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IMMAGINE GANG "Stavano prendendo quasi tutto quello che guadagnavo, vivevo nella paura."

La storia di Jonas è vera, i nomi sono stati cambiati. Jonas è stato salvato dalla Gangmasters and Labor Abuse Authority (GLAA).  Il GLAA lavora per proteggere i lavoratori vulnerabili e sfruttati nel Regno Unito. Regola l'assunzione di lavoratori nelle filiere in agricoltura, orticoltura, molluschi, relativa lavorazione e confezionamento, per assicurarsi che le aziende rispettino la legge.
L'ILO ha collaborato con il GLAA nel corso degli anni, anche nell'ambito della Fair recruitment Initiative, della campagna 50 for Freedom e per facilitare la formazione sull'individuazione e l'indagine sui casi di lavoro forzato da parte delle forze dell'ordine. Quello di Jonas è solo uno dei tanti racconti che si possono trovare nel sito di ILO Voices.

Il lavoro forzato, come enunciato nella Convenzione sul lavoro forzato dell'ILO, 1930 (n. 29), si riferisce a “qualsiasi lavoro o servizio che viene estorto a qualsiasi persona sotto minaccia di qualsiasi sanzione e per il quale detta persona non si è offerta volontariamente." Il lavoro forzato non dipende dal tipo o dal settore di lavoro, ma solo dal fatto che il lavoro sia stato imposto a una persona contro la sua volontà attraverso l'uso della coercizione.

Disegno Gargalo VascoFino a quando non si faranno sforzi più rigorosi per individuare e proteggere le vittime del lavoro forzato, resterà difficile fornire dati statistici attendibili riguardo le attività economiche più colpite ma secondo le stime globali del 2021, ci sono 27,6 milioni di persone in situazioni di lavoro forzato (ogni 1000 persone, 3,5 lavorano in questa condizione). Le donne e le ragazze costituiscono 11,8 milioni del totale. Più di 3,3 milioni di tutti coloro che sono costretti al lavoro forzato sono bambine e bambini. Il numero di persone in schiavitù moderna è cresciuto negli ultimi anni: tra il 2016 e il 2021 c'è stato un aumento di 2,7 milioni di persone. 

La convenzione dell’OIL numero 29 è stata recepita interamente in Italia con la legge n. 274 del 29 gennaio 1934. Secondo la Costituzione, ogni cittadino ha il dovere di svolgere un’attività o una funzione che concorra al progresso della società, secondo le proprie possibilità e le proprie scelte (articolo 4). Secondo l’articolo 600 del codice penale la riduzione in schiavitù è un crimine.

In riferimento alla realtà italiana,  quello che segue rappresenta un elenco parziale dei settori/ambiti economici in cui il lavoro forzato è stato individuato come un problema rilevante, così come avviene in molti altri Paesi europei:
• edilizia, comprese le fornaci e la lavorazione dei laterizi
• agricoltura, pastorizia ed orticoltura, sia all’aperto che in serra
• estrazione mineraria, taglio e produzione di legname
• lavorazione di prodotti alimentari e inscatolamento per la conservazione
• lavori domestici, di pulizie e di assistenza a persone non auto-sufficienti
• lavoro in fabbrica, soprattutto tessile e abbigliamento, nonché lavorazione della pelle
• ristoranti e aziende di fornitura servizi di catering
• industria del sesso, della pornografia e dell’intrattenimento su base erotica
• trasporti e movimentazione prodotti
• varie forme di attività economiche informali, come l’accattonaggio organizzato e la vendita ambulante.

Disegno Osman SurogluMolti di questi ambiti produttivi sono difficilmente raggiungibili dagli ispettori del lavoro, dalle forze di polizia e dalle organizzazioni sindacali e di assistenza alle vittime. Queste settori sono difficili da monitorare, a causa del forte turnover delle lavoratrici e dei lavoratori, spesso collegato alla natura stagionale del lavoro ed a particolari picchi che caratterizzano, ad esempio,  la produzione agricola. Altrettanta difficoltà si rileva a causa di complessi accordi di sub-appalto da una azienda all’altra e del trasferimento dei lavoratori nei diversi luoghi della produzione, ubicati anche in città e luoghi differenti, come ad esempio accade nell’edilizia e nell’agricoltura. Altre attività, come il lavoro domestico e la prostituzione indoor, si svolgono all’interno di abitazioni private e sono quindi nascoste al pubblico e generalmente fuori dalla portata sia degli ispettori del lavoro, sia delle forze di polizia che delle organizzazioni che intervengono nel campo della protezione sociale.

All’interno dei settori economici precedentemente indicati, alcune categorie di lavoratori sono comunque più vulnerabili di altre. Tra questi i lavoratori migranti, in particolare quelli irregolari, cioè gruppi che si concentrano nelle fasce estreme del lavoro sommerso; lavoratori che fanno parte di un gruppo che è stato vittima documentata di discriminazione sul posto di lavoro, come quelli di una zona agricola (ad esempio, in Italia: Rosarno, Nardò o Rimini oppure Salluzzo o altre aree considerate a rischio). Fasce che si distinguono, appunto, per il fatto che le loro condizioni di lavoro sono ancora più dure e indecenti di quelle mediamente rintracciabili nell’esercizio del lavoro al nero; donne lavoratrici, spesso discriminate, che tendono ad essere impiegate nei settori economici più a rischio di sfruttamento, come il tessile, l’abbigliamento o il lavoro domestico; i minori, anche se non appartengono in senso stretto ad una categoria di lavoratori.
Come per Jonas, in linea generale,  l’ingresso nei circuiti di grave sfruttamento lavorativo avviene successivamente all’ingresso in Italia. É nel nostro Paese che si accettano lavori dequalificanti, duri e privi di qualsiasi garanzia e tutela lavorativa. Per quanti entrano in maniera irregolare accettare qualsiasi lavoro è quasi d’obbligo. Accettare qualsiasi lavoro, dunque, per acquisire un qualsiasi reddito per la propria sussistenza, predispone il lavoratore ad ogni tipo di ricatto e vessazione pur di sopravvivere.

Nessun Paese o settore da solo può affrontare le sfide poste da questa violazione dei diritti umani. Gli operatori sanitari in prima linea possono essere alcuni dei pochi dipendenti pubblici a incontrare queste persone, di conseguenza, secondo l'OMS, i sistemi sanitari hanno sia la responsabilità che l'opportunità di promuovere e proteggere la salute e gli altri diritti delle persone sfrutatte. All'interno dell'UE, anche la strategia dell'UE per la parità di genere 2020-2025 contiene una nuova strategia per l'eradicazione della tratta e dello sfruttamento sia nazionale che transfrontaliero.

Link: Il racconto They were taking nearly everything I earned, I lived in fear (in italiano)

Link: Rapporto "Stime globali della schiavitù moderna: lavoro forzato e matrimonio forzato". Questo rapporto è stato prodotto nel 2021 attraverso una collaborazione tra l'ILO, Walk Free e l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.

Link: Rapporto OMS Addressing human trafficking through health systems. Questo Rapporto è stato prodotto dall'Ufficio regionale dell'OMS per l'Europa in collaborazione con molti esperti internazionali che hanno contribuitoallo sviluppo della pubblicazione.

* illustrazioni di: Olivia Newsome Gargalo Vasco; Osman Suroglu.

 Per la Redazione - Serena Moriondo