Il 2 agosto 1980, alle ore 10,25, una bomba esplose nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna. Il bilancio finale fu una strage.
Ancora prima dei funerali, fissati per il 6 agosto, si svolsero manifestazioni in Piazza Maggiore e quattro ore di sciopero generale organizzato dalle Organizzazioni sindacali CGIL-CISL-UIL, a testimonianza delle immediate reazioni della città, per unire tutte le forze democratiche in un patto di solidarietà che sapesse rinnovare l’immensa forza che realizzò la Resistenza e diede vita alla Costituzione.
Cominciò una delle indagini più difficili della storia giudiziaria italiana. La sentenza di primo grado del processo ai mandanti ha poi confermato che la strage è stata organizzata dai vertici della loggia massonica P2 protetta dai vertici dei servizi segreti italiani ed eseguita da terrotirsti fascisti.
“In quell’assolato sabato d’agosto, primo giorno di ferie per tanti, nessuna delle 85 vittime e dei 200 feriti era nel posto sbagliato al momento sbagliato. Nel posto sbagliato al momento sbagliato erano Francesca Mambro, Giuseppe Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini, terroristi fascisti i cui rapporti con la Loggia P2 appaiono ormai innegabili, che collocarono la bomba in stazione, e che già avevano ucciso. (…) Nel posto sbagliato al momento sbagliato erano il generale Musumeci e il colonnello Belmonte, alti funzionari dei servizi segreti che, di concerto con Licio Gelli e Francesco Pazienza, invece di compiere il loro dovere, hanno depistato le indagini per cercare di sviarle dai terroristi fascisti”
Paolo Bolognesi, Presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna 2 agosto 1980 (Fonte: Collettiva.it)
Per la Redazione - Serena Moriondo