La crescente urbanizzazione e la concentrazione della popolazione in megalopoli, in combinazione con la generale diminuzione delle risorse disponibili e con gli effetti dei cambiamenti climatici, suggeriscono politiche di gestione intelligenti dell'eco‐sistema urbano.
Fenomeni climatici più estremi in aree normalmente esenti stanno evidenziando una grande fragilità delle città e dei loro territori; anche le città italiane appaiono impreparate nella gestione dell'emergenze climatiche, poco strutturate ed efficienti nella gestione delle reti di servizi (energia, trasporti, ecc.) e che necessitano di progettare e introdurre sistemi integrati di funzionamento e gestione, inclusa la tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio storico‐culturale e di quello naturale.
In sistemi urbani sempre più interconnessi, la capacità di predire in tempo reale gli effetti di eventi perturbativi, cruciale per limitare perdite umane ed economiche, sembra diventare una possibilità concreta.
Per questi motivi, il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) ha attivato un Centro interdipartimentale sulla Scienza delle Città, ritenendo di importanza strategica per il Paese "provare a costruire un sistema scientifico e tecnologico complesso che consenta da un lato di spiegare e predire scenari ed eventi futuri che impattino sulle comunità, e dall’altro di sviluppare ed orientare politiche di prevenzione dei rischi e di gestione 'sicura' della città." Le competenze coinvolte nella proposta sono molteplici, e coinvolgono diversi dipartimenti: dall’ingegneria all’ICT, dalla matematica alle scienze ambientali e agroalimentari, dalle energie alternative ai nuovi materiali e ai materiali intelligenti, dalle tecnologie di conservazione e fruizione del patrimonio culturale alle scienze umane e sociali, fino alla fisica (sistemi complessi).
Come prima risposta ai problemi descritti, molte autorità urbane finora si sono mossi nella direzione di applicazione del concetto di città intelligente (smart city) per una pianificazione urbana a lungo termine cercando di digitalizzarne al massimo i processi. L’obiettivo ultimo è individuare e sviluppare sistemi integrati ed intelligenti di gestione che, utilizzando dati raccolti e informazioni ottenute da differenti fonti (sia da serie storiche che in tempo reale) offrano funzionalità di aggregazione e analisi in tempo reale dei dati, consentendo così ai gestori di apportare modifiche a breve e a lungo termine ai diversi sistemi e sottosistemi della città, in base alle esigenze di sicurezza e qualità della vita monitorando costantemente l’evoluzione dello stato dei sistemi.
Perchè le città non siano solo modellate e condizionate in base alle scelte dei gestori dei sistemi di smart city, e possano raggiungere uno sviluppo pienamente sostenibile dipenderà però da come, nel prossimo futuro, sarà gestita e guidata l'urbanizzazione e lo sviluppo delle grandi città da parte delle scelte delle amministrazioni locali e dai bisogni dei cittadini.
Prima Osservazione - L’urbanizzazione non è semplicemente un fenomeno crescente in termini urbanistici o tecnologici ma rappresenta l’occasione per la crescita culturale, sociale e economica, sostenibile e inclusiva. Ne abbiamo parlato spesso in diversi articoli pubblicati dall'Associazione Nuove Ri-Generazioni.
Il CNR propone, quindi, di ampliare il concetto di smart city attraverso un approccio basato sullo sviluppo del concetto dei cosiddetti Gemelli Digitali, già introdotto in alcuni settori dell’ingegneria ma qui applicato all'urbanizzazione, e quindi fortemente esteso in dimensione e complessità in linea con gli approcci attuali del “Senseable city” del MIT (http://senseable.mit.edu) e dello Urban Intelligent Lab della New York University (http://www.urbanintelligencelab.org) di pensare ad un’intelligenza della città che conosce, modella, costruisce scenari e apprende per poi orientare politiche innovative.
Questo - secondo il Consiglio Nazionale delle Ricerche - permetterà a amministratori o singoli cittadini di valutare in tempo reale gli effetti dei cambiamenti sul sistema e scegliere le azioni conseguenti.
Sarà necessario - spiegano ancora dal CNR - assicurare la sostenibilità ambientale promuovendo l'energia pulita e l'uso ragionevole dei terreni e delle risorse nello sviluppo urbano, proteggendo gli ecosistemi e la biodiversità, adottando stili di vita sani in armonia con la natura, promuovendo consumo sostenibile e modelli produttivi basati sui concetti della bioeconomia e dell’economia circolare, costruendo resilienza urbana, riducendo gli impatti di eventi ambientali catastrofici, adattandosi ai cambiamenti climatici mitigandone le conseguenze.
