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Foto città del messicoCresce la vulnerabilità delle nostre città, che scontano gli effetti sempre più evidenti della crisi climatica. In Messico, già da alcuni anni, la progettazione architettonica è diventata strumento per affrontare il problema.

L'acqua è un elemento essenziale per la formazione e lo sviluppo degli insediamenti umani. La sua presenza e la possibilità di un suo utilizzo sono vitali nei processi di popolamento e antropizzazione. Città del Messico,  con un’area metropolitana che conta oltre venti milioni di abitanti, è una megalopoli in costante deficit idrico, condannata a devastanti alluvioni nella stagione delle piogge, nonché a un sprofondamento tra i 20 e i 50 cm. all'anno. La città, che si trova a un’altitudine di oltre 2200 metri sul livello del mare, è stata edificata sulle rovine di Tenochtitlan, un'antica città dell’impero azteco e sorge nella conca del lago Texcoco, ormai completamente prosciugato. 

Città del Messico è soggetta a un fenomeno che in geologia è conosciuto con il termine di subsidenza. Si tratta di un costante abbassamento del livello del terreno, in questo caso dovuto al progressivo compattamento degli strati argillosi del letto lacustre su cui sorge la Città, sotto al peso delle strutture urbane, a causa del drenaggio e lo sfruttamento delle acque del lago. Il processo è amplificato da un tessuto urbano antico che si è stratificato, secolo dopo secolo, senza seguire adeguati piani di sviluppo. Gli effetti dello sprofondamento sono responsabili di danni all’integrità degli edifici, alla struttura e alla pavimentazione stradale, alle condutture di acqua e gas, alle fognature e, in generale, a tutte le infrastrutture cittadine.

Un fenomeno diffuso anche in altre città del mondo. In America, nello stato del Taxas, dagli anni '80 hanno iniziato a formarsi strane formazioni geologiche,  delle "sinkholes", una specie di pozzetti che sembravano naturali, dal diametro di varia dimensione, e non troppo profondi che, con il tempo sono diventate più numerose epiù grandi. Un recente studio mostra che le sinkholes, i terremoti, la subsidenza sono tutte collegate fra loro in una vasta area del Texas, di circa 10mila chilometri quadrati, grande come l'Abruzzo. La zona sta letteralmente sprofondando. L'attivita' sismica un tempo sconosciuta, diventa sempre piu' intensa. La Southern Methodist University di Dallas ha confermato che ottant'anni di trivellazioni petrolifere stanno facendo sprofondare il terreno di un metro. Giacarta, in Indonesia,  ospita circa 11 milioni di abitanti e, gli studi attuali proiettano, nel corso Tabella comuni italianifenomeno subsidenzadei prossimi anni, la popolazione della città a circa 30 milioni entro il 2030 (Takagi et al., 2016). Un livello di urbanizzazione che viaggia a simili ritmi costringe le politiche pubbliche ad adattarsi a una richiesta sempre maggiore di spazi per accogliere i nuovi residenti, esponendo Giacarta a un abbassamento drastico nella disponibilità di aree verdi, necessarie al corretto funzionamento del meccanismo del displuvio (World Resources Institute, 2017) con un conseguente cedimento progressivo del terreno su cui la città poggia, registrato a un tasso medio di 11/12 cm l’anno nelle zone periferiche costiere della capitale (The Hindu Times, 2023), le più densamente popolate dalle classi più povere. In Italia - secondo i dati forniti dall'ISPRA - il fenomeno coinvolge circa il 14% dei comuni italiani, prevalentemente situati nelle regioni del nord Italia, in particolare nella Pianura padana, mentre nell'Italia centrale e meridionale il fenomeno interessa prevalentemente le pianure costiere. La città di Venezia è il caso più conosciuto.

Secondo i ricercatori dell’Instituto Geologico y Minero de España (Istituto Geologico e Minerario della Spagna), il processo di Città del Messico è ormai irreversibile e ogni tentativo di porvi rimedio, per esempio introducendo nuovamente acqua all’interno degli strati argillosi al di sotto della città, non sarebbe sufficiente ad arrestare né, tanto meno, a invertire il fenomeno. L'unica cosa possibile sono degli interventi che abbiano un impatto nel breve e medio periodo.

