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Logo Forum DDMentre per l’Europa, che ha approvato la Direttiva edifici green, è sempre più urgente incrementare l’efficienza energetica degli immobili per contrastare i cambiamenti climatici, l’Italia distrugge l’unica misura che andava in quella direzione: il Superbonus. Salvo poi tornarci sopra con una proposta di legge parlamentare piena di luci e ombre.

Il 14 marzo 2023, il Parlamento Europeo ha approvato la Direttiva edifici green (Epbd - Energy performance of buildings directive), entrata nella fase di negoziazione con il Consiglio per raggiungere la sua versione definitiva. La direttiva, in coerenza con gli obiettivi di lotta e mitigazione della crisi climatica, dispone - con diverse eccezioni e precisazioni - di portare tutti gli edifici residenziali almeno nella classe energetica D entro il 2033.

Nel nostro Paese, la direttiva è stata accolta positivamente dalla Fillea Cgil, dalle associazioni ambientaliste e da Ance (Associazione nazionale costruttori edili), anche se in modo più tiepido: queste organizzazioni, con diversi distinguo, vedono nella direttiva l’opportunità di lanciare un piano industriale strutturale e di lungo periodo sulla casa e sulla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente. È sotto attacco, invece, da parte del governo e di Confedilizia, che perseverano nella campagna demolitoria delle politiche ambientali e per il clima.

La recente abolizione del Superbonus 110% è andata in questa direzione, proprio nel momento in cui una sua valutazione e riforma, nella direzione di salvare che cosa ha funzionato e ridurre al minimo effetti perversi e storture, sarebbe stata necessaria proprio per dotarsi di un piano e di uno strumento di medio periodo capace di mettere il nostro Paese sul binario della direttiva europea.

Nel Rapporto La sfida dell’efficienza energetica alla prova delle disuguaglianze”, il Forum Disuguaglianze e Diversità ricostruisce le misure per il recupero e la riqualificazione energetica degli edifici dal 1998 fino all’introduzione del Superbonus e alla sua abolizione, dal punto di vista della giustizia sociale. Il Rapporto si articola nei segueni punti: a) Le tipologie di politiche per il retrofit energetico degli edifici; b) L’evoluzione delle politiche per il retrofit energetico degli edifici; c) Lo scenario dell’efficienza energetica in Europa; d) Proposte; e) Appendice (con un focus su come i vari Paesi affrontano il tema energetico in Europa, la Direttiva edifici green e altre iniziative europee).

A partire da questa analisi, viene poi delineata una proposta di politica strutturale che superi timidezze, frammentazioni, e che abbia come obiettivo una transizione giusta.

GLI OBIETTIVI IN SINTESI

1. stabilizzazione del meccanismo per l’opportuna pianificazione degli investimenti di operatori di mercato e utenti finali (eventualmente prevedendo incentivi a scalare nel tempo);
2. incentivazione alla ristrutturazione per garantire come minimo il raggiungimento degli obiettivi della direttiva EPBD ed incremento progressivo dell’incentivo in rapporto al miglioramento dell’efficientamento raggiunto;
3. esclusione delle caldaie a combustibili fossili, per incentivare l’elettrificazione dei consumi;
4. adozione di strumenti che garantiscano l’accesso agli interventi a partire dalle fasce di reddito più basso (ed esclusione seconde case) e che non abbiano capitali sufficienti da anticipare, tenendo conto dei limiti delle politiche selettive, che spesso faticano a definire il target sociale in modo appropriato e devono fare i conti con le conseguenze dell’evasione fiscale su strumento di selezione come l’ISEE o il reddito;
5. possibilità di cedere il credito per chi non ha la capienza fiscale sufficiente ad assorbire l’importo incentivato;
6. concentrazione delle risorse pubbliche sull’Edilizia Residenziale Pubblica, con politiche mirate e attraverso la ristrutturazione di strumenti già in essere (come il Conto Termico);
7. integrazione delle politiche che agiscono sulle singole abitazioni, con interventi a scala di comunità e di quartiere, al fine di migliorare – attraverso la riqualificazione energetica – i contesti di vita delle persone, agendo sugli spazi pubblici e sulla socialità.

Per la Redazione - Serena Moriondo