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I drammatici impatti del cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti. Gli eventi legati al clima hanno già costretto decine di milioni di persone ad abbandonare le proprie case, e le condizioni meteorologiche estreme stanno decimando l’agricoltura, esacerbando la fame, contribuendo allo scoppio di conflitti e crisi umanitarie. Se i ricchi e i Paesi ricchi sono in molti modi responsabili della crisi climatica, sono però le persone nei Paesi a basso reddito e coloro che vivono in povertà ovunque nel mondo a essere colpite più duramente.

Nel 2023, economisti di fama mondiale tra cui Jayati Ghosh e Thomas Piketty insieme a funzionari dell’ONU, dell’FMI e della Banca Mondiale hanno pubblicamente sollecitato il Segretario delle Nazioni Unite e il Presidente della Banca Mondiale a potenziare gli obiettivi che ogni Governo deve impegnarsi a perseguire per la riduzione delle disuguaglianze.

"Non passa giorno senza che vengano fatte nuove stime sui fondi di cui i Paesi a basso e medio reddito hanno bisogno per raggiungere gli obiettivi sul clima e quelli di sviluppo sostenibile (sdg) stabiliti dalle Nazioni Unite.

Secondo le stime dell’Independent high­-level expert group on climate finance le economie emergenti e in via di sviluppo (esclusa la Cina) dovranno trovare 2.400 miliardi di dollari (circa 2.210 miliardi di euro) all’anno da qui al 2030 per sostenere misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile servirebbero altri 3.500 miliardi di dollari all’anno. Anche il rapporto delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo del 2023 suggerisce che gli stati a basso e medio reddito hanno bisogno più o meno di quattromila miliardi di dollari all’anno per raggiungere gli obiettivi sul clima e lo sviluppo."

Stime di questo tipo possono suscitare reazioni diverse. In teoria dovrebbero incoraggiare politiche nazionali e internazionali più ambiziose. Ma possono anche distrarre dall'obiettivo centrale.

A dirlo è Jayati Ghosh, l’economista indiana che insegna all’università Jawaharlal Nehru di New Delhi, che è l'ospite speciale della 112ª Conferenza Internazionale sul Lavoro che si è aperta il 3 giugno a Ginevra.

Jayati Ghosh dal 2002 è Segretaria Esecutiva di IDEAS International Development Economics Associates, un network internazionale di economisti dello sviluppo (www.networkideas.org). E' impegnata nella gestione di diversi siti di pubblica informazione tra i quali www.macroscan.org.  e i suoi interessi di ricerca attuali includono tematiche legate alla globalizzazione, al commercio internazionale e alla finanza, percorsi di lavorativi nei paesi in via di sviluppo, politiche macroeconomiche, questioni legate al genere e allo sviluppo, e le implicazioni della recente crescita economica di Cina e India.

La sessione di apertura della 112ª Conferenza Internazionale del Lavoro è stata caratterizzata dal suo intervento in occasione dell’80º anniversario della Dichiarazione di Filadelfia dell’OIL.

Proprio come nel 1944 - ha spiegato Gosh -  stiamo attualmente vivendo un periodo di cambiamento, all’interno dei paesi e nell’economia internazionale. Invece di pensare a come le politiche pubbliche e i processi sociali possono aiutare l’economia, dobbiamo chiederci come l’economia può servire la società ed essere in armonia con la natura e il pianeta”.

L’aumento esponenziale della popolazione e dei consumi, insieme all’inquinamento e alla riduzione delle risorse naturali, non fanno altro che accrescere le disuguaglianze e minare la stabilità sociale. E' quindi indispensabile esplorare tutte le politiche in grado di portare il massimo beneficio al maggior numero di persone e al pianeta.

I video con i discorsi di apertura della Conferenza sono disponibili nella Piattaforma video dell’OIL.

Segui la planeria in diretta da Ginevra QUI

Per la Redazione - Serena Moriondo