di particolare interesse in ambito energetico e di rinnovabili ma sta anche sollevando alcuni dubbi sull'impatto che può produrre nel settore agricolo.

Tant'è, che proprio in questi giorni sul quotidiano La Stampa,  la Coldiretti ha segnalato che vi sono aree, come il Piemonte, dove oramai gli impianti fotovoltaici occupano il terreno coltivabile per circa un milione di metri quadri riducendo le produzioni agricole. 

Un aspetto che parrebbe essere risolto in Umbria, a Sospertole (frazione di Valfabbrica), dove tra circa sei mesi entrerà in produzione un impianto che offre la possibilità di conciliare la produzione di cibo e di energia - spiegano gli organizzatori - con il rispetto assoluto della biodiversità per poi iniziare le coltivazioni con l’arrivo del prossimo inverno.

Si tratta di un progetto innovativo realizzato da AKREN in collaborazione con SunCity, Abaco Group e CESAR (spinoff dell’Università di Perugia). L’impianto, della potenza di circa 1 MW, contribuirà a produrre energia rinnovabile per circa 500 famiglie. Ma sarà anche un laboratorio aperto di ricerca e innovazione nel settore dell’agrivoltaico. 

L’impianto sarà uno dei primi in Italia in contesto collinare. Finora, infatti, i pochi impianti agrivoltaici italiani sono stati progettati principalmente in pianura. Il progetto rappresenta anche l’occasione di portare un nuovo utilizzo dei terreni marginali e ricchezza alle Aree interne, spesso abbandonate. Inoltre si potranno sperimentare varie colture con diversi assetti impiantistici.

Foto agrivoltaico1 610x420Dal punto di vista dell’impatto ambientale, l’impianto contribuirà a evitare circa 500.000 kg di Co2 ogni anno.

"I pannelli fotovoltaici - spiegano gli organizzatori - saranno elevati da terra e consentiranno di mettere a frutto i terreni in modo diverso. In alcuni casi la produzione agricola è addirittura avvantaggiata dall’ombreggiamento prodotto dall’agrivoltaico. Anche in considerazione del fatto che ci troviamo in un momento storico in cui l’innalzamento delle temperature sta diventando dannoso per le colture". (Fonte: transizioneenergetica.it)

Per la Redazione - Serena Moriondo