“Usciamo dall’incontro di oggi (14 agosto 2023) con il ministro Piantedosi con un impegno sulle risorse sostitutive ma anche con una domanda alla quale non abbiamo ricevuto alcuna risposta: perché sono state spostate le opere del PUI dai finanziamenti PNRR? Sono progetti e opere per 2,6 miliardi di euro, che sono dei Comuni e che sono per oltre il 94% già aggiudicate”.
Così il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, al termine dell’incontro con il ministro dell’interno Piantedosi, al quale hanno partecipato anche gli altri sindaci delle Città Metropolitane.
“Della proposta di definanziamento da parte del governo non si capisce la ragione – ha aggiunto Decaro – e anche oggi non c’è stata alcuna spiegazione da parte del ministro. Parliamo di opere cruciali per le nostre città, interventi per le periferie che potranno risanare situazioni sociali ed economiche difficili: perché dobbiamo metterle a rischio con un cambio immotivato della fonte di finanziamento? Al ministro abbiamo anche segnalato il rischio grave di suscitare un clima di sfiducia dei cittadini verso lo Stato, visto che si crea incertezza laddove noi sindaci avevamo assunto impegni rigorosi con le nostre comunità”.
“Oggi – ha concluso il presidente dell’ANCI – il ministro Piantedosi ha solo ribadito che le opere si faranno e che il governo le considera un obiettivo importante. Apprezziamo l’affermazione da parte un ministro che stimiamo e ne prendiamo atto, ma purtroppo rimane un impegno generico che non ci rassicura, anche perché non è stata accolta la nostra proposta di esaminare caso per caso quali opere siano eventualmente a rischio di bocciatura da parte della Commissione Europea”. (Fonte: Comunicato Stampa ANCI)
Anche la CGIL ha espresso un giudizio di netta contrarietà alla scelta del Governo: "tagliare 16 miliardi “rimodulando” circa un terzo delle misure previste dal Pnrr originario non è un piccolo aggiustamento. Quando si mette mano a ben 144 obiettivi su 349, e quando questo riguarda interventi e investimenti fondamentali in materia di sostenibilità ambientale, messa in sicurezza del territorio, efficienza energetica, contrasto al degrado sociale e affermazione della legalità, la cosa è tutt’altro che marginale."
Il metodo, sostiene il Segretario confederale CGIL Christian Ferrari, è anche peggio del merito: "Siamo di fronte a scelte unilaterali e alla cancellazione del confronto con le parti sociali previsto sia dai regolamenti europei sia dalla normativa nazionale. Stiamo parlando di un Piano che, non va mai dimenticato, non appartiene al governo in carica, ma riguarda l'intera società italiana".
Per la Redazione - Serena Moriondo