Il 15 giugno l’Assemblea Generale della FILLEA CGIL ha approvato all'unanimità il manifesto delle lavoratrici e dei lavoratori delle costruzioni dal titolo " Rigeneriamo le città, rigeneriamo il lavoro, rigeneriamo la democrazia".
In sintesi, il manifesto ribadisce che, cambiare modello di sviluppo e ripensare il lavoro, cosa e come produrre e consumare, sono scelte obbligate per garantire il futuro del pianeta.
La tecnologia, le scienze, le risorse materiali, culturali e spirituali non mancano per ricostruire modelli produttivi, sociali, politici in grado di “liberare” il lavoro dai suoi carichi eccessivi, da forme di alienazione e abbrutimento, facendo di più con meno tempo e sforzo, e così portare l’umanità in un nuovo “Rinascimento”, con al centro l’essere umano, i suoi diritti, la sua felicità, la Pace.
Per andare in questa direzione, le lavoratori e lavoratrici dei settori dell’edilizia, dei materiali e delle costruzioni, hanno deciso collettivamente di assumere, come strategici, l’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile e la Strategia dell’Unione Europea per la giusta transizione (Green Deal).
Nel manifesto sono proposte cinque azioni per la giusta transizione.
Cinque azioni che sono un programma di lavoro sindacale, politico e culturale per i prossimi anni, per accompagnare e orientare anche i cambiamenti necessari al modo di produrre e di lavorare nel settore delle costruzioni.
Cinque azioni che sono la base per una strategia di alleanze sociali, produttive e politiche in grado di generare reti di partecipazione sul territorio, per mettere il lavoro al servizio di un grande progetto di trasformazione e di giustizia.
Proposte che da anni vedono la categoria impegnata, direttamente o in rete con altri soggetti: da Legambiente ad ASVIS, dall’Associazione Nuove Ri-Generazioni alle Associazioni studentesche, da diversi comitati di quartiere ad esperienze cooperativistiche, fino all’interlocuzione con la parte più avanzata dell’imprenditoria italiana ed internazionale.
Prima azione: serve una politica pubblica di medio periodo, chiara, sostenibile in termini finanziari, stabile nei riferimenti normativi e tecnici per garantire da qui al 2033 la massima efficienza energetica del costruito, in coerenza con le stesse indicazioni dell’Unione Europea a partire dalla Direttiva “Case Green”.
Seconda azione: serve una politica per la produzione, il riuso e la resilienza dei materiali, serve una politica industriale per la riconversione verde delle costruzioni, con materiali sostenibili, riusabili, ad alta prestazione e con nuove tecniche costruttive, a maggior valore aggiunto e con maggiore contenuto tecnologico. Gli appalti pubblici devono favorire qualità e resilienza, contro ogni logica di competizione al ribasso. Gli incentivi privati devono essere rigorosi nelle condizionalità sociali e ambientali e fortemente selettivi. Va assunta una strategia di intervento complessiva, in coerenza con le indicazioni della Commissione Europea contenute nel documento “Un percorso di transizione per le costruzioni” (2023).
Terza azione: serve una politica per una rigenerazione urbana che sia rigenerazione sociale. Serve una nuova legge quadro per la pianificazione urbanistica coerente con i Piani Nazionali previsti dalle direttive europee e dagli obiettivi ONU, che valorizzi la funzione di programmazione delle Pubbliche Amministrazioni e relative competenze e che imponga il consumo di suolo zero, privilegi i piani di ristrutturazione integrati di distretto o vicinato con nuovi servizi di assistenza alla popolazione, spazi ad uso sociale, mobilità dolce, riqualificazione energetica attraverso le comunità energetiche, reti digitali e uso dell’intelligenza artificiale che incentivino forme di partecipazione popolare e di comunità per migliorare stili e condizioni di vita.
Quarta azione: serve una politica per la partecipazione popolare alle scelte di trasformazione dei propri quartieri e città, per essere protagonisti dei nuovi piani urbanistici fisici e digitali. Serve costituire e riconoscere vere e proprie consulte urbane, con la partecipazione in rete del sindacato con altri interlocutori sociali, sostenute da competenze tecniche, da facilitatori sociali, in grado di co progettare la riqualificazione dei quartieri, promuovere forme di gestione pubblica degli spazi comuni, alimentare nuova occupazione di prossimità al fine di contrastare divari sociali e occupazionali enormi.
Quinta azione: serve un lavoro rigenerato. Non solo nuova occupazione legata ai bisogni di cura delle persone e del territorio, ma riconversione professionale e formazione sulle nuove tecniche costruttive e i nuovi materiali di centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici, garanzia di crescita professionale e di carriera, salari adeguati, salute e sicurezza garantiti, orari rimodulati e aziende sempre più specializzate nel rammendo e nella cura del territorio e dei quartieri, con formazione permanente e profili tecnici, organizzativi e professionali profondamente diversi.
Proposte che la Fillea - Cgil cercherà di continuare a tradurre quotidianamente nelle proprie scelte sindacali e contrattuali, politiche, organizzative.
Link: 5AZIONImanifesto2023.pdf
Per la Redazione - Serena Moriondo