Il progetto Urban Intelligence del CNR nasce, dunque, dalla profonda esigenza di garantire economie urbane sostenibili e inclusive che sfruttano i vantaggi dell'agglomerazione urbana ben pianificata ad alta produttività, competitività e innovazione. L'obiettivo del progetto è quello di orientare e supportare politiche urbane di gestione e partecipazione che garantiscano l'accesso alle infrastrutture e ai servizi sociali per tutti, l'alloggio, l'istruzione, l'assistenza sanitaria, le attività ricreative, un lavoro e un ambiente sicuro e che riducano il consumo di risorse naturali. Il progetto è in campo con una squadra di settanta ricercatori dislocati su tutto il territorio nazionale, sotto il coordinamento del Dipartimento di Ingegneria. L’attenzione è focalizzata al momento su due casi pilota, basati sulle applicazioni del gemello digitale. A Matera il percorso della Casa delle Tecnologie è finanziato dal Ministero delle Imprese, e indaga sui modi attraverso cui il gemello digitale si fa generatore di economie locali. A Catania invece si valutano le potenzialità dei gemelli digitali per lo sviluppo delle metodologie della Scienza della Città. L’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) fornisce il suo supporto attraverso un accordo quadro.
In linea con il paradigma della Nuova Agenda Urbana, il progetto Urban Intelligence si propone di individuare processi, strumenti e tecnologie per uno sviluppo urbano resiliente basato su:
- lo sviluppo di reti di servizi, dall’energia pulita alla mobilità, tramite l’uso di tecnologie digitali innovative ed integrate di pianificazione e gestione;
- lo sviluppo di tecnologie dell'informazione e della comunicazione che supportino strategie di governance incentrate sulla partecipazione pubblica e strumenti digitali, compresi i sistemi informativi geospaziali, per supportare la pianificazione e la progettazione urbana integrata a lungo termine;
- l'uso dei modelli propri dei sistemi complessi per il monitoraggio e l’analisi dei rischi, per migliorare la resilienza delle città alle catastrofi ed ai cambiamenti climatici (inondazioni, rischi di siccità, ondate di calore, ecc.), per migliorare la sicurezza alimentare e la nutrizione, la salute fisica e mentale, l’identità culturale, la qualità dell'aria domestica e ambientale, per ridurre il rumore, promuovendo insediamenti umani attraenti e vivibili, dando priorità alla conservazione delle specie endemiche e anche dei siti che sono patrimonio storico‐culturale.
Seconda osservazione - Se le premesse per lo sviluppo urbano resiliente sono quelle sopra indicate (sviluppo di reti, servizi e tecnologie, comunicazione e partecipazione pubblica, tutela della salute fisica e mentale, promozione di insediamenti umani attraenti e vivibili in grado di conservare l'ambiente e il patrimonio storico-culturale, ecc.), e il progetto composto da una rete scientifica multidisciplinare a cui partecipano Dipartimenti e Istituti del CNR sarà aperto "ad Enti di Ricerca, Università, Imprese e Pubbliche Amministrazioni.", è evidente che manca un tassello fondamentale: la presenza dei Sindacati più rappresentativi e della rete delle Associazioni espressione della società civile e delle aggregazioni sociali presenti sui territori.
Di fondamentale importanza dunque - come è avvenuto con l'INU (l'Istituto nazionale di Urbanistica) e altri soggetti coinvolti - è la sottoscrizione di un protocollo di collaborazione dove le Organizzazioni sindacali confederali e di categoria, in particolare, possano mettere in gioco i due punti di forza per eccellenza che li caratterizzano: il contatto diretto con milioni di persone (solo la Cgil ne conta 5 milioni) e la presenza diffusa nei sistemi di produzione e servizi (luoghi di lavoro) e nei luoghi di vita quotidiana, i quartieri delle città, le periferie, i borghi, le aree interne. Questo può essere il modello da seguire anche per altri soggetti ben radicati nel territorio.
Per concludere, l’avvio ufficiale del Centro è un passo importante nel complesso percorso che punta ad arricchire di opportunità la governance urbana, facendo leva sulla crescente disponibilità di tecnologie ma gli aspetti sociali non possono essere trascurati. Per attuare una trasformazione dei territori e delle città, è indispensabile la partecipazione dei cittadini, delle rappresentanze sociali, dell'associazionismo locale, non solo delle Istituzioni, delle imprese e delle università.
La presentazione del progetto è programmata per il 2 luglio prossimo alle 11 a Roma, presso la sede del CNR in piazzale Aldo Moro (Aula Marconi). Per partecipare all’incontro del 2 luglio è necessario prenotarsi inviando un’e mail entro il 28 giugno agli indirizzi Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (responsabile del progetto).
* Foto di mauro mora su Unsplash
Per la Redazione - Serena Moriondo