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Foto elmetto cantiere edileSi continua a morire di lavoro, si continua a morire nel settore delle costruzioni. Nella prima mattinata due operai edili conversanesi impegnati in un cantiere di via Lagravinese, alla periferia di Monopoli, hanno perso la vita sul posto di lavoro, pare durante lavori di scavo e movimentazione a terra. Gli uomini, di 64 e 62 anni, sarebbero rimasti travolti dal crollo di una parete e schiacciati sotto un carico di macerie mentre lavoravano al posizionamento di alcune condutture.

Il tragico ed intollerabile stillicidio di infortuni gravi e morti sul lavoro non si ferma: sono 100 le vittime nei soli primi due mesi del 2023, con una tragica media di 12 decessi alla settimana: non sono solo numeri, riguardano la vita delle persone, la loro dignità, i loro diritti. Agricoltura ed edilizia si confermano i settori più a rischio: nel 2022 raccolgono circa un terzo delle denunce complessive per morti sul lavoro e quasi la metà delle denunce per malattie professionali.

Serve investire massicciamente in sicurezza e legalità - dichiarano Ignazio Savino, Segretario Generale Fillea Cgil Bari e Puglia e Gigia Bucci Segretaria Generale Cgil Bari - dalle ultime verifiche effettuate dall'Ispettorato, dall'Inps e dall'Inail 2 aziende su 3 risultano irregolari e il cantiere edile si conferma uno dei luoghi di lavoro più pericolosi. Ancor più preoccupante è l'età delle vittime: non è possibile registrare l'ennesima tragedia che riguarda operai over 60 che non dovrebbero più svolgere lavori usuranti e pericolosi mettendo così a rischio la propria vita nei cantieri edili. Adesso basta: chiediamo l'introduzione nel codice penale dell’aggravante di omicidio sul lavoro per garantire la certezza di una pena e misure come il sequestro patrimoniale volte a riconoscere ai famigliari delle vittime almeno un giusto indennizzo. Su questi punti insistiamo da tempo ed oggi che la ripresa del settore vede aprire migliaia di nuovi cantieri, l’attenzione e l’impegno di tutti devono essere massimi ed urge un piano straordinario di assunzioni su tutti i livelli negli organi ispettivi per garantire regolarità e sicurezza nei luoghi di lavoro. (Fonte: Fillea Cgil

In marzo e aprile la domanda di lavoro nel settore privato  ha continuato ad aumentare a ritmi sostenuti : nei due mesi sono stati creati oltre 100.000 posti, al netto delle cessazioni. Il 70 per cento, sono stati a tempo indeterminato.Negli ultimi due mesi si è però rafforzato il ricorso al lavoro a termine, il cui saldo è più che raddoppiato nel confronto con il bimestre precedente (circa 35.000 posizioni da 15.000) (Fonte: Banca d'Italia).

Insieme all'aumento di occupazione, nei primi tre mesi del 2023, secondo l'ultimo aggiornamento Inail del 1° maggio, sono però aumentate le morti e gli infortuni:

-  18.164 le denunce di malattie professionali protocollate, il 25,12% in più rispetto all’analogo periodo del 2022 (14.517).

- 144.586 denunce di infortunio di cui 196 con esito mortale, facendo registrare un incremento del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2022.  L’analisi territoriale per macroaree geografiche delle denunce di infortunio con esito mortale evidenzia, per il periodo gennaio-marzo 2023, aumenti per il nord ovest (+22,45%), per il centro e per le isole (+6,67%); diminuzioni per il sud (-20,51%); nessuna variazione per il nord est. Le regioni che mostrano aumenti sono: il Piemonte, con 9 casi in più, l’Umbria (+6), il Friuli Venezia Giulia e la Liguria (+3), l’Abruzzo (+2), la provincia autonoma di Trento, le Marche, il Lazio, la Campania e la Sardegna (+1). In tutte le altre regioni si rilevano diminuzioni:

Un andamento complessivamente drammatico che va contrastato con ogni mezzo. Secondo il Presidente dell'Inail, Franco Bettoni: “per un mondo del lavoro più sicuro e dignitoso, l’attività formativa deve ricoprire - a partire dal mondo della scuola - un ruolo centrale ed essere considerata oltre che obbligo giuridico, un processo educativo e una misura generale di tutela." 

Ma il punto centrale è che chi è al Governo favorisce, con le modifiche introdotte nel nuovo Codice appalti, le imprese che riducono i costi per aumentare i profitti mettendo a repentaglio la vita di chi lavora con misure di sicurezza inesistenti. Anche questa volta, chi ci governa ha deciso da quale parte stare.

Per la Redazione - Serena Moriondo