Gli attacchi di questi giorni attorno alla protesta indetta per oggi 17 novembre dai sindacati Cgil e Uil sono inaccettabili ancor più perché è necessaria una posizione di contrarietà verso una legge di bilancio che va nella direzione opposta alla giustizia sociale e ambientale, e verso l’estraneità del governo al valore del dialogo e del confronto sociale. L’attacco al sindacato è un attacco anche ai lavoratori e alle lavoratrici, la cui perdita di potere in questi anni, anche a causa del sistematico indebolimento dei sindacati, è una delle cause dell’aumento delle disuguaglianze. A sostenerlo il Forum Disugiuaglianze e Diversità.
"L’attacco di questi ultimi giorni del ministro Matteo Salvini al diritto di sciopero - spiegano dal ForumDD - è inaccettabile. Un diritto garantito dalla Costituzione, su cui il Governo giura nel momento del suo insediamento e che rappresenta la cornice democratica di valori dentro la quale tutti e tutte ci muoviamo, non può essere messo in discussione. Questo sciopero, per di più, esprime una necessaria posizione di contrarietà verso una legge di bilancio che va nella direzione opposta alla giustizia sociale e ambientale e non risponde in alcun modo all’aumento della povertà assoluta certificato dagli ultimi dati ISTAT.
Le mancanze della legge di bilancio giustificano l’azione collettiva di protesta sia nel merito delle decisioni, ma anche nel metodo perché il governo mostra estraneità al valore del dialogo e del confronto sociale, anche se conflittuale come uno sciopero, e sta contraendo in modo estremo la possibilità di proporre modifiche alla manovra, minimizzando di fatto la voce di tutti gli altri attori istituzionali e sociali. Un metodo che non rafforza la democrazia ma che, al contrario, rappresenta un altro passo verso la deriva autoritaria. Ancora più perché attaccando il sindacato si attaccano i lavoratori e le lavoratrici, la cui perdita di potere in questi anni, anche a causa del sistematico indebolimento dei sindacati, è una delle cause dell’aumento delle disuguaglianze. Chiediamo il rispetto dei diritti costituzionali e il coinvolgimento da parte di chi governa il Paese delle forze sociali e del lavoro in merito a decisioni cruciali per tutte e tutti."
Le forzature antidemocratiche del ministro Salvini - sostengono CGIL e UIL - non fermano lo sciopero generale, un diritto da salvaguardare e rilanciare. Oggi più che mai.
"Questa mobilitazione non è solo per cambiare la manovra finanziaria, ma per una nuova idea di sviluppo”, ha detto il Segretario generale Cgil Maurizio Landini presentando l’8 novembre scorso i molti temi della mobilitazione: “Andiamo in piazza non contro qualcuno, ma per difendere i diritti di tutti, per un Paese che metta al centro il lavoro di qualità e il suo futuro”.
Quella di oggi è la prima tappa della mobilitazione proclamata da Cgil e Uil. Sono previste giornate con scioperi di otto ore e manifestazioni in 58 piazze con oltre 100 presidi su base territoriale e regionale.
Oggi si fermano le lavoratrici e i lavoratori di Lazio, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo e Molise. Insieme alle lavoratrici e ai lavoratori dei trasporti, del pubblico impiego e della conoscenza, che si astengono dal lavoro in tutta Italia. Nella Capitale, interverranno dal palco di Piazza del Popolo i segretari generali di Cgil e Uil Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri, sei lavoratrici e lavoratori e due studenti. L’appuntamento è per le 10.00.
In diretta su youtube la manifestazione a Roma: QUI
Per la Redazione - Serena Moriondo