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Foto protesta donne iranianeNel giorno del ricordo di Mahsa Amini, un'altra donna, Azar Nafisi scrittrice iraniana in esilio, in un un'intervista, nel raccontare delle recenti estese manifestazioni e delle annesse repressioni che vedono protagoniste le donne iraniane , ha detto " L’odio deriva dalla paura, basta vedere come le donne tengono testa in queste ore al regime. Per questo la Repubblica Islamica le demonizza, le definisce “tentazione sociale”. Ho sempre pensato che se un uomo è in condizioni tali da non potersi trattenere alla vista dei miei capelli sciolti andrebbe rinchiuso lui, in un ospedale mentale." 

Secondo i dati elaborati dalla Foundation for defense of Democracies, aggiornati al 12 settembre 2023, vi sono state 4.429 manifestazioni e le forze di sicurezza hanno ucciso almeno 737 manifestanti, la maggior parte nei primi mesi delle proteste, dei quali almeno 79 minorenni e oltre 22 mila arresti.

Questa rivolta non è come altri momenti di protesta che il popolo iraniano ha conosciuto negli ultimi 43 anni: “Donna, vita, libertà” significa il rifiuto dell’intero sistema che il regime ha imposto al Paese. È cambiato tutto. Le iraniane e gli iraniani non credono più nelle riforme e non hanno più paura. Il governo invece, condannato al proprio assolutismo, non ha altri strumenti che uccidere. Se questo movimento fosse stato politico sarebbe bastato arrestare i suoi leader per decapitarlo, ma non è così e non si possono arrestare milioni di persone".

Il CORAGGIO delle donne è il denominatore comune: il coraggio di donne o movimenti, nei quali le donne sono sempre in prima fila, che nel contrastare dittature, governi, criminalità, per avere libertà, diritti, cultura, parità, senza esitazione hanno messo a rischio la vita.

Non si sono fermate e non si fermano le rivolte delle donne iraniane a fronte di impiccagioni e torture; le donne afghane che il potere talebano ha rese invisibili; la lotta MeToo in USA contro le molestie e stupri nei luoghi di lavoro; la cancellazione dell’autodeterminazione delle polacche; il “femminicidio” coniato e combattuto dalle messicane; la difesa della propria terra, quale valore di esistenza delle donne amazzoniche; il bisogno di diritti delle yemenite; la richiesta di giustizia e verità delle argentine di Plaza de Maio e delle donne contro la mafia in Italia; gesti di pace, di parità e riconoscimento dei propri territori delle curde e palestinesi; la rivolta delle “spose bambine” della Guiana…, sono alcuni esempi di coraggio e lotte di oggi e di ieri, che danno credito al nostro presente e ci fanno guardare avanti. 

GOAL 5 VERTICALELe donne sono state in prima fila per il riconoscimento del diritto all'istruzione, del diritto al voto e dell'accesso alle libere professioni, per l'ottenimento di condizioni di lavoro migliori, per il diritto alla salute, oggi per contrastare i cambiamenti climatici tant'è che, nel 2022, l'Organizzazione delle Nazioni Unite ha riconosciuto l’importante ruolo delle donne e delle ragazze come agenti di cambiamento per lo sviluppo sostenibile, un monito e un modello per i/le leader mondiali per promuovere la piena ed equa partecipazione e direzione delle donne e delle ragazze nella progettazione e attuazione delle politiche e dei programmi futuri. L’Agenda 2030 ha fissato al quinto posto tra i propri obiettivi  per lo “sviluppo sostenibile” il raggiungimento effettivo della parità di genere. Ma il quinto obiettivo dell’agenda è in realtà l’obiettivo strategico e cruciale per il conseguimento di tutti gli altri.

Tutti questi esempi, sono azioni e modelli che hanno avuto eco nel mondo e sono di esempio a tutte/i noi, anche oggi.  

Le donne iraniane non hanno taciuto e questo è il primo atto di coraggio, spesso il più difficile. A ricordarcelo l'UDI, l'Unione Donne in Italia che ne ha fatto un calendario per il 2024 (http://www.udinazionale.org/).

Per la Redazione - Serena Moriondo