contattaci2
Chiamaci: 06 441 146 25
Scrivici una e-mail
area riservatacerca
cercaarea riservata
logo rigenerazioni NEWS 800x100 trasparente

immagini classi energetiche edificiIl 7 dicembre 2023, a livello europeo si è raggiunto un accordo politico su una proposta di revisione della direttiva sul rendimento energetico nell'edilizia. Alzare gli standard energetici del parco immobiliare dovrebbe essere un obiettivo prioritario, dal momento che gli edifici sono responsabili di circa il 40% del consumo energetico europeo e del 36% delle sue emissioni di CO2. 

Di fronte a questo quadro, anche se, per la prima volta, dall'Europa arriva una spinta all'ammodernamento degli edifici, pubblici e privati, al risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni inquinanti, sono molte le modifiche al ribasso frutto delle pressioni lobbistiche del settore privato e, soprattutto, delle grandi società immobiliari. 

In particolare, ricordiamo che la proposta della Commissione aveva l’obiettivo di raggiungere nei nuovi edifici zero emissioni a partire dal 2028, mentre quelli esistenti  la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e D entro il 2033. Per il riscaldamento si prevedeva il divieto di utilizzo di combustibili fossili entro il 2035 e l’abolizione di sussidi per l’installazione di boiler a combustibili fossili entro il 2024.

E' prevalsa, tuttavia, la proposta di un sistema di regole aperto, con maggiore discrezionalità da parte degli Stati membri. Secondo il piano comunitario, ogni Paese, dovrà preparare una road map per la riqualificazione del suo patrimonio immobiliare, disegnando una traiettoria di progressiva riduzione dei consumi degli edifici fino al 2050, quando si dovrà tendere alle emissioni zero.

Cambia, dunque, completamente l'impianto della revisione della direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) sulle case green, con obiettivi di riduzione dei consumi energetici molto più flessibili per gli Stati membri e non legati ad una classe energetica specifica. Resta l'obbligo per lo Stato di installare pannelli solari sugli edifici pubblici,  per l'installazione di colonnine di ricarica negli edifici e l'obbligo di abbandonare i combustibili fossili nelle abitazioni, anche se è stato posticipato di cinque anni. Sono alcuni dei punti dell'accordo finale raggiunto dal Parlamento e dal Consiglio Ue, sulla revisione della direttiva europea che era stata proposta dalla Commissione circa due anni fa come seconda gamba del pacchetto Fit for 55.

Il Parlamento e il Consiglio Ue hanno abbandonato gli obiettivi di miglioramento energetico per classi di edifici, secondo una formula uguale per tutti gli Stati membri, come aveva proposto la Commissione. Al loro posto sono stati previsti obiettivi di miglioramento energetico da raggiungere su scala nazionale, con scaglioni ogni cinque anni. Per gli edifici residenziali il taglio del consumo medio di energia primaria, rispetto al 2020, sarà del 16% entro il 2030 e in un range dal 20 al 22% entro il 2035. A partire dal 2030 il 16% degli edifici non residenziali (come gli uffici) dovranno raggiungere la soglia minima di performance energetica che sarà stabilità dagli Stati membri; ed entro il 2033 dovrà essere raggiunta dal 26%. Saranno gli Stati a decidere, in maniera proporzionale, la ripartizione dell'onere di abbattimento energetico tra le classi, dalla G alla A, con la possibilità di istituire una nuova classe energetica di eccellenza denominata A0.

In Italia gli edifici residenziali, in base ai dati Istat, sono poco più di 12 milioni. Di questi, saranno considerati prioritari circa 5 milioni di edifici. Agli obiettivi di efficientamento potranno contribuire anche le operazioni di riqualificazione di immobili colpiti da disastri naturali, come terremoti e inondazioni. In questo modo, le risorse spese per piani straordinari di intervento sul territorio potranno comunque contribuire al raggiungimento degli obiettivi comunitari. 

La norma prevede che saranno gli Stati membri a stabilire le norme relative alle sanzioni applicabili in caso di violazione delle disposizioni nazionali adottate della direttiva EBPD sulle case green. Le sanzioni previste dovranno essere effettive, proporzionate e dissuasive.
 
Adesso l'intesa dovrà essere confermata dagli ambasciatori degli Stati membri nell'Ue (Coreper) e dalla commissione Ambiente (Envi) del Parlamento europeo.

Per approfondire QUI

Per la Redazione - Serena Moriondo