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IMMAGINE superbonus 110 200917102319I dati pubblicati il 30 aprile nel consueto Report Enea relativo ai progetti che hanno utilizzato il Super ecobonus nel mese di aprile 2023 - secondo il Segretario generale della Fillea Cgil, Alessandro Genovesi - sono la prova che il rischio che il decreto 11/2023 sui bonus edili potesse non solo incidere negativamente sull’occupazione del settore ma anche generare vantaggi solo per i più ricchi, si è avverato. 

I dati ENEA confermano cioè il declino della misura più gettonata degli ultimi due anni. In questo mese sono poco più di 3.500 le asseverazioni presentate per accedere alle detrazioni del 110%. L’investimento totale del mese di aprile 2023 nei lavori di Superbonus cresce di 1,8 miliardi di euro fermando la cifra complessiva spesa in questo anno e mezzo a 74,61 mld di euro. Dall’inizio del monitoraggio da parte di ENEA nell’agosto 2021, i cantieri avviati in base alle asseverazioni presentate sono 407.396, con solo 3.587 in più rispetto allo scorso mese. Numero ben diversi dalla media a cui ci eravamo abituati, compresa tra le 12mila e le 20 mila asseverazione al mese.

Di conseguenza si ferma anche la spesa a carico dello Stato ad oggi pari a 65,5 miliardi di euro per detrazioni maturate grazie a lavori conclusi. Su questo tema tuttavia il dibattito è ancora aperto: per molti professionisti del settore la spesa a carico dello Stato andrebbe rivista in base al maggior gettito fiscale incassato grazie ai lavori, tuttavia per il Governo Meloni l’incentivo fiscale al 110% è considerato ormai “insostenibile”.

TABELLA SUPER ECO BONUS 9 MAGGIO 2023Le ristrutturazioni - sostengono i sindacati  - si stanno fermando ed i più colpiti sono coloro che vivono nei condomini e nelle periferie, cioè nelle condizioni peggiori, con più inquinamento, sprechi energetici e bollette più care: senza sconto in fattura e cessione del credito il decreto sta colpendo i redditi più bassi e gli incapienti.” Ed i dati sono chiari “da una media di 15/20 mila asseverazioni al mese e più di 18.000 a Marzo per effetto del trascinamento delle denunce presentate prima di febbraio, siamo passati a poco più di 3.500 asseverazioni nel mese di Aprile,  e da una media mensile di 5.000 condomini, che erano anche partiti per ultimi viste le complessità tecniche, siamo passati ad una media di 2.000, riducendo di un terzo i volumi economici complessivi medi. Insomma - spiega Genovesi - stanno andando avanti solo i lavori già avviati prima di febbraio, mentre i nuovi cantieri, venendo meno la possibilità di cedere i crediti o chiedere lo sconto in fattura, si vanno aprendo dove i proprietari hanno capienza fiscale per beneficiare delle detrazioni, insomma dove i redditi sono più alti.

Eppure - sottolinea Genovesi - l’Europa ci indica chiaramente che entro il 2033 dovremmo aver portato la maggioranza delle case e degli edifici almeno da classe F a classe D, in quanto il 38% di tutta la CO2 e i principali sprechi energetici sono da imputare proprio al nostro patrimonio edilizio, tra i più vecchi ed energivori del continente, con le bollette più alte e il maggior rischio sismico ed idrogeologico”. 

Come è stato ribadito in occasione delle mobilitazioni sindacali del 1° Aprile e nelle periferie di cinque capoluoghi d'Italia: “Serve una riforma sistematica degli incentivi per la riqualificazione e l’efficienza energetica, con interventi mirati per i condomini, i redditi più bassi, chi vive nelle periferie, garantendo a questi soggetti tra cessione del credito, sovvenzione diretta, uso dei risparmi energetici in bolletta, fondi rotativi pubblici, il 100% dei costi”.

Ad oggi - conclude Genovesi -, e i numeri Enea sono impietosi al riguardo, l’unica cosa certa è che il Governo ha colpito i lavoratori del settore, ha ridotto i cantieri e, al contempo, ha colpito l’ambiente e il diritto a case migliori e bollette più basse a milioni di italiani con redditi bassi, pensionati, disoccupati”.

La sensazione che ormai è quasi una certezza è che si toglie ai poveri - si chiamino beneficiari del reddito di cittadinanza o proprietari di appartamenti in condomini di periferia - per dare ai ricchi. Magari pagando l’ennesima riduzione delle tasse ai redditi alti proprio con le risorse tagliate anche all’efficienza energetica delle case degli inquilini con i redditi più bassi”. (Fonte: Fillea Cgil)

Per la Redazione - Serena Moriondo