Enrico Giovannini, neo ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, sta realizzando ciò che ha teorizzato sin dalla nascita dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) nel 2016: mobilitarsi per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. E lo fa, procedendo rapidamente, con l’approvazione dello schema di decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) relativo agli interventi infrastrutturali sottoposti a commissariamento.
Giovannini ha sostenuto la necessità di un "impegno straordinario" dei commissari, delle imprese e, in particolare, di chi lavorerà nei cantieri, richiamando il Protocollo sottoscritto con le parti sociali a dicembre 2020. Protocollo fortemente voluto dalla Fillea Cgil che, in conformità con le norme del contratto nazionale, ottimizza i turni di lavoro, anche in squadre operanti sulle 24 ore e 7 giorni su 7, per rendere più veloci i cantieri delle infrastrutture commissariate e per favorire l'aumento di occupazione in condizioni di piena sicurezza.
Ora è possibile accelerare la realizzazione di 58 opere importanti per lo sviluppo del nostro Paese, attese da molto tempo da cittadini e imprese. Ne beneficerà tutto il Paese e in particolare il Mezzogiorno, dove è prevista la quota maggiore di investimento. L’avvio delle attività fornirà anche uno stimolo all’occupazione e alla ripresa economica, consentendo uno spostamento del traffico a favore del trasporto ferroviario, in linea con l’obiettivo di uno sviluppo più sostenibile sul piano ambientale, una migliore tutela delle risorse idriche, minacciate dalla crisi climatica, il rafforzamento dei nostri porti e il miglioramento dei servizi di pubblica sicurezza.
Nel complesso le opere soggette al commissariamento sono: 14 infrastrutture stradali, 16 infrastrutture ferroviarie, una metropolitana (la metro linea C di Roma), 12 infrastrutture idriche, 3 infrastrutture portuali, 12 infrastrutture per presidi di pubblica sicurezza. Le 58 opere hanno finanziamenti già disponibili pari a circa 40 miliardi di euro, a fronte di un costo complessivo di 66,1 miliardi. Di questi, 26,9 miliardi sono destinati a infrastrutture localizzate al Sud, 21,6 miliardi per interventi situati al Nord e 17,6 miliardi sono indirizzati a opere nel Centro Italia. 46 miliardi di euro sono destinati alla realizzazione di opere ferroviarie, 10,8 a infrastrutture stradali, 5,8 miliardi per il trasporto rapido di massa, 1,7 miliardi per le infrastrutture portuali, 1,2 miliardi per le opere idriche e 538 milioni per presidi di pubblica sicurezza.
I criteri utilizzati per l'individuazione delle opere da realizzare con il commissariamento tengono conto della complessità progettuale o esecutiva, ma anche del loro impatto sul tessuto socioeconomico a livello nazionale, regionale e locale. Le infrastrutture da commissariare, previste nel Dpcm, sono in gran parte contenute nel documento di pianificazione strategica 'Italia Veloce', allegato al Documento di Economia e Finanza 2020, che ha definito un quadro di interventi strategici e prioritari per lo sviluppo del Paese. Alcune di queste opere sono anche inserite nella proposta del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Lo stesso Giovannini sottolinea come il ricorso al commissariamento "non deve essere la prassi", e avverte: "è necessario, quindi, procedere in parallelo per semplificare procedure e adempimenti ordinari e rafforzare la Pubblica amministrazione inserendo personale con specifiche competenze tecniche e nei settori dell'innovazione e della digitalizzazione".
Mai come in questo momento, dunque, la funzione dei sindacati che si occupano di servizi, costruzioni, trasporti, sanità, scuola e, più in generale di pubblica amministrazione, è davvero importante per rilanciare il Paese nella direzione auspicata dall’Europa e dall’Agenda 2030. Per questo - insieme all’accordo dell’11 dicembre scorso che ha una indubbia valenza non solo per le lavoratrici e i lavoratori del settore ma per l’intero Paese, come ha dichiarato il Segretario generale della Fillea Cgil, Alessandro Genovesi - da poche ore, è stato firmato il "Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale" tra le Confederazioni dei sindacati e il Governo, confermando l’impegno a fare del lavoro pubblico una priorità per il Paese. Questo Patto, come sostiene la Cgil, impegna il Sindacato ad una forte assunzione di responsabilità nel contribuire a costruire un sistema di servizi pubblici efficace che possa rappresentare una delle leve per uscire dalla crisi che stiamo attraversando.
Per la Redazione - Serena Moriondo