I dati Enea aggiornati confermano gli effetti del blocco del DL Superbonus introdotto dal Governo Meloni: nell’ultimo mese nuovi lavori per poco più di 100 milioni. Consistente riduzione anche del numero degli edifici coinvolti nei lavori, che in un mese sono aumentati solo di 248 unità. Una cifra ben inferiore rispetto alle 13 mila unità al mese di marzo.
Nel marzo 2024, il Decreto Superbonus (Dl n. 39/2024) ha introdotto modifiche significative che hanno iniziato a mostrare i loro effetti già ad aprile. Una delle principali modifiche è stata la riduzione dell’aliquota dal 90% al 70% per i condomini, escludendo completamente villette e abitazioni unifamiliari. Queste scelte hanno segnato una svolta rispetto al precedente Superbonus al 110%, rendendo gli incentivi più selettivi e meno generosi.
Non sarà più possibile utilizzare lo sconto in fattura e la cessione del credito per tutti coloro che non hanno presentato i dati sulle spese effettuate nel 2023 entro il 4 aprile di quest'anno, anche se si tratta di organizzazioni del Terzo settore, case popolari o interventi con il bonus barriere architettoniche. L'unica eccezione riguarda alcune zone terremotate, ma solo entro i limiti ben precisi: 400 milioni di euro per il 2023, di cui 70 milioni per il terremoto dell'Aquila del 2009.
Dati al 31 maggio 2024:
- sono stati avviati 495.717 cantieri sul Superbonus 110% per un totale degli investimenti ammessi a detrazione di oltre 117,7 miliardi di euro e un totale di investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione di 112,1 miliardi pari al 95,3% dei lavori realizzati;
- ad usufruire della misura sono stati 133.401 condomini per un totale di investimenti pari a oltre 79 miliardi di euro (di cui 73,5 realizzati) e un totale di lavori condominiali realizzati pari al 93,8%;
- per gli edifici unifamiliari si contano 244.952 asseverazioni per un totale di investimento ammesso a detrazione di 27,9 miliardi e un totale di lavori realizzati pari a 27,4 mld, vale a dire il 98,3% del totale;
- per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti si registrano 117.356 asseverazioni per un investimento complessivo di 11,5 miliardi e 11 miliardi di lavori realizzati pari al 98,2%.
Sulla gestione del Superbonus sono state sollevate diverse critiche, senza dubbio il suo costo è stato incontrollato e sproporzionato (39 miliardi di extra deficit pari all’1,8% del PIL solo rispetto alle previsioni formulate a fine settembre 2023 nella Nadef; impatto complessivo della misura su poco più del 10 per cento del totale degli edifici condominiali italiani e del 4% del totale degli edifici residenziali censiti in Italia) rispetto ai benefici complessivi che avrebbe potuto apportare all’economia e alla transizione energetica. Tali valutazioni, che sono contenute nella relazione conclusiva della Commissione Bilancio della Camera, non tengono però conto di alcuni fattori che sono decisivi per una valutazione complessiva e l'attivazione di misure di sostegno per il futuro:
- le frodi e gli abusi con certificazioni dubbie sull’entità dei lavori e sul loro stato di avanzamento dicono molto sulla spregiudicatezza e la disonestà di professionisti e imprese (talvolta con la complicità di cittadini), ma anche sugli scarsi sistemi di controllo da parte delle amministrazioni pubbliche e dell'Agenzia fiscale;
- l’effetto recessivo causato dal blocco avrà la stessa dimensione (e segno ovviamente opposto) rispetto all’iniziale effetto espansivo. Rimangono, come ha fatto recentemente notare l'Osservatorio sui Conti Pubblici, gli effetti negativi sul debito pubblico e quelli positivi, per quanto modesti, sull’efficienza energetica di quel 4% del patrimonio immobiliare italiano che è stato oggetto degli investimenti;
- la spesa necessaria per coprire la conversione dell’intero patrimonio immobiliare italiano - secondo stime basate sui dati Enea - indicano che si aggirerebbe attorno ai 2 mila miliardi di euro, circa il 100% del PIL;
- nel 2023 gli investimenti in costruzioni hanno segnato un aumento del 3,1%. Si tratterebbe di una forte riduzione rispetto agli anni precedenti (+28 per cento nel 2021 e +12 per cento nel 2022) perché è terminato l’effetto rimbalzo post-Covid e si è ridotto l’effetto dei crediti edilizi. Per il 2024, è facile prevedere un crollo degli investimenti in ristrutturazione e un forte calo degli investimenti totali. Questa è l’indicazione che si ricava da una flessione, già negli ultimi mesi del 2023, dell’indice di fiducia delle imprese di costruzione calcolato dall’Istat.
