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"Da tempo si assiste alla crisi della democrazia rappresentativa e il calo della partecipazione elettorale, della fiducia nelle istituzioni e nella politica ne sono validi indicatori; parallelamente si assiste alla richiesta crescente da parte della collettività di maggiori spazi di partecipazione nel governo della cosa pubblica. Tuttavia, l’apertura da parte degli enti di governo alle richieste provenienti dal basso non è “scontata”, anzi tali richieste sono spesso subite con fastidio. In molti casi sono recepite come scoccianti “ingerenze esterne” che rallentano l’iter procedurale di formazione degli atti di governo; in altri, come veri e propri ostacoli. Anche in Campania le pubbliche amministrazioni hanno difficoltà a concretizzare la partecipazione e l’apertura ai cittadini, perpetuando quelle forme di rappresentatività in cui i soggetti interessati possono intervenire unicamente su decisioni già assunte e che lasciano nelle sole mani degli eletti il potere di promuovere iniziative concrete atte a diventare leggi. Il tutto a scapito di processi partecipativi che permetterebbero alla collettività di far sentire la propria voce e collaborare su questioni specifiche. L’iter della legge n.5/2024 ne è un esempio."

"L’Altra Legge  è la legge messa a punto dal raggruppamento di associazioni ambientaliste e culturali, organizzazioni sindacali, personalità afferenti al mondo degli urbanisti, delle professioni, semplici cittadini associati per la tutela dei beni comuni, alternativa alla L.R.n.5/2024 sul governo del territorio che la Regione Campania ha recentemente approvato" e di cui abbiamo dedicato ampio spazio nel nostro sito.

Così scrive Patrizia Maltese, componente del Comitato Tecnico Scientifico dell'Associazione Nuove Ri-Generazioni Campania, commentando nello specifico gli articoli dedicati all'informazione e alla partecipazione dell'Altra Legge: articoli che "propongono un innovativo approccio alla disciplina dell’informazione e partecipazione dei cittadini e delle cittadine nei processi decisionali degli enti pubblici."

"Il numeroso raggruppamento di cittadini si è costituito, infatti, sin dalle prime fasi dell’iter di approvazione della L.R. 5/2024, allorquando fu evidente che il decreto di legge di modifica (Ddl) della “vecchia” legge 16/04 a cui lavoravano gli uffici regionali non rispondeva adeguatamente alle sfide che l’acuirsi dei disastrosi fenomeni naturali impongono. Da qui nasce la reiterata richiesta alla Regione Campania dell’attivazione di un Tavolo di confronto per poter discutere i contenuti della nuova legge di governo del territorio all’interno di un processo partecipativo, che permettesse alla società civile di far sentire la propria voce sui tanti specifici, controversi, aspetti del Ddl regionale.

Di fronte alla indisponibilità della Regione, ha preso corpo l’idea di elaborare una legge alternativa a quella regionale, nel frattempo approvata, da mettere a disposizione della collettività, grazie anche all’apporto qualificato di figure di alto profilo del mondo accademico, ambientalista, urbanistico, giuridico presenti nel raggruppamento."

Due i principi fondamentali che disciplinano gli istituti dell’informazione e della partecipazione nei procedimenti di pianificazione territoriale dell’Altra Legge:
 
primo, rivedere in chiave democratica il rapporto tra cittadini e amministratori, in modo che la società civile, da soggetto passivo con scarse possibilità di incidere tangibilmente sulle scelte operate a monte del processo pianificatorio/programmatorio/progettuale, possa assumere il ruolo di co- protagonista;
 
- secondo, far sì che i risultati dei processi partecipativi diventino atti amministrativi e, come tali, entrino a far parte degli atti di governo al pari di tutti gli altri.
 
Vi sono processi partecipativi, in corso in alcune città europee, che dimostrano che l'ascolto e l’analisi dei dati raccolti dai residenti - con la partecipazione di politici, associazioni locali, funzionari comunali, accademici e professionisti non solo nel settore dell’urbanistica e della comunicazione - e il ruolo partecipativo e propositivo "dal basso" dei cittadini, sono in grado di produrre risultati molto interessanti. Ma tutto questo assume, per la prassi istituzinale italiana, un aspetto molto più che innovativo.
 
L'Altra Legge, in sostanza, non propone "solo" alcuni indirizzi per avviare processi di rigenerazione volti a conseguire livelli uniformi e garantiti di qualità urbana ma, con l'intento di restituire prospettive di equità, di inclusione sociale, di qualità architettonica, urbanistica, ambientale e di efficienza per il governo della città e dei territori, rivolge una sollecitazione per la regolamentazione di processi e modelli di governo e di partecipazione, nel rapporto tra cittadino e amministrazione.
 
Questo aspetto è ancor più importante ora che siamo di fronte alle scelte del Governo Meloni sul regionalismo differenziato, un processo basato sull'esclusione, che non contempla alcuna solidarietà, prefigura un’ampliamento delle distanze tra i territori e una riduzione delle opportunità e, quindi, della partecipazione.
 
L'Altra Legge,  si inserisce nel novero di quelle iniziative, nate "dal basso", che il Forum Disuguaglianze e Diversità ha definito "effervescenze sociali", che possono guidare e condizionare scelte collettive e costituiscono soluzioni alternative alle forme tradizionali di governo, di pianificazione e cura del territorio.
 
 
Per la Redazione - Serena Moriondo