contattaci2
Chiamaci: 06 441 146 25
Scrivici una e-mail
area riservatacerca
cercaarea riservata
logo rigenerazioni NEWS 800x100 trasparente

"La rendicontazione di sostenibilità nel contesto europeo e italiano: una rivoluzione in attoCOPERTINA POLICY BRIEF ASVIS RENDICONTAZIONE SOSTENIBILE, è un documento curato dalla Fondazione organismo italiano di business reporting (Oibr) con il contributo del Gruppo di lavoro “Finanza per lo sviluppo sostenibile” dell’Alleanza, lanciato l’8 febbraio in occasione del seminario ASviS “Il Regolamento Tassonomia e i nuovi criteri di vaglio tecnico: l’impatto sui settori dell’economia italiana”.

Lo studio di 17 pagine, nato con l’obiettivo di fornire un’analisi sintetica del complesso quadro italiano e internazionale rispetto all'evoluzione delle normative sul reporting di sostenibilità, termina con 9 raccomandazioni rivolte alle Istituzioni del nostro Paese.

La Corporate sustainability reporting directive

Negli ultimi anni il panorama internazionale della standardizzazione del reporting di sostenibilità aziendale sta radicalmente e rapidamente mutando, anche grazie alle iniziative dell’Unione europea che ha scelto di assumere il ruolo di battistrada in questo ambito. L’approvazione della Corporate sustainability reporting directive (Csrd) - spiega ASviS - entrata in vigore a gennaio 2023 rappresenta una pietra miliare normativa in tal senso. La nuova normativa aggiorna infatti in profondità la precedente “Direttiva sulle informazioni non finanziarie” del 2014, cambiando addirittura la denominazione di questa forma di rendicontazione in “reporting di sostenibilità”.

Obiettivo di lungo termine della Commissione europea è infatti quello di equiparare progressivamente la rendicontazione di sostenibilità allo stesso livello di qualità e rilevanza del tradizionale reporting economico-finanziario. Sembra profilarsi in tal senso un’accelerazione verso lo sviluppo sostenibile: l’obbligo di una maggiore trasparenza e responsabilità dell’impatto delle imprese sulle persone e l’ambiente impone infatti di innovare i sistemi produttivi e i modelli di governance, con implicazioni profonde sulle scelte strategiche delle imprese, sui loro investimenti e anche sulle politiche economiche nazionali e, in tal modo, verso chi lavora in quelle aziende e chi utilizza i loro prodotti, siano oggetti, consulenze, prodotti finanziari, ecc.

Nello specifico la Csrd estende in misura molto significativa l’applicazione di tale forma di rendicontazione a tutte le imprese, banche e assicurazioni europee quotate e non quotate, che nell’anno precedente superino due delle seguenti tre soglie: numero di addetti superiore a 250, attivo di bilancio superiore ai 25 milioni di euro e fatturato superiore ai 50 milioni di euro. Inoltre, dà ai Paesi membri 18 mesi di tempo, che scadranno a luglio 2024, per recepire i nuovi obblighi.

Nove raccomandazioni sul reporting di sostenibilità

In questo contesto, lo studio propone alle istituzioni italiane di:

  • accelerare l’adozione delle direttive europee sulla rendicontazione di sostenibilità, definendo tempi e modi di coinvolgimento nel processo decisionale degli stakeholder e della società civile;
  • calibrare il sistema di revisione/assurance delle informazioni di sostenibilità, nonché i soggetti autorizzati a svolgere questa funzione, creando ad esempio un nuovo registro di revisori dedicato, cui si acceda dopo una formazione apposita e con specifici esami;
  • sostenere le imprese, specialmente le Pmi, nel processo di transizione informativa istituendo, ad esempio, crediti d’imposta calibrati sui costi relativi alla rendicontazione;
  • rafforzare i processi di formazione a tutti i livelli delle figure aziendali e professionali coinvolte attraverso incentivi e crediti d’imposta mirati, per permettere la frequenza di corsi qualificati;
  • favorire il flusso di dati Esg dalle imprese al sistema bancario e finanziario, aumentando trasparenza e scambio attraverso strumenti come le data room condivise;
  • agevolare la finanza a impatto tramite il miglioramento della qualità delle informazioni di sostenibilità, inserendo un riferimento a questo aspetto nel testo di recepimento della direttiva Csrd;
  • potenziare la digitalizzazione dell’informazione nonché la qualità e la comparabilità dei ratings/scoring Esg a livello europeo e internazionale;
  • contribuire nel modo più vasto e qualificato possibile ai processi europei e internazionali di standardizzazione della rendicontazione di sostenibilità, auspicando una maggiore presenza, nelle sedi deputate, delle diverse organizzazioni e istituzioni italiane – e in particolare del Ministero dell’Economia e delle Finanze – e una maggiore capacità di fare sistema;
  • favorire una partecipazione più ampia e sistematica della società civile agli organismi preposti e al dibattito con riguardo all’informazione di sostenibilità, valutando punti di vista più articolati su tematiche decisive per lo sviluppo sostenibile che tengano in considerazione categorie di interessi non strettamente economico-finanziarie e rappresentative di altri stakeholder della società civile rilevanti per la sostenibilità.

