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FOTO MANIFESTAZIONE SANITA 24 GIUGNO 2023Si è svolta a Roma una grande manifestazione che ha voluto rappresentare non una testimonianza, ma l'inizio di una mobilitazione. Una prospettiva di lungo periodo, quella indicata dal Segretario generale Cgil Maurizio Landini dal palco di piazza del Popolo a Roma, dove ha concluso la manifestazione nazionale, “Insieme per la Costituzione”, in difesa del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro e per la difesa e il rilancio del Servizio Sanitario Nazionale, iniziativa promossa dalla Confederazione assieme ad altre 90 organizzazioni e associazioni.

"La battaglia in difesa dei diritti fondamentali del Paese: i diritti alla salute, alla scuola, alla cultura, al lavoro - hanno ribadito gli organizzatori - devono essere garantiti. Contro chi pensa che tutto si risolve cambiando la Costituzione, il 30 settembre la battaglia continuerà, nuovamente in piazza, a difesa dell'UInità del Paese e contro il regionalismo differenziato, per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione."

L'Italia, lo ricordiamo esce dalla pandemia da SARS-CoV-2, con 150mila morti. Delle 20,3 milioni di prestazioni arretrate, nel 2022 complessivamente ne è stato recuperato in media solo il 65% e nessuna Regione ha raggiunto per tutte le prestazioni le quote di recupero previste dai POR (Piani Operativi Regionali). Inoltre, i risultati evidenziano un’ampia variabilità nei livelli di performance sia tra le varie Regioni, sia all’interno della stessa Regione tra differenti tipologie di prestazioni. Si va dal 99% della Toscana al 10% della Calabria. In sostanza mancano oltre 7 milioni di prestazioni e ciò significa che i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie continuano a costituire una delle principali criticità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) con cui cittadini e pazienti si scontrano quotidianamente subendo gravi disagi (necessità di ricorrere alle strutture private, migrazione sanitaria, aumento della spesa out-of-pocket, impoverimento), sino alla rinuncia alle cure con pesanti conseguenze sulla salute.

In particolare, secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2020 - rispetto al 2019 - in Italia sono stati oltre 1,57 milioni i ricoveri programmati in meno; per gli screening oncologici oltre 4,1 milioni di inviti e oltre 2,53 milioni di prestazioni in meno; infine, oltre 112 milioni le prestazioni ambulatoriali “saltate”, tra visite specialistiche, esami di laboratorio e strumentali. Per fronteggiare il problema sono state stanziate risorse ad hoc per il recupero delle prestazioni (€ 500 milioni Legge di Bilancio 2022, con la possibilità di destinare ai privati sino a un massimo di € 150 milioni sui complessivi 500) che, nonostante qiesto quadro critico,  non sono state completamente utilizzate dalle Regioni. La principale causa è senza alcun dubbio una struttiurale carenza di personale pubblico. Inoltre non risulta una correlazione diretta tra risorse utilizzate e prestazioni recuperate: in altre parole, dalla rendicontazione del Ministero della Salute emergono inspiegabili variabilità regionali tra risorse investite e prestazioni recuperate. In questo quadro già estremamente differenziato si inserisce la proposta di legge Calderoli sul regionalismo differenziato che non potrà che peggiorare questa situazione, già estremamente grave.

A livello globale, negli ultimi 28 giorni (dal 22 maggio al 18 giugno), nonostante una diminuzione complessiva rilevante, sono stati segnalati dall'OMS oltre 1,2 milioni di nuovi casi di Covid e oltre 7.100 decessi. In sostanza  alcuni paesi continuano a segnalare carichi elevati di COVID-19, inclusi aumenti di nuovi casi segnalati e, ancora più importante, l'aumento dei ricoveri e dei decessi, questi ultimi considerati indicatori più attendibili data la riduzione dei test. La Regione Europea ha segnalato oltre 315.000 nuovi casi, con una diminuzione del 46% rispetto al precedente periodo di 28 giorni. Il maggior numero di nuovi casi è stato segnalato da Francia (71.197 nuovi casi) mentre il maggior numero di nuovi decessi è stato segnalato dalla Spagna (729 nuovi decessi; 1,5 nuovi decessi ogni 100.000; +70%). Al 18 giugno 2023, dall'inizio della pandemia, sono stati segnalati a livello globale oltre 768 milioni di casi confermati e oltre 6,9 ​​milioni di decessi. I casi segnalati non sono una rappresentazione accurata dei tassi di infezione a causa della riduzione dei test e delle segnalazioni a livello globale.

La pandemia ha dimostrato che la comunità rappresenta il luogo dove si può e si deve realizzare il controllo delle epidemie ma dove, allo stesso tempo, si possono trovare nuove opportunità per interventi di prevenzione e promozione della salute. Per poterlo fare è necessario rafforzare i servizi territoriali dedicati alla prevenzione e alla cura. Uno degli obiettivi principali del PNRR Italia. Il PNRR, lo ricordiamo, dedica 15,63 miliardi di euro alla Missione 6 Salute e si articola nelle due Componenti dedicate rispettivamente alle "Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale" (7 miliardi di euro) e alla "Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale" (8,63 miliardi di euro).

Nella relazione inviata al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR relativa al terzo semestre, per quel che riguarda il ministero della Salute emergono però due "elementi di debolezza" in tre aree della missione 6; queste riguardano: 1.1 Case di comunità (Cdc) e presa in carico della persona» (2 mld); 1.3 Rafforzamento dell'assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture (ospedali di comunità) (1 mld); 1.2 Verso un ospedale sicuro e sostenibile (1,6 mld). In particolare, questi tre ambiti sono caratterizzati da criticità riguardanti due voci: "Eventi e circostanze oggettive: aumento costi e/o scarsità di materiali" ed "Eventi e circostanze oggettive: squilibrio offerta/domanda". Inoltre, il ministero della Salute segnala sul proprio sito alcuni ritardi su quattro dei sette adempimenti che dovevano essere realizzati entro lo scorso 31 marzo 2023 e per gli otto obiettivi da portare a termine entro giugno 2023, attualmente risulta già raggiunto solo quello in tema di "Assegnazione di almeno 400 codici CIG/provvedimento di convenzione per la realizzazione degli Ospedali di Comunità".

Il ritardo negli adempimenti previsti rischia di compromettere una delle missioni più importanti previste dal PNRR con il fine di promuovere un miglioramento del Servizio Sanitario Nazionale, una maggior rapida presa in carico della persona garantendo nel contempo equità di accesso alle cure, rafforzamento della prevenzione e dei servizi sul territorio. In altre parole la sopravvivenza del SSN pubblico, gratuito e universale.

Per tutte le ragioni sopra esposte, al termine della manifestazione Landini ha dichiarato: “Da domani bisogna proseguire il nostro impegno in ogni territorio e in ogni luogo di lavoro. Dobbiamo rivolgerci alle Regioni e ai Comuni, aprire vertenze perché le Regioni spendano i soldi per fare le assunzioni. E chiediamo alle Regioni di battersi con noi per togliere i tetti di spesa, che bloccano le assunzioni e aprono la strada ad appalti e privatizzazioni”.

Noi siamo contrari, già adesso abbiamo 20 Regioni e 20 diversi sistemi sanitari”, ha spiegato Landini: “La modifica del Titolo V, fatta vent’anni fa da un governo di sinistra, è stata un errore clamoroso: come non eravamo d'accordo allora, a maggior ragione non siamo d'accordo oggi con un sistema che aumenta ancora di più le diseguaglianze nel Paese. È il momento di unire il Paese, non di dividerlo ulteriormente”. 

Per la Redazione - Serena Moriondo