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Foto Fillea sbloccate i cantieri vogliamo lavorareLe luci, poche, sono rappresentate dall'annuncio di "circa 4 miliardi per garantire l’accesso agli incentivi per l’efficienza energetica anche ai redditi più bassi", ma le ombre sono molte di più.

Si tratta di tagli per 14 miliardi "ad interventi direttamente connessi con la filiera delle costruzioni, con un saldo finale di meno 10 miliardi di euro" che, secondo la Segreteria della Fillea Cgil, non potranno che produrre "un danno al Paese in termini ambientali, di cura e valorizzazione del territorio e delle città e, per la gran parte, alla filiera delle costruzioni”. 

Sul capitolo infrastrutture - secondo il sindacato - saltano risorse per opere importanti “tra cui il potenziamento ferroviario della Roma-Pescara, due lotti della Palermo-Catania e una parte degli investimenti per l’Ertms (European rail traffic management system), mentre sui capitoli riassumibili come Tutela del territorio, rigenerazione urbana ed efficienza energetica si concentra il grosso dei tagli. In particolare sui programmi per la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni (-6 miliardi, molti riguardavano la messa in sicurezza di strade e in parte incidono anche sul dissesto idrogeologico), per la rigenerazione urbana (- 3,3 miliardi), per il contrasto al dissesto idrogeologico (- 1,287 miliardi di euro). Tagli anche ai piani urbani integrati (- 2,5 miliardi), ritenuti dalla stessa Unione Europea strumenti fondamentali per un intervento di sistema in special modo per riqualificare le periferie urbane.”

Rispetto ad altri interventi definibili di riqualificazione infrastrutturale, la Fillea Cgil segnala diversi tagli e differimentisi va dal differimento alla quarta rata degli interventi di edilizia residenziale universitaria al taglio delle risorse per la ristrutturazione dei teatri a quella dei siti artistici e culturali di Roma (da 200 a 150) al definanziamento delle ciclovie turistiche (400 milioni) fino al mantenimento esclusivamente della metratura totale per la costruzione di nuove scuole, fino ai tagli di 110 milioni per la valorizzazione e tutela del verde (urbano ed extra urbano), la riduzione delle c.d. Case di Comunità (da 1350 a 936) in particolare “i nuovi edifici” da adibire a tale funzione. Rimodulazione e differimenti riguardano anche gli interventi sulle infrastrutture idriche e di depurazione, comprendendo nella rimodulazione anche gli interventi di manutenzione contro la dispersione idrica.”  E poi c’è “il taglio secco, senza alcuna rimodulazione, dei 300 milioni di euro precedentemente previsti ai fini di riutilizzare a fini sociali e di manutenere il patrimonio confiscato alle mafie nelle otto regioni del sud Italia. Si tolgono così risorse che assegnate ai Comuni hanno progettato gli interventi sul patrimonio confiscato e che ora rimangono senza risorse finanziarie per attuare i lavori.” (Fonte: Filleacgil.it)

Per la Redazione - Serena Moriondo