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Logo Forum DDLa transizione energetica è un campo di battaglia, dove interessi diversi e idee diverse di futuro si scontrano.

E’ così che il ForumDD introduce il tema del passaggio dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili e spiega l’importanza del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) e la gravità del ritardo con cui il nostro Governo si sta muovendo per la sua definitiva approvazione. E’ vero che sul percorso da seguire esiste una via tracciata dall’Europa e dagli accordi internazionali, ma sulle modalità e la gradualità vi sono spinte molto diverse.

Possiamo distinguere – spiegano gli esperti del FORMDD - il campo della conservazione e quello del cambiamento, e dentro ogni campo distinguere tra posizionamenti diversi.

Il campo conservatore adotta diverse strategie per non perdere l’egemonia sul sistema energetico. Alcuni parlano di carbon lock-in, come quell’insieme di azioni funzionali alla conservazione del sistema tecno-istituzionale che sfrutta le fonti fossili.

Per riprodursi incontrastato, questo sistema agisce su diversi fronti. Il primo è più tangibile: si tratta della strenua conservazione dell’esistente, dalla produzione di energia alla mobilità, l’obiettivo è preservare poteri e apparati tecno-produttivi già esistenti. Il secondo fronte è più subdolo, perché propagandato spesso come cambiamento in una direzione di sostenibilità ma si limita a prevedere un “ammodernamento dell’esistente”. Un esempio è il “ carbon capture and storage” un processo che consente ai grandi gruppi di mantenere un’egemonia continuando a produrre energia da fonti fossili, rendendo il processo meno inquinante in termini di emissioni. Il terzo fronte è di apertura nei confronti delle rinnovabili e di condizionamento delle politiche di incentivazione e di regolazione. Il sistema dominante entra nel mercato delle rinnovabili, per orientarlo e governarlo, imprimendo accelerazioni e provocando fasi di stallo a seconda delle proprie esigenze. Il tentativo di governare le rinnovabili è funzionale a costruire un sistema nel quale esse ricoprano un ruolo complementare, ma sempre dipendente dalle fossili.

Vi è poi quella che viene definita “la trappola del gas: ovvero, l’idea dominante per cui il passaggio dalle fonti fossili alle rinnovabili richieda una fonte di transizione rappresentata dal gas naturale. Ma gli ingenti investimenti che stanno facendo le grandi imprese fossili con il consenso di alleanze interstatali su questo fronte sono un ulteriore tentativo di bloccare la transizione.

A seguire, spiega il ForumDD, un aspetto che vale la pena evidenziare: “gli investimenti nelle rinnovabili hanno provocato una destabilizzazione del sistema elettrico nazionale, con importanti problemi di gestione della rete e apertura di nuove possibilità per le politiche dei prezzi e i grandi gruppi hanno investito in produzione di energia, senza intervenire sullo stoccaggio e l’ammodernamento delle reti. In questo modo, contribuiscono a diffondere una immagine falsata sulle rinnovabili creando un clima di delegittimazione. L’immagine che trasmettono è di inaffidabilità e incapacità di garantire la sicurezza e la continuità nella fornitura di energia, nascondendo la prospettiva, che è implicita nelle rinnovabili, di garantire prezzi stabili per periodi lunghi."

Il 30 giugno 2023 - ci ricoda il ForumDD - è scaduto il termine di proposta di aggiornamento dei Piani Nazionali Integrati per l’Energia e il Clima (PNIEC). Questi documenti programmatici, redatti da ogni stato membro, sono finalizzati a descrivere e programmare le misure che gli Stati si impegnano a realizzare per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica dell’UE al 2050.

La questione è alquanto delicata perchè "il regolamento che istituisce il processo di redazione e invio dei PNIEC prevede la possibilità di aggiornare i piani una sola volta nel corso del decennio di riferimento. La data del 30 giugno 2023, pertanto, è decisiva, perché segna l’inizio di un percorso che dovrà portare alla definitiva modifica dei PNIEC entro giugno 2024. Il ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica (MASE), al momento senza passare dal Consiglio dei Ministri, ha annunciato l‘invio della proposta di aggiornamento alla Commissione Europea lo scorso 30 giugno. Il 4 luglio, tuttavia, il ministero ha chiarito che quello che è stato inviato a Bruxelles era una sintesi del piano aggiornato, mentre il documento vero e proprio risulta essere ancora in lavorazione."

Per questa ragione, finora, chi ha monitorato il PNIEC italiano ha mostrato prudenza nell'anticipare delle valutazioni  Ci sono due documenti in circolazione: quello ufficiale, inviato alla Commissione (https://ecquologia.com/wp-content/uploads/2023/07/DOC20230701-WA0004..pdf) e quello ufficioso, più esteso, che sembra essere la bozza del piano integrale (https://ecquologia.com/wp-content/uploads/2023/07/PNIEC_2023-28_06_2023- compresso.pdf).

Rispetto a questa bozza - scrivono gli esperti del Forum - "non è chiaro quale sia lo stato di definizione dei contenuti" ma su una cosa sono certi: " L’impianto generale del documento ufficiale presenta una serie di limiti di metodo oltre a qualche scivolone di “taglia e incolla”, che denuncia la fretta della nuova stesura."

Leggi QUI il documento e gli approfondimenti del ForumDD

Per la Redazione - Serena Moriondo