Infine, cosa succederà in termini occupazionali? L’ufficio studi dell’ANCE prevede un crollo del 7,4% del totale degli investimenti in costruzioni, nonostante una spinta del +20% delle opere pubbliche dovute al PNRR. Questo risultato – secondo ANCE – “risentirà del mancato apporto espansivo della manutenzione straordinaria (che nell’ultimo triennio è giunta a rappresentare il 40 per cento del mercato), a seguito del venir meno dello strumento della cessione del credito/sconto in fattura. Ciò riporterebbe il valore complessivo di posti di lavoro su livelli di poco superiori a quelli pre-Covid con una flessione tendenziale del -27%."
Alessandro Genovesi - Segretario Generale della Fillea CGIL, il più grande sindacato del settore - in un'intervista su Il Diario del Lavoro del 16 maggio scorso, ha dichiarato che: "Il sindacato e le associazioni delle imprese hanno più volte chiesto di aprire un tavolo di confronto per rivedere la norma, rimodularla in base al reddito, all’efficienza energetica degli edifici, sulla percentuale di detrazioni. La politica non ci ha ascoltati, e questo è il risultato. Oggi il superbonus è il capro espiatorio di tutti mali, viene strumentalizzato nel dibattito politico, eppure tutti i partiti, compresi Fratelli d’Italia e Lega, hanno votato le proroghe.è mancata la pianificazione da parte della politica."
E la retroattività era l’ultima cosa che il governo avrebbe dovuto fare."Con la retroattività, oltre a sollevare un potenziale tema di costituzionalità e dare forse l’innesco a numerose cause da parte di imprese, condomini e famiglie, fanno venire meno la certezza della norma. E questo è un elemento gravissimo, perché nel contratto per accedere ai benefici del superbonus, che ha delle clausole stabilite per legge, è lo stesso legislatore, che è uno dei contraenti, che si tira indietro e fa venir meno la certezza di queste clausole."
"Su cento miliardi spesi per l’edilizia, non bisogna tener conto solo del ritorno in termini di tasse e iva, ma anche di quanta occupazione è stata generata, quanti contributi hanno prodotto questi nuovi posti di lavoro, qual è stato l’introito in termini di Irpef. E se, per fare un esempio, è cresciuto anche il gettito dell’iva del calcestruzzo, questo deve rientrare nel computo del superbonus. Va detto che avremmo potuto ottenere anche maggiori benefici se avessimo riequilibrato la misura e se i tempi fossero stati meno stretti. C’è stata una corsa delle aziende nell’accaparrarsi le consegne e per portarle a termine nelle tempistiche previste si sono spostati i lavoratori su più cantieri, aumentando le ore e quindi la fatica, ingrossando la scia di sangue degli incidenti mortali. Inoltre sono nate tra le 13 e le 30mila imprese, che di fatto erano scatole vuote in subappalto senza nessun addetto. Tutto questo ha causato anche un’impennata inflazionistica dei costi. Errori che non dobbiamo ripetere con la direttiva per le case green." Direttiva sulla quale entro dicembre 2025 dovremo presentare un piano all'Europa per rispettare le scadenze del 2030 e del 2035 ma, come specifica Genovesi - non c’è ancora nulla. "Quello che manca è la pianificazione di una politica industriale di filiera. Il cantiere è solo l’ultimo tassello."
Link: Tabelle monitoraggio Superbonus al 31.05.2024 (Enea)
Per la Redazione - Serena Moriondo