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Foto tre loghi cgil udu suniaL’emergenza abitativa è un fenomeno in crescita nel nostro Paese, componente importante della condizione di povertà e dell’aumento delle disuguaglianze sociali. A denunciarlo pubblicamente una nuova indagine condotta dalla CGIL in collaborazione con SUNIA (Sindacato Nazionale Unitario Inquilini e Assegnatari) e UDU (Unione degli universitari).

Su una crescente condizione di difficoltà di tante famiglie, spiegano le tre organizzazioni, pesano: la ripresa generalizzata delle esecuzioni degli sfratti per morosità incolpevole (stimati dai 130 mila ai 150 mila sulla base degli ultimi dati del Ministero dell'Interno); le esecuzioni immobiliari sulla prima casa; la forte incidenza sui costi dell’abitazione dei rincari delle utenze domestiche e degli oneri condominiali per il consumo energetico con 2,2 milioni di famiglie che risultano in condizioni di povertà energetica, l'8,5% del totale delle famiglie italiane a fine 2021. 

Nella legge di Bilancio per il 2023 non sono stati rifinanziati né il Fondo di sostegno all’affitto previsto dalla legge 431/98 per garantire alle famiglie più bisognose un sostegno nel pagamento dei canoni, né il Fondo per la morosità incolpevole.

L’Italia presenta una quota insufficiente di edilizia pubblica (il 4% del patrimonio abitativo e un quinto del mercato dell’affitto), una ristretta dimensione del patrimonio in affitto privato, pilastro dell’offerta in molti Paesi europei e, più in generale, una scarsa disponibilità di alloggi con costi commisurati ai redditi.

Allarmante la situazione degli alloggi per studenti universitari fuori sede che mette in discussione l’esigibilità del diritto allo studio di tanti ragazzi e ragazze. A pochi mesi dal nuovo anno accademico questo rappresenta un tema da affrontare con urgenza. Risulta evidente come sia necessario invertire la tendenza che vede l’aggravarsi del problema abitativo, e riaffermare la necessità di una strategia complessiva per affrontare con determinazione, e con le risorse necessarie, i nodi del disagio abitativo.

Il documento si articola in tre parti:

Infografica disagio abitatito studenti universitaria) IL DISAGIO ABITATIVO DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI IN ITALIA - Oggi - si legge nel documento -  siamo in grado di stimare con maggiore precisione il costo dei posti letto DSU finanziati dal PNRR. Viene confermato sostanzialmente quanto calcolato nella ricerca: il posto letto DSU da proprietari privati costa oltre 4 volte il posto letto DSU del pubblico. Va poi sottolineato come gli interventi finanziati dal PNRR non prevedono più una clausola esplicita di destinazione di posti per il Diritto allo Studio. Il Ministero sostiene che starebbe persuadendo i soggetti privati attuatori di prevedere volontariamente un 20% dei posti letto per il Diritto allo Studio, ma senza presentare pubblicamente alcuna prova di questo.

Infografica Disagio abitativob) LA CONDIZIONE DI DISAGIO ABITATIVO - Nonostante una diffusa condizione di disagio abitativo, nella legge di Bilancio per il 2023 non sono stati rifinanziati né il Fondo di sostegno all’affitto né il Fondo per la morosità incolpevole. La legge di Bilancio ha anche abolito il reddito di cittadinanza, che prevedeva una quota aggiuntiva per il pagamento del canone di locazione e adottato due strumenti diversi. Con la Legge 85/2023 viene introdotto, a partire dal 2024 l’Assegno di Inclusione ma 500 nuclei e 800 mila persone in condizioni di povertà, attualmente beneficiari del Reddito di Cittadinanza resteranno senza sostegno nonostante permangano ancora in una condizione di povertà e disagio. La già gravissima sofferenza a livello territoriale (con situazioni di assoluta ingovernabilità in alcune aree metropolitane), viene ulteriormente aggravata dall’eliminazione di forme di sostegno ai redditi e, in alcuni casi, resa irreversibile. Su una crescente condizione di precarietà pesano elementi che accrescono le quote di fragilità: la vulnerabilità si estende a fasce crescenti si popolazione, caratterizzando anche una parte del ceto medio, oggi impoverito.

c) LE PROPOSTE  - E’ necessario affrontare l’emergenza abitativa e i nodi che affliggono troppe famiglie con politiche e interventi strutturali. In particolare occorre: 1. Rifinanziare subito il Fondo di sostegno per l’affitto e il Fondo per la morosità incolpevole; 2. incrementare l’offerta di edilizia residenziale pubblica, attraverso un programma pluriennale, con finanziamenti adeguati, al fine di incrementare il patrimonio ERP di circa 600.000 unità; 3. realizzare residenze universitarie pubbliche nell’ambito del diritto allo studio; 4. incrementare il “Fondo per gli Studenti fuori sede” che ad oggi dispone di soli 4 milioni di euro per il 2023; 5. rivedere il regime fiscale legato alle locazioni per rilanciare il canone concordato; 6. dare concretezza all’impegno da parte del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti ad aprire un confronto specifico e strutturato sul tema delle politiche abitative con i sindacati confederali e i sindacati degli inquilini; 7. effettuare un monitoraggio dei programmi ancora vigenti all’interno di percorsi di rigenerazione urbana; 8. procedere con il monitoraggio dei due principali programmi legati a temi abitativi legati al PNRR: il PINquA e il SAFE, GREEN e SOCIAL; 9. dare piena operatività all’Osservatorio nazionale della condizione abitativa (OSCA).

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* In Homepage Opera di Annemarie Mahler "Houses" Acrilico, Paper, 40x40

Per la Redazione - Serena Moriondo