contattaci2
Chiamaci: 06 441 146 25
Scrivici una e-mail
area riservatacerca
cercaarea riservata
logo rigenerazioni NEWS 800x100 trasparente

COPERTINA EUTRA 2024L’Agenzia europea dell’ambiente (Eea) ha pubblicato i risultati della prima European climate risk assessment, Eucra (Valutazione europea dei rischi climatici). La Relazione di 40 pagine si basa e integra la base di conoscenze esistente sugli impatti climatici e sui rischi per l'Europa, comprese le recenti relazioni del gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, del Copernicus Climate Change Service e del Centro comune di ricerca della Commissione europea, nonché dei risultati dei progetti di ricerca e sviluppo finanziati dall'UE e delle valutazioni nazionali dei rischi climatici. Il suo scopo è sostenere la politica strategica europea. 

Ne emerge che in Europa le politiche e gli interventi di adattamento non tengono il ritmo con la rapida evoluzione dei rischi climatici. In molti casi, un adattamento incrementale non sarà sufficiente. Inoltre, poiché numerose misure volte a migliorare la resilienza ai cambiamenti climatici richiedono molto tempo, possono essere necessari interventi urgenti anche per rischi non ancora critici.

Alcune regioni d’Europa sono aree in cui si concentrano rischi climatici multipli. L’Europa meridionale è particolarmente a rischio a causa degli incendi boschivi nonché degli effetti delle ondate di calore e della scarsità di acqua sulla produzione agricola, sul lavoro all’aria aperta e sulla salute umana. Le inondazioni, l’erosione e l’infiltrazione di acqua salata minacciano le regioni costiere europee a bassa quota, comprese molte città densamente popolate.

La valutazione individua in Europa 36 principali rischi climatici nell’ambito di cinque grandi gruppi: ecosistemi, alimenti, salute, infrastrutture, economia e finanza. Sono già necessari interventi più incisivi per oltre la metà dei principali rischi climatici individuati dalla relazione, di cui otto da attuare con particolare urgenza, principalmente per preservare gli ecosistemi, limitare l’esposizione umana al calore, proteggere la popolazione e le infrastrutture da inondazioni e incendi boschivi e garantire la sostenibilità dei meccanismi di solidarietà europei, come il Fondo di solidarietà dell’Ue.

  • Ecosistemi: quasi tutti i rischi nel gruppo ecosistemico richiedono interventi urgenti o più incisivi; di questi, i rischi per gli ecosistemi marini e costieri sono valutati come particolarmente gravi. Come non manca di ricordare la relazione dell’Aea, poiché gli ecosistemi rendono molteplici servizi alle popolazioni, questi rischi hanno un elevato potenziale di ricaduta su altri settori, tra cui quelli della produzione alimentare, della salute, delle infrastrutture e dell’economia.
  • Alimenti: i rischi posti dal caldo eccessivo e dalla siccità alla produzione agricola sono già a un livello critico nell’Europa meridionale, ma interessano anche i paesi dell’Europa centrale.  In particolare, periodi di siccità prolungati che colpiscono vaste aree rappresentano una minaccia significativa per la produzione agricola, la sicurezza alimentare e l’approvvigionamento in acqua potabile. Una delle soluzioni potrebbe risiedere in un passaggio, anche parziale, dalle proteine di origine animale a quelle di origine vegetale ottenute da piante coltivate in modo sostenibile, che permetterebbe di ridurre il consumo di acqua in agricoltura e la dipendenza da mangimi importati.
  • Salute: il calore è il fattore di rischio climatico più grave per la salute umana e quello che richiede gli interventi più urgenti. Le più a rischio sono fasce di popolazione specifiche, come quella dei lavoratori all’aria aperta che si trovano esposti al calore estremo, gli anziani e le persone che vivono in abitazioni strutturalmente carenti, in zone con un forte effetto di «isola di calore urbano» o con scarse possibilità di accedere a locali climatizzati. Molti settori sui quali fare leva per ridurre i rischi climatici a carico della salute esulano dalle politiche sanitarie tradizionali, come la pianificazione urbana, le normative edilizie e quelle sul lavoro.
  • Infrastrutture: eventi meteorologici estremi più frequenti aumentano i rischi per l’ambiente urbano e i servizi critici in Europa, tra cui l’energia, l’acqua e i trasporti. Sebbene i rischi di alluvioni costiere siano stati gestiti relativamente bene, l’innalzamento del livello dei mari e i cambiamenti dei modelli evolutivi delle perturbazioni possono causare effetti devastanti sulle popolazioni, sulle infrastrutture e sulle attività economiche. Nell’Europa meridionale il caldo e la siccità sono all’origine di rischi concreti per la produzione, la distribuzione e la domanda di energia. Anche gli edifici a uso residenziale devono essere adattati all’aumento delle temperature.
  • Economia e finanza: numerosi rischi climatici interessano anche l’economia e il sistema finanziario europei. Ad esempio, gli eventi climatici estremi possono causare aumenti dei premi assicurativi, rivalutazioni al ribasso di proprietà con conseguente fragilità dei mutui, incrementi della spesa pubblica e del costo dei prestiti. I costi delle inondazioni e degli incendi degli ultimi anni costituiscono già una seria minaccia per la sostenibilità del Fondo di solidarietà dell’Ue. L’aggravamento degli impatti climatici può inoltre ampliare il vuoto assicurativo tra la copertura da parte delle assicurazioni private e le perdite effettive rendendo più vulnerabili le famiglie a basso reddito.

L’Ue e i relativi Stati membri hanno compiuto notevoli progressi nella comprensione dei rischi climatici e nella preparazione ad affrontare tali rischi. A livello nazionale sono sempre più utilizzate valutazioni dei rischi climatici a fini di orientamento dello sviluppo delle politiche di adattamento. Tuttavia, la preparazione della società in generale è resa insufficiente dal ritardo nell’attuazione delle politiche rispetto al rapido aumento dei livelli di rischio. 

La maggior parte dei principali rischi climatici individuati nella relazione è considerata un fattore che interessa congiuntamente l’Ue, i relativi Stati membri e altri livelli di governo. La valutazione dell’Eea sottolinea che, per affrontare e limitare i rischi climatici in Europa, l’Ue e gli Stati membri devono collaborare coinvolgendo anche i livelli regionali e locali laddove si rivelino necessari interventi urgenti e coordinati. Diventa quindi essenziale e urgente una maggiore cooperazione. (Fonte: SNPA)

Per la Redazione - Serena Moriondo