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Immagine allerta caldoUn’ondata di caldo africano ha travolto l’Italia, ma anche Cina, Giappone e Stati Uniti. Nella Penisola dal 10 al 20 luglio sono stati diramati oltre 100 "livelli di allerta 3", (bollino rosso per ondata di calore) per 25 città su 27 monitorate dal Ministero della Salute, con Roma e Rieti che hanno raggiunto ben 11 giorni consecutivi di allerta.  La Capitale ha registrato il record di 41,8oC superando quello dello scorso anno di 40,7oC. A seguire tra le altre città più in sofferenza anche Firenze, Frosinone, Latina e Perugia con 10 giornate da bollino rosso su 11. A preoccupare anche gli impatti sulla salute: ieri l’ospedale Cardarelli di Napoli ieri ha visto il maggior numero di ingressi (231) al Pronto Soccorso dai tempi del Covid-19.   

Nel sostenere come fondamentale ripensare le città, tra i luoghi più vulnerabili agli impatti della crisi climatica, Legambiente pubblica una road map per aree urbane più resilienti e sostenibili:  più regolamenti edilizi sostenibili, più tetti verdi, più azioni per il risparmio e il riciclo idrico, più riforestazione urbana, più rinnovabili e al Governo chiede di attuarla oltre che approvare il piano di adattamento al clima e di accelerare il finanziamento dei piani urbani.

Una situazione preoccupante - denuncia Legambiente - a cui bisogna rispondere con interventi concreti non più rimandabili. 

Road map per città più resilienti:

Regolamenti edilizi sostenibili ed efficientamento energetico: Un settore chiave per la lotta ai cambiamenti climatici è quello edilizio e in particolare la riconversione di edifici vecchi, insalubri ed energivori. Le scelte edilizie possono (e devono) non solo contribuire a un futuro a zero emissioni, sono anche una parte cruciale nel mitigare gli effetti della crisi climatica, sia nei periodi di piogge intense sia in quelli con ondate di calore estreme. L’utilizzo di superfici impermeabili e con poca capacità di riflettere il calore (quindi con un albedo basso), ha alterato fortemente il microclima urbano, creando in molti quartieri il cosiddetto fenomeno delle “isole di calore”. Questo perché i materiali utilizzati per realizzare strade ed edifici non sono stati pensati in relazione a fattori quali temperatura e luce riflessa.    

Riforestazione urbana e tetti verdi: grazie alla riforestazione attuata mediante piantumazione di essenze autoctone e particolarmente attive nell’assorbimento di CO2, è possibile mitigare il caldo estivo sfruttando il potere di raffrescamento delle piante o assorbire le polveri inquinanti. I tetti verdi favoriscono la biodiversità e mantengono gli edifici più freschi.  

Risparmio e riciclo idrico. Nella sua road map Legambiente ricorda che altri interventi chiave sono il risparmio e il riciclo idrico. In particolare, non si deve più puntare a espellere l’acqua velocemente dalle città attraverso canali interrati, ma adattare gli spazi urbani alla nuova situazione climatica, de-impermeabilizzando le superfici asfaltate o cementificate, trattenendo l’acqua piovana dove possibile con l’obiettivo di garantire sia la sicurezza nei momenti di massime precipitazioni che averla a disposizione nei momenti di siccità. I Regolamenti Edilizi, poi, devono prevedere, in maniera obbligatoria, non solo misure efficaci per mitigare le emissioni climalteranti, ma anche soluzioni contro le isole di calore (come i tetti verdi) e che favoriscano la permeabilità dei suoli, il riutilizzo delle acque piovane e delle acque grigie.   

Sviluppo delle rinnovabili: L’Italia è in forte ritardo nella realizzazione di nuovi impianti da rinnovabili: nel 2022 appena 3,4 GW di nuovo installato per un totale di 206.600 nuovi impianti, lontana dalla media annuale europea per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. Per questo bisogna accelerare il passo sulle fonti pulite anche per andare nella giusta direzione della transizione ecologica e far sì che le città siano meno energivore.  Ad oggi però l’Italia, sottolinea Legambiente, si sta dimostrando miope. Anche nell’ultima bozza di PNIEC si spinge più sul gas che sulle rinnovabili. Per far decollare le fonti pulite, occorre accelerare gli iter autorizzativi, rinnovare l’impianto normativo ad oggi obsoleto aggiornando le linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, rimaste ferme al 2010, favorendo al tempo stesso la partecipazione dei cittadini; approvare il decreto sulle aree idonee e si rendano i territori protagonisti della transizione e dei cambiamenti da affrontare.  

Infine, Legambiente ricorda che un altro aspetto da analizzare riguarda l’impatto delle ondate di calore sul sistema elettrico. I consumi elettrici, già da anni, raggiungono il picco in estate, a causa dell’uso esteso di condizionatori e ventilatori per alleviare gli effetti di temperature sempre più elevate. Città come Milano vedono ormai crescere la domanda di energia, e di conseguenza la pressione sulla rete elettrica, del 35% in poche settimane, come avvenuto quest’anno. (Fonte: Legambiente.it)

Link: Comunicato_stampa_Legambiente.pdf

Per la Redazione - Serena Moriondo