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Foto sindaci 739825.610x431Dopo il braccio di ferro tra Sindaci e Governo, quest'ultimo - al termine della cabina di regia sui Piani Urbani Integrati - fa dietrofront e annuncia che "se le Città metropolitane saranno in grado di garantire il rispetto delle scadenze previste, questi progetti così importanti per le nostre comunità continueranno a essere finanziati con fondi del PNRR."  Si tratta delle Città Metropolitane (CM) di Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia. 

A tal proposito ricordiamo che la revisione complessiva degli investimenti e delle riforme del PNRR presentata dal Governo all'UE, che penalizza i Comuni, riguarda svariate misure per circa 16 miliardi di euro (su 191,5 miliardi di fondi PNRR) che coinvolge circa 144 misure in totale.

Tutti i sindaci presenti – ha dichiarato il Presidente dell'ANCI, Decaro – hanno confermato che, come risulta anche dalle verifiche dell’ANCI, non ci sono ritardi, i progetti stanno procedendo nei tempi stabiliti e dunque rimarranno sotto la copertura del PNRR. Se il governo riterrà di varare una norma che introduce l’obbligo di coprire con fondi propri progetti eventualmente non completati in tempo e quindi non finanziati dall’Europa, il ministro Fitto ha ovviamente garantito che questa norma varrà per tutti i soggetti attuatori del PNRR e non solo per gli amministratori comunali” (Fonte: ANCI).

Tre miliardi di euro previsti per la Missione 5 del PNRR che erano stati bloccati dal Governo per il troppo ritardo nella attuazione delle opere da parte degli enti locali sono stati sbloccati e potranno essere, quindi, utilizzati per migliorare le aree urbane degradate e i territori più vulnerabili attraverso nuovi servizi per i cittadini e interventi di riqualificazione e rigenerazione.

Rimane una evidente contraddizione: mentre dalle elaborazioni del Mef, estratte sulla base informazioni contenute in Regis e nelle banche dati Anac, sono state riscontrate “significative criticità e ritardi nell'affidamento dei lavori previsti per il 30 luglio 2023”,  le CM hanno evidenziato che dai dati in loro possesso emerge un quadro diverso. Per questo il Governo ha posto un vincolo: i Comuni, entro sette giorni, dovranno documentare lo stato di avanzamento dei lavori e dimostrare che gli interventi potranno terminare entro la scadenza prevista dal PNRR (30 giugno 2026). "In caso di mancato raggiungimento dell'obiettivo i soggetti attuatori saranno chiamati a concorrere al pagamento della sanzione e ad asscurare il finanziamento degli interventi ritenuti inammissibili."  Il Governo pensa ad un meccanismo per consentire a chi vuole di uscire dal Piano di entrare in un nuovo contenitore finanziario (al momento però non precisamente individuato), oppure restare al suo interno assumendosi il rischio di dover a farsi carico delle conseguenze finanziarie nel caso in cui anche solo un progetto non dovesse andare in porto nei tempi previsti. 

Questa disposizione sarà contenuta in una norma che sarà varata dal Governo nei prossimi giorni e - ha spiegato il ministro - varrà non solo per i Sindaci ma per tutti i soggetti attuatori del PNRR.

I Piani Urbani Integrati sono solo uno dei temi caldi affrontati, durante la Cabina di regia, dal Governo con i Comuni sul PNRR. In una sessione dedicata alla verifica dello stato di attuazione del Piano asili nido e scuole dell'infanzia (obiettivo attualmente in fase di rendicontazione nell'ambito della richiesta di pagamento della quarta rata e che punta alla scadenza del 31 dicembre 2025 entro cui l'Italia dovrà creare 264 mila nuovi posti) è stato chiesto all'Anci di proseguire ad assicurare la massima collaborazione, per completare la fase di verifica e fornire le certificazioni che saranno richieste dalla Commissione europea. il Governo ha evidenziato la necessità di selezionare un nuovo set di interventi da realizzare, entro il 30 giugno 2026, per incrementare il numero dei posti disponibili nei servizi della prima infanzia. A questo scopo già nei prossimi giorni sarà avviato il confronto per pianificare uno specifico piano di azione.

Altro tema caldo ha riguardato il Piano per la costruzione di nuove scuole, mediante sostituzione di edifici. Il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, ha illustrato lo stato di attuazione degli interventi, evidenziando la prioritaria necessità di completare ed approvare la progettazione definitiva, per poi procedere all'avvio delle nuove opere entro la fine dell'anno. In caso di ritardi i sindaci potranno attivare i poteri speciali assegnati in tema di edilizia scolastica. Nell'eventualità della mancata approvazione della progettazione si potrà procedere all'attivazione dei poteri sostitutivi, oppure al definanziamento degli interventi.

La situazione dei progetti PNRR, secondo il parere dell'Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb) - espresso nel corso dell'audizione sulla Nadef (il documento con il quale si disegna l’intelaiatura macroeconomica per il prossimo triennio)  - rimane critica. L'Upb  ha dichiarato che: "Permangono criticità connesse con l’ipotesi alla base delle previsioni che vi sia l’integrale, tempestivo ed efficiente utilizzo da parte dell’Italia dei fondi europei del programma NGEU. Nei primi due anni del programma l’attivazione di investimenti pubblici è stata modesta e il Governo ha quest’estate delineato delle proposte di modifica del Piano. In un contesto di inasprimento delle condizioni di accesso al credito, affinché lo stimolo all’attività produttiva sia significativo e duraturo, occorre avanzare speditamente con l’attuazione degli interventi e con le riforme strutturali. La concentrazione della realizzazione delle opere del PNRR nei due anni finali del programma, oltre a non lasciare ulteriori margini di rinvio, potrebbe alimentare strozzature nell’offerta, sia con riferimento alle competenze necessarie per gestire e avviare le opere, sia per lo spiazzamento di altri investimenti." Senza dimenticare gli effetti sul Pil. “Le vecchie stime parlavano di un effetto cumulato di tutto il Pnrr nell'ordine di 3 punti di Pil. Facendo le dovute proporzioni, se il 50% non dovesse essere realizzato, significherebbe 1,5% di crescita in meno". 

La stessa Corte dei Conti - in occasione della medesima audizione - ha dichiarato che: "Il quadro tendenziale descritto (nella Nadef N.d.R.) delinea spazi molto stretti sia per confermare e mantenere gli obiettivi di rientro, seppur graduale, del debito, sia per onorare gli impegni assunti con il PNRR."

E' necessario sottolineare che, anche questa volta, come è successo per la stesura e le precedenti modifiche, l’intero impianto di proposte e decisioni è stato adottato senza consultare la società civile, che da mesi chiede di essere ascoltata dal Governo. E ciò è avenuto nonostante il regolamento REPowerEU (UE 2023/435), rafforzando quanto previsto dal precedente regolamento in termini di trasparenza del processo consultivo e partecipazione, abbia dato indicazione agli stati membri di prevedere il coinvolgimento dei cittadini e delle organizzazioni della società civile. 

Per la Redazione - Serena Moriondo