Dopo aver pubblicato la presentazione del Rapporto “Gmyrek, P., Berg, J., Bescond, D. 2023. Generative AI and Jobs: A global analysis of potential ef- fects on job quantity and quality" dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) che ha valutato l’impatto dell’intelligenza artificiale generativa sulla quantità e qualità del lavoro, proseguiamo il nostro approfondimento con il contributo realizzato dall’ITUC, dal titolo “The impact of Artificial Intelligence on the future of workforces in the European Union and the United States of America”. L' International Trade Union Confederation è una confederazione di 325 organizzazioni affiliate in rappresentanza di 176 milioni di lavoratrici e lavoratori, appartenenti a 161 Paesi del mondo.
Su una cosa anche i sindacati concordano: l’intelligenza artificiale è una tecnologia in rapida evoluzione con un grande potenziale per rendere le lavoratrici e i lavoratori più produttivi, per rendere le aziende più efficienti e per stimolare l’innovazione in nuovi prodotti e servizi. Ma, aggiungono, che l’intelligenza artificiale può essere utilizzata anche per automatizzare i posti di lavoro esistenti cancellando posti di lavoro e aggravare la disuguaglianza e ampliare le discriminazioni.
Nella Relazione si mettono in evidenza gli aspetti economici alla base dei cambiamenti tecnologici basati sull'IA, con particolare attenzione alle decisioni istituzionali e politiche che ne plasmeranno il futuro impatto sulla forza lavoro. Nel documento si evidenzia come, man mano che l’intelligenza artificiale continua ad evolversi e a farsi strada in un’ampia varietà di applicazioni, i potenziali vantaggi per la società appaiono enormi. Mentre gli studi hanno finora esaminato le tecnologie digitali come computer e robot industriali, l’intelligenza artificiale ribalta il presupposto secondo cui la tecnologia può svolgere solo compiti di routine perché "impara" a eseguire questi compiti in modo induttivo addestrandosi su esempi forniti dagli esseri umani invece che seguendo regole esplicite programmabili.
I vantaggi dell’intelligenza artificiale potrebbero, dunque, estendersi a tutti i settori, fornendo alle lavoratrici e ai lavoratori tempo da dedicare a nuove attività e compiti di livello superiore. Il rapporto ha anche mostrato come sorgano nuove sfide per le comunità nel cercare di trarre vantaggio dall’impatto dell’Intelligenza Artificiale, pensiamo al settore sanitario, dove l’IA può essere utilizzata, ad esempio, per automatizzare le attività di smistamento delle immagini diagnostiche e velocizzare la namnesi del paziente; nel settore manifatturiero, dove può essere utilizzata per automatizzare le attività di controllo qualità e ispezione, comprese le politiche relative alla raccolta e al controllo dei dati, all’informazione e alla comunicazione. Nel mercato del lavoro l'IA ha il potenziale per aumentare la produttività, creare nuovi posti di lavoro e migliorare il tenore di vita. Tuttavia, come per il Rapporto dell’OIL precedentemente pubblicato, l’impiego a svolgere compiti “non di routine” che in precedenza si pensava fossero strettamente di dominio degli esseri umani, segnala quanto mai probabile la necessità che la sua diffusione richiederà difficili adattamenti poiché interverrà una riprogettazione dei posti di lavoro con competenze diverse.
Ma non solo. Ad un esame attento del mercato, l’ITUC segnala che gran parte dello sviluppo e dell’adozione dell’intelligenza artificiale appare finalizzato ad automatizzare il lavoro anziché ad aumentarlo. È probabile che, sempre più, le aziende private che promuovono la tecnologia dell’intelligenza artificiale, lo faranno in una direzione che massimizzi i profitti e aumenti i controlli sui lavoratori la qual cosa, secondo i Sindacati, non può certo essere considerata la migliore direzione da intraprendere, socialmente accettabile. In sintesi, sebbene i potenziali benefici dell’intelligenza artificiale siano numerosi, un’intelligenza artificiale senza vincoli potrebbe anche tradursi in un mercato del lavoro meno equo e senza regole condivise.
La Confederazione Internazionale dei Sindacati nel report si pone quattro domande:
a) Quali lavori e compiti sono a rischio a causa dell’IA?
b) Quali nuovi lavori e compiti emergeranno dall’IA?
c) Quale sarà l’impatto dell’IA sulle lavoratrici e i lavoratori?
d) Quale sarà l’impatto dell’IA sul posto di lavoro?
Nell'invitarvi ad una lettura approfondita della pubblicazione e, in attesa di vedere quali saranno gli sviluppi futuri dell'IA (notizia apparsa in questi giorni sui quotidiani prevederebbe la possibilità d'impiego, da parte delle imprese, di chatbot non solo per selezionare i candidati per un impiego ma anche per contrattazioni salariali), vi alleghiamo una sintesi con le principali considerazioni a cui è giunto l'ITUC..
Per la Redazione - Serena Moriondo