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Mentre in Italia sta per concludersi il 50° vertice del G7, un summit  definito da molti esperti “debole”, con molti dei premier alle prese con elezioni cruciali  (Biden negli USA, Macron in Francia e Sunak nel Regno Unito), o sono usciti fortemente indeboliti da recenti tornate elettorali (Scholz in Germania) o risultano in netto calo nei sondaggi (Trudeau in Canada), a Ginevra, in Svizzera, durante la 112a sessione della Conferenza Internazionale del Lavoro si è tenuto un altro importante evento, il Forum della Coalizione Globale per la Giustizia Sociale.

Fin dalla sua istituzione, la Coalizione ha lavorato per creare uno slancio globale verso la riduzione e la prevenzione delle disuguaglianze e la priorità della giustizia sociale nel processo decisionale e nelle attività politiche nazionali e globali.

Durante il Forum sono state evidenziate le azioni specifiche intraprese dalle parti per promuovere la giustizia sociale, in linea con i settori tematici della Coalizione ed è strutturato in tre dialoghi tematici su:

  • Costruire la resilienza delle società;
  • Migliorare la coerenza tra politiche economiche e sociali;
  • Promuovere il dialogo sociale per la prosperità condivisa.

Mai la giustizia sociale è stata così cruciale per l’umanità”, ha dichiarato Luiz In’cio Lula da Silva, presidente del Brasile, che è stato il relatore principale al Forum inaugurale per la Coalizione Globale per la Giustizia Sociale, come co-presidente del Global Coalition for Social Justice Coordinating Group.

Nessun paese può risolvere da solo i dilemmi che riguardano la società internazionale. Dobbiamo cercare le migliori pratiche ed esperienze ovunque si trovino. La Coalizione Globale sarà uno strumento centrale per costruire una transizione con la giustizia sociale, il lavoro dignitoso e l’eliminazione della povertà”.

Le osservazioni del presidente Lula sono state riprese da tutti i relatori che sono intervenuti al Forum: Ramchandra Paudel, presidente del Nepal, che ha riaffermato il proprio sostegno al multilateralismo; il direttore generale dell'ILO, Gilbert F. Houngbo, che ha definito il Forum inaugurale, “il calcio d’inizio di un lungo viaggio, un viaggio che ci porterà tutti verso una maggiore e migliore giustizia sociale nel mondo”. Il Direttore Generale dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro ha sottolineato l’importanza di trasformare gli impegni in materia di giustizia sociale in azioni concrete, per apportare cambiamenti tangibili, positivi e sostenibili alla vita delle persone, e ha precisato che " E mentre andiamo avanti, ricordiamoci che i nostri sforzi non sono solo per noi, ma per le generazioni a venire”. “La nostra roadmap è chiara. Dobbiamo agire (..)"

A queste dichiarazioni, in Italia, hanno fatto eco le parole di Enrico Giovannini, direttore scientifico ASviS, che si è occupato del problema della bassa partecipazione al voto dell'8-9 giugno, tema straordinariamente rilevante per la qualità della democrazia, una delle componenti fondamentali del 16esimo Obiettivo di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.

"Le cause della disaffezione dell’elettorato (un fenomeno non solo italiano) sono numerose - ha spiegato Giovannini - e il Libro Bianco “Per la partecipazione dei cittadini: come ridurre l’astensionismo e agevolare il voto”, redatto dalla Commissione di esperti istituita dal Governo Draghi, le ha individuate con precisione, proponendo anche alcuni interventi, tra i quali quelli finalizzati a eliminare (o ridurre) gli ostacoli alla partecipazione al voto. 

Il risultato elettorale - ha proseguito Giovannini - come previsto dai sondaggi, non ha provocato quello sconvolgimento che alcuni leader politici, anche nel nostro Paese, auspicavano. Certo, la situazione in Belgio, in Francia e in Germania desta forti preoccupazioni, anche per i futuri equilibri nel Consiglio europeo. [..] l’Europa avrebbe bisogno di fare un deciso salto verso una maggiore integrazione, il che richiede cambiamenti rilevanti “a Trattati esistenti”, ma anche una futura revisione dei Trattati. Ovviamente, una tale revisione, per avere successo, richiederebbe un preventivo forte miglioramento del “gradimento” dell’Unione da parte degli elettori, il che imporrebbe coraggiose azioni da subito. In particolare, il punto cruciale su cui si giocherà la partita politica europea dei prossimi cinque anni riguarderà, a mio parere, il ruolo dell’Unione europea come erogatrice di fondi per la trasformazione dei nostri sistemi economici e sociali [..].

Da qui il forte nesso tra le responsabilità del vertice G7 e il Forum sulla Giustizia sociale: malgrado a dominare l’agenda di questo vertice siano questioni di sicurezza (geopolitica ed economica), gli sforzi per lo sviluppo dei Paesi poveri restano cruciali ma gli investimenti a favore di quest'ultimi sono estremamente deludenti. Grafico Ispi aiuti allo sviluppo 2022Nell’Ottobre del 1970, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione che stabiliva l’obiettivo per tutte i paesi avanzati di raggiungere un livello di aiuti allo sviluppo pari allo 0,7% del Pil entro la metà del decennio. L'ISPI, nell'elaborare dati dell'OCSE, ha sottoloneato come nonostante siano passati più di 50 anni quell’obiettivo non è stato quasi mai raggiunto. Oggi, solo cinque paesi avanzati superano questa soglia e di questi solo uno, la Germania, fa parte del G7. Un risultato modesto, considerando che nel 2022 l’Arabia Saudita ha versato di più (in percentuale del Pil) di 6 paesi del G7. Si tratta peraltro di una classifica impietosa per Italia e Stati Uniti, che occupano gli ultimi posti in graduatoria. 

Link: I discorsi di Luiz Ini?cio Lula da Silva, Presidente del Brasile e di Ram Chandra Paudel, Presidente del Nepal.

* Foto di Guillaume de Germain su Unsplas

Per la Redazione - Serena Moriondo