In conclusione, dal 2024 aumenterà gradualmente la platea di imprese che dovranno rendicontare l'impatto ambientale, sociale ed economico utilizzando criteri uniformi a livello europeo. Per questo il lavoro svolto da ASviS è importante perchè sollecita anche le aziende a dare il loro contributo ad uno sviluppo sostenibile prendendo nuove decisioni su come i loro prodotti, servizi, operazioni e attività sono in grado di influenzare il nostro pianeta, la vita delle persone. Una sollecitazione necessaria dato che, In Italia, secondo il report "Pratiche sostenibili delle imprese nel 2022 e le prospettive 2023-2025"  dell'Istat, solo sei imprese su dieci nel settore manufatturiero (e il 50,4% delle imprese dei servizi) hanno intrapreso azioni di sostenibilità, mentre si stima un aumento sensibile delle attività di tutela ambientale nel triennio 2023-2025.

Tra le pratiche di sostenibilità il 22,3% delle imprese manifatturiere adotta sempre più l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili e il 20,4% l’efficienza energetica. In termini di circolarità dei processi produttivi, oltre il riciclo dell’acqua (14,9%), l’11,8% delle imprese utilizza materie prime seconde e solo il 5,5% aderisce alla simbiosi industriale, il 5,2% riusa i rifiuti residui di produzione e il 4,7% delle imprese ricicla i materiali riprogettando i processi produttivi. Per le imprese dei servizi sono: l’aumento di efficienza energetica (23,1%) e l’uso di energia da fonti rinnovabili (22,2%), segue il risparmio nel trasporto dei prodotti (19,4%). Per la circolarità, il 16,7% delle imprese utilizza materie prime seconde, il 13,3% attiva iniziative di rigenerazione/riuso di luoghi o beni culturali, il 13% ricicla l’acqua e l’8,2% aderisce alla simbiosi industriale.

Dati incoraggianti ma non certo esemplari rispetto ad aziende di altri Paesi europei. 

IMMAGINE le tre dimensioni dello Svilupo sostSecondo una stima, in l'Italia, nel 2025 le aziende che saranno tenute a produrre un Report di sostenibilità saranno oltre 7.800. Di queste, circa mille in Emilia Romagna e in Veneto, quasi 3mila in Lombardia. Industria e commercio i settori più coinvolti (Fonte: Gruppo di ricerca “PMI e sviluppo sostenibile” del GBS, Gruppo Bilanci e Sostenibilità, in collaborazione con il CNDCEC, Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, sull’impatto della CSRD sulle imprese italiane).

Anche quando il bilancio di sostenibilità non è obbligatorio (restano per il momento escluse dall'obbligo le piccole e medie imprese non quotate e non appartenenti a gruppi), redigerlo è comunque un elemento di differenziazione. Sempre più, infatti, il sistema produttivo sarà chiamato a produrre valore al di là dei soli aspetti finanziari, e verrà valutato sugli indicatori ESG (Environment, Social e Governance). E speriamo che, in Italia,  questa non rappresenti solo un'occasione per offrire l'ennesimo incentivo economico alle imprese per osservare una norma europea volta a tutelare il nostro futuro.

Per la Redazione - Serena Moriondo