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Goal 16 pace giustizia e istituzioni solide 2030 minLa ferocia dell'attacco di sabato 7 ottobre di Hamas ha dato inizio a un nuovo drammatico conflitto. Durante il suo mandato il Presidente israeliano Netanyahu ha perseguito una politica estera che ha ignorato sistematicamente “l’esistenza e i diritti dei palestinesi”, come ha riconosciuto nei giorni scorsi il quotidiano israeliano Haaretz. La guerra tra Russia e Ucraina continua e nel mondo vi sono vari scenari di tensione e conflitto.

È un periodo davvero difficile. Le guerre si susseguono, il lavoro della diplomazia per scongiurare l’estensione dei conflitti sembra non portare a risultati tangibili. Difficile informarsi, essere certi di ottenere una informazione corretta. Difficile reggere il peso di realtà così dolorose e complicate. 

La giornalista Barbara Serra, firma di vari servizi di livello internazionale, ha scritto: "Siamo sopraffatti dal rumore, da una mole di informazioni impossibile da gestire, da una soffocante cappa di opinioni superflue che oscura le voci che realmente dovremmo ascoltare. In questo contesto ancora di più sento l'esigenza di tenermi lontana da dinamiche - ormai ampiamente sistemiche - dei media e delle discussioni pubbliche sui social che inseguono prevalentemente risposte immediate e dove la verifica anziché essere il cuore stesso del processo giornalistico diventa secondaria, quasi opzionale. In una spirale sempre più difficile da contrastare, dove tutto si riduce a “Da che parte stai?”, dove i pregiudizi e le posizioni preconcette finiscono per essere le lenti attraverso cui si processa l’informazione e la realtà. Ammettere la complessità  non vuol dire giustificare lo spargimento di sangue".

E a proposito di complessità, le parole del Presidente Antonio Guterres nell'ultima seduta del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nonostante fossero piuttosto chiare, hanno subito "un adattamento" da parte di diversi mezzi di informazione, in modo volutamente strumentale, ma è importante conoscerle per non diventare, a nostra volta, strumento di propaganda.

FOTO antonio guterres" Ho condannato - egli ha dichiarato - in modo inequivocabile gli orribili e inauditi atti di terrore compiuti da Hamas il 7 ottobre in Israele. Nulla può giustificare l'uccisione, il ferimento e il rapimento deliberato di civili - o il lancio di razzi contro obiettivi civili. Tutti gli ostaggi devono essere trattati umanamente e rilasciati immediatamente e senza condizioni. Noto con rispetto la presenza tra noi dei membri delle loro famiglie. Eccellenze, è importante riconoscere che gli attacchi di Hamas non sono venuti fuori dal nulla. Il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione. Hanno visto la loro terra costantemente divorata dagli insediamenti e tormentata dalla violenza; la loro economia soffocata; la loro gente sfollata e le loro case demolite. Le speranze di una soluzione politica alla loro situazione sono svanite. Ma le rimostranze del popolo palestinese non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas. E questi terribili attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese. Eccellenze, anche la guerra ha delle regole. Dobbiamo chiedere a tutte le parti coinvolte di sostenere e rispettare gli obblighi derivanti dal diritto umanitario internazionale; di prestare costante attenzione, nella conduzione delle operazioni militari, a risparmiare i civili; di rispettare e proteggere gli ospedali e di rispettare l'inviolabilità delle strutture delle Nazioni Unite che oggi ospitano più di 600mila palestinesi. L'incessante bombardamento di Gaza da parte delle forze israeliane, il livello di vittime civili e la distruzione di quartieri continuano ad aumentare e sono profondamente allarmanti. Piango e onoro le decine di colleghi dell'ONU che lavorano per l'UNRWA - purtroppo almeno 35 - uccisi nei bombardamenti su Gaza nelle ultime due settimane. Devo alle loro famiglie la mia condanna di queste e di molte altre uccisioni simili. La protezione dei civili è fondamentale in ogni conflitto armato. Proteggere i civili non può mai significare usarli come scudi umani. Proteggere i civili non significa ordinare a più di un milione di persone di evacuare verso sud, dove non ci sono ripari, cibo, acqua, medicine e carburante, e poi continuare a bombardare il sud stesso. Sono profondamente preoccupato per le chiare violazioni del diritto umanitario internazionale a cui stiamo assistendo a Gaza. Voglio essere chiaro: nessuna parte di un conflitto armato è al di sopra del diritto internazionale umanitario."

