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immagini classi energetiche edificiSecondo la Commissione europea, gli edifici presenti in Europa sono responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra.

Il 15 dicembre 2021 la Commissione aveva presentato una proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, che fa parte del pacchetto “Pronti per il 55%”. Secondo la normativa europea sul clima del luglio 2021 gli obiettivi ambientali per il 2030 e il 2050 sono diventati vincolanti per tutti i Paesi UE.

Ora l'UE ha adottato, in via definitiva, le nuove regole per ridurre il consumo energetico e le emissioni di gas a effetto serra del settore edilizio. La direttiva è stata approvata dal Parlamento  con 370 voti favorevoli, 199 voti contrari e 46 astensioni.

Lo scopo della revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia è di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030 e pervenire alla neutralità climatica entro il 2050. Tra gli obiettivi figurano anche la ristrutturazione di un maggior numero di edifici con le prestazioni peggiori e una migliore diffusione delle informazioni sul rendimento energetico. Per diventare legge, la direttiva dovrà ora essere approvata formalmente anche dal Consiglio dei ministri.

Alessandro Genovesi, Segretario generale della Fillea Cgil ha dichiarato: “Il 2025 è domani e il 2030 è praticamente dopodomani, non abbiamo un minuto da perdere. Dobbiamo procedere immediatamente ad un riordino degli strumenti finanziari e dei vari bonus per facilitare gli investimenti in efficienza energetica, agendo tutte le leve a nostra disposizione: intervento pubblico diretto per case popolari, scuole, ospedali, incentivi e trasferimenti economici fino al 100% per i condomini di periferia e i redditi più bassi, generalizzare i mutui verdi e i contratti di cessione del risparmio energetico, con strumenti selettivi facili e alla portata di tutti, concentrando tutte le risorse, nazionali e comunitarie, esclusivamente sulle prime case con le classi energetiche più basse e con risultati verificabili. (..) Quindi - prosegue Genovesi - dobbiamo attrezzarci per avere le professionalità necessarie al cambio di paradigma produttivo, per evitare lavori fatti male e lavoratori sfruttati. Dobbiamo ora pensare a come rafforzare le filiere industriali che producono i vari sistemi tecnologi per l’edilizia, dai panelli solari alle nuove caldaie, dai nuovi materiali alla sensoristica, dalle nuove resine alle leghe metalliche. Imparando anche dal passato avendo obiettivi di medio termine da qui al 2030 e poi 2033 e 2035, dobbiamo evitare sin da ora da un lato speculazioni e rincari fuori controllo, di essere solo acquirenti di tecnologie prodotte altrove e dall’altro di ridurci all’ultimo momento con quella fretta e caos che poi nei cantieri producono infortuni, fenomeni di sfruttamento, irregolarità. Infine, ma non per importanza "come indica la stessa Direttiva Europea, dobbiamo attrezzarci per rendere omogenee e semplici le varie pratiche e interventi amministrativi, avere all’ingresso meccanismi di qualificazione delle imprese e degli operatori, fornire anche tramite gli specifici sportelli pubblici tutte le informazioni fondamentali a cittadini ed imprese, chiamare le principali aziende energetiche e le banche a fare la propria parte. In conclusione è il momento della programmazione, è il momento di fare della lotta ai cambiamenti climatici e per l’efficienza energetica, il driver principale della politica industriale del Paese” (QUI per una lettura integrale della posizione della Fillea Cgil).

Obiettivi di riduzione delle emissioni
Secondo la nuova normativa, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030. Inoltre, i nuovi edifici occupati o di proprietà delle autorità pubbliche dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Gli Stati membri potranno tenere conto, nel calcolare le emissioni, del potenziale impatto sul riscaldamento globale del corso del ciclo di vita di un edificio, inclusi la produzione e lo smaltimento dei prodotti da costruzione utilizzati per realizzarlo.
Per gli edifici residenziali, i Paesi membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035. In base alla nuova direttiva, gli Stati membri dovranno inoltre ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica.
Se tecnicamente ed economicamente fattibile, i Paesi membri dovranno garantire l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030.

Eliminazione graduale delle caldaie a combustibili fossili

Gli Stati membri dovranno spiegare come intendono predisporre misure vincolanti per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento eliminando, gradualmente, i combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffreddamento entro il 2040. A partire dal 2025, sarà vietata la concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili. Saranno ancora possibili incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento che usano una quantità significativa di energia rinnovabile, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.

La nuova normativa non si applica agli edifici agricoli e agli edifici storici, e i Paesi membri possono decidere di escludere anche gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto.

Conferenza sul futuro dell’Europa
La legislazione sulla prestazione energetica degli edifici è direttamente in linea con gli obiettivi e le proposte della Conferenza sul futuro dell’Europa (CoFE), volti a migliorare l’indipendenza energetica e la sostenibilità dell’UE. Questa iniziativa legislativa è collegata a varie proposte della CoFE quali il rafforzamento del ruolo dei comuni nella pianificazione urbana per sostenere le infrastrutture blu-verdi (proposta 2, paragrafo 3), la riduzione delle dipendenze dalle importazioni di petrolio e gas attraverso progetti di efficienza energetica (proposta 3(3)) e il sostegno attivo ai progetti di efficienza energetica volti a conseguire una maggiore autonomia nel settore della produzione e dell’approvvigionamento energetico (proposta 18, paragrafo 2). (Fonte: Cetritires.org)

Link: Direttiva europea definitiva case green

Per la Redazione - Serena Moriondo