Un altro grave problema derivante dall’abbassamento del terreno è la riduzione della dimensione delle falde acquifere sotterranee che potrebbe determinare nell’immediato futuro seri problemi nell’approvvigionamento idrico della città. Un problema ulteriormente aggravato da un'espansione urbana, che ancora oggi avviene in modo incontrollato e dal progressivo avanzamento di fenomeni atmosferici violenti dovuti al cambiamento climatico.

Ed è così che, dal 2010, Taller Capital - uno degli studi di architettura più impegnati dell’America Latina su queste tematiche - elabora soluzioni che integrano infrastrutture idrauliche a spazi pubblici nei trascurati insediamenti messicani. Un lavoro di ricucitura tecnica e sociale che trova nello stesso territorio in cui opera, la sua fonte strategica. Proprio il rapporto tra acqua e città è il focus del loro lavoro. Anzi, sono convinti che l’architettura possa dispiegare politiche pubbliche integrali, là dove invece le singole competenze arrivano a coprire solo una parte del problema. Per loro, "la materia prima è la città, lo strumento-chiave è lo spazio pubblico, e il valore aggiunto è la ricchezza dello spazio e il potenziale dei materiali"

Foto TallerCapital Città del MessicoUno dei progetti più famosi che ha realizzato lo studio Taller Capital è la Quebradora, nel quartiere di Iztapalapa a Città del Messico, che si è conquistato nel 2018 il premio internazionale Lafarge Holcim.  Partiti da una ricerca internazionale, condotta nel 2010, con l’Università UNAM: sono stati in otto città in giro per il mondo per capire la loro relazione con l’acqua. E quando sono rientrati hanno predisposto il progetto pilota per Itzapalapa, dando vita, successivamente, ad altri quattro progetti.

Sono stati chiamati a Nogales, una città desertica di frontiera con gli Usa, dove ai grandi problemi di povertà si sommano persino le alluvioni.  Erano stati chiamati per realizzare un parco e un bacino per il contenimento dell’acqua piovana. "Noi - spiegano i due architetti - li abbiamo integrati in un’unica soluzione: un bacino all’interno di un grande spazio pubblico. Abbiamo previsto diverse piattaforme: quando ci sono giorni di piogge forti sale l’acqua fino al limite e copre tutto lo spazio fruibile dal pubblico, ma durante la maggior parte dell’anno si vive come un parco per passeggiare e giocare nei campi sportivi. A Ecatepec, invece, nella Valle del Mexico, abbiamo realizzato un sistema di terrazze filtranti con pietre vulcaniche del luogo, sembrano le terrazze di riso in Cina. A Tijuana, nell’area metropolitana della capitale, abbiamo lavorato in un quartiere che si è sviluppato come un enorme agglomerato di case basse, mangiandosi chilometri di territorio, ma senza neppure uno spazio pubblico. Qui ci hanno chiesto di intervenire su un terreno su cui era prevista una strada, mai realizzata: la terra è impermeabile e sempre si alza una polvere insopportabile. Allora abbiamo realizzato un parco sopraelevato con piccole piattaforme, una piazzetta, isole pedonali e sentieri, ricoperto di pietra vulcanica e piantato alberi in una specie di rambla".

"I nostri interventi sono il risultato della lettura delle problematiche urbane, ambientali, sociali e culturali del contesto in cui si trovano. Iniziamo formulando una domanda che sintetizza una condizione esistente e che diventa la linea guida a cui rispondere attraverso il progetto”. Si tratta, in sostanza, di interventi di “agopuntura idrourbana”  che hanno ottenuto vari riconoscimenti internazionali. Questo, secondo gli architetti, vale per qualunque progetto debba essere al servizio della città, incluse l’estetica degli spazi e la forma degli edifici e dei servizi. "La qualità della città può essere portata dentro gli spazi privati e viceversa".

Il loro fine è quello di approfondire l'uso della progettazione architettonica urbana e paesaggistica come strumento per mitigare problemi urbani e ambientali più ampi, come la gestione dell'acqua, dei rifiuti, la vulnerabilità geologica, in altre parti del mondo. 

Per la Redazione - Serena Moriondo