Il 18 settembre è stata approvata la nuova Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile 2023/24 (SNSvS) da parte del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite): un importante passo avanti per l’avanzamento dell’Italia sul percorso dello sviluppo sostenibile e l’attuazione dell’Agenda 2030, adottata dall’Onu il 25 settembre del 2015.
Così ha esordito l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) che ha dato, in questi anni, un contributo rilevante alla stesura del documento e ha sollecitato più volte il Governo alla sua approvazione ma allo stesso tempo lo invita a mettere urgentemente in pratica le proposte della Strategia, accelerando gli sforzi per accelerare la transizione verso lo sviluppo sostenibile, agendo con determinazione e coerenza a livello nazionale, locale e internazionale.
La SNSvS - lo ricordiamo - rappresenta lo strumento di coordinamento dell’attuazione in Italia dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, proponendosi come quadro di riferimento nazionale per i processi di pianificazione, programmazione e valutazione.
“La nuova Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS) - afferma il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini da New York, dove sta partecipando al Summit dell’Onu sull’attuazione dell’Agenda 2030 in corso in queste ore – può essere uno strumento fondamentale per spingere l’Italia verso l’Agenda 2030, purché sia attuata immediatamente. Essa indica con chiarezza 72 obiettivi strategici correlati ai 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 e individua le leve abilitanti per integrare pienamente la sostenibilità in tutte le politiche pubbliche. Con sette anni di ritardo rispetto alla firma dell’Agenda 2030, la coerenza delle politiche, la cultura dello sviluppo sostenibile e la partecipazione della società civile diventano finalmente elementi essenziali del processo sul quale il Governo ha deciso di impegnarsi. L’ASviS continuerà a stimolare le istituzioni, specialmente il Governo e il Parlamento, per trasformare l’Agenda 2030 e la nuova Strategia in azioni pratiche, per aumentare il benessere delle persone e la qualità dell’ambiente in cui viviamo”.
La nuova Strategia arriva con due anni di ritardo rispetto a quanto previsto dalla normativa, che ne prevede l’aggiornamento triennale. L’approvazione conclude un lavoro avviato nel 2020, il quale va ora trasformato in azioni pratiche volte a raggiungere i 72 obiettivi individuati in quanto rilevanti per le Scelte strategiche nazionali e per gli Obiettivi strategici nazionali, correlati a indicatori verificabili anche a livello territoriale.
"Coerentemente con l’approvazione della nuova Strategia - conclude Giovannini - auspichiamo che l’intervento che oggi il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani svolgerà al Summit dell’Onu dia indicazioni chiare sull’intenzione dell’Italia di colmare i numerosi e gravi ritardi accumulati finora nell’attuazione dell’Agenda 2030, compreso quello relativo ai contributi finanziari allo sviluppo dei Paesi più indietro e più colpiti dalla crisi climatica, e di impegnarsi a stimolare l’impegno dei Paesi del G7 nel corso della presidenza che il nostro Paese assumerà nel 2024. Per assicurare che il Parlamento sia pienamente informato degli sviluppi maturati nel corso del Summit e delle implicazioni derivanti dall’adozione della Strategia, che contiene novità importanti sul modo di disegnare e valutare le politiche pubbliche (e quindi i processi legislativi), l’ASviS propone che prima dell’avvio della sessione di bilancio si svolga un dibattito approfondito su questi temi”.
Nella seduta del 20 luglio ultimo scorso, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS) ha preso visione della Relazione annuale sullo stato di attuazione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile 2021/22 e del primo Rapporto di monitoraggio integrato degli indicatori della SNSvS22. Per l’attuazione della Strategia il CIPESS ha stanziato per l’annualità 2023/2024 una cifra pari a circa 17 milioni di euro.
Parlare di coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile non può prescindere dal rafforzamento di meccanismi di partecipazione, che favoriscano il confronto e l’unitarietà di indirizzo; né può trascurare il ruolo fondamentale dei processi di declinazione territoriale degli obiettivi di sviluppo sostenibile, che garantiscano una coerenza verticale tra gli obiettivi prescelti ai diversi livelli decisionali e le conseguenti azioni volte al loro raggiungimento.
Tutto ciò richiede di mettere in campo una reale capacità di interlocuzione da parte delle strutture sindacali territoriali e regionali e, più in generale, dell'associazionismo nel confronto Istituzionale sulle Strategie Regionali per lo Sviluppo Sostenibile e le Agende Urbane, oltre che per il PNRR.
Per la Redazione - Serena Moriondo