Foto bandiera israelianaMa sono le immagini che ci arrivano dall'uno o dall'altro territorio a testimoniare una verità innegabile: che non può esistere sicurezza senza diritti. A denunciarlo, da tempo, la Confederazione Internazionale dei Sindacati (International Trade Union Confederation - ITUC) ricordando i lenti progressi contro la povertà e le disuguaglianze, milioni di lavoratori morti, feriti o ammalati a causa del lavoro, più del 60% dei lavoratori nel mondo senza protezioni e diritti sindacali, l'aumento dei rifugiati a causa della crisi climatica, i conflitti armati e la corsa globale agli armamenti. Così dopo che l'ITUC si è espressa per la piena attuazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU per realizzare una soluzione a due Stati condannando una retorica estremista che non potrà far altro che perggiorare il conflitto, ora anche l'OIL si mobilita Foto gazaper la Pace.

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (The International Labour Organization - ILO) è impegnata, lo ricordiamo, a promuovere la giustizia sociale e i diritti umani e del lavoro riconosciuti a livello internazionale, perseguendo la sua missione fondatrice secondo cui la giustizia sociale è essenziale per una pace universale e duratura. Unica agenzia tripartita delle Nazioni Unite a riunire governi, datori di lavoro e rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori di 187 Stati membri, tra i suoi compiti ci sono l'impegno a stabilire standard di lavoro, sviluppare politiche che promuovano un lavoro dignitoso per tutte le donne e gli uomini, per una pace, una prosperità e un progresso duraturi.

E nell'ambito di questo mandato, il Direttore Generale  ha rilasciato una dichiarazione sulla situazione in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati con la quale l'OIL deplora gli attacchi senza precedenti di Hamas contro Israele che hanno provocato più di 1.400 morti e almeno 200 rapimenti di civili israeliani e internazionali. Deplora anche la morte di migliaia di civili a Gaza, incluso lo staff delle Nazioni Unite, come conseguenza dell’azione militare israeliana in risposta a questi attacchi, esprimendo il suo sostegno all’appello umanitario del Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres, per un cessate il fuoco immediato e il rilascio degli ostaggi.

L'OIL ha esortato tutte le parti a garantire la protezione di tutte le lavoratrici e i lavoratori in Israele e dei Territori palestinesi occupati che sono stati colpiti da questa crisi, compresi i lavoratori di Gaza che lavorano in Israele, e di tutti gli operatori sanitari e di aiuto che forniscono assistenza vitale sul campo. Le ostilità hanno portato – e continuano a causare – non solo la tragica perdita di vite umane, ma anche una perdita senza precedenti di mezzi di sussistenza, posti di lavoro, reddito, imprese e infrastrutture civili, con un impatto devastante sui mercati del lavoro a Gaza, in Cisgiordania e in Israele.

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro sta attualmente fornendo assistenza di emergenza alle lavoratrici e ai lavoratori palestinesi che si trovano ad affrontare condizioni di vita terribili a causa di questa crisi e sta lavorando per mettere in atto un programma incentrato sulla protezione sociale, le competenze, i posti di lavoro e la ripresa delle piccole imprese.  A tal proposito particolarmente preoccupante è la situazione dei circa 18.000-20.000 lavoratori giornalieri di Gaza in Israele. L’OIL conferma di essere pronta a continuare a lavorare con altre agenzie delle Nazioni Unite, la comunità internazionale e i suoi partner per assistere e sostenere le comunità colpite.

Per la Redazione - Serena Moriondo