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Il raggiungimento della neutralità climatica è una sfida reale che richiede a tutti noi di agire in modo collaborativo, comprendendo le interdipendenze tra gli attori presenti negli ecosistemi delle città e le azioni che questi introducono per individuare e rimuovere le barriere che bloccano il cambiamento.

Lanciata nel 2022, la Missione "100 Climate-Neutral and Smart Cities by 2030" del programma Horizon Europe mira a trasformare le città europee in modelli di neutralità climatica. La strada verso la neutralità climatica infatti non è spianata e le città impegnate nella Missione rappresentano dei prototipi avanzati ma in sperimentazione. In questo contesto, l’apprendimento è fondamentale per accelerare i progressi verso l’obiettivo.

Torino, Bergamo,  Milano, Padova, Parma, Firenze, Prato, Roma e Bologna, che è la capofila del progetto in Italia, sono le nove città italiane ad aver raccolto la sfida e il nuovo Quaderno ASviS ne descrive il percorso e raccoglie le loro testimonianze.

Dal titolo “I ‘Climate City Contract’ delle nove città italiane della Missione Ue sulla neutralità climatica entro il 2030”, la pubblicazione curata da Giovanni Fini (Urban@it) e Daniela Luise (Coordinamento Agende 21 locali), è suddivisa in 13 capitoli.

Cinque le parole chiave per descrivere la missione:

CITTA' - Le città sono il fulcro delle emissioni e dei consumi, ma anche della capacità di ridurli, produrre energia pulita e promuovere innovazione normativa, sociale e tecnologica per mitigare e adattarsi ai cambiamenti climatici. n questa nuova fase istituzionale dell’Unione europea sarà importante rafforzare il ruolo delle città proprio per implementare il Green Deal europeo, cosi particolarmente indebolito dall’anno pre-elettorale del 2024, e dimostrare che la decarbonizzazione del nostro continente potrà avvenire solo con un riconoscimento molto più forte del contributo delle città.
CONTRATTO - I “Climate City Contract” (CCC) sono strumenti chiave per dare continuità alle politiche climatiche e promuovere un'azione sinergica e sistemica ed affrontare in modo collaborativo gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2030. Il documento è composto da tre componenti principali: impegni strategici, piano d'azione e piano di investimenti.
COORDINAMENTO - E' necessario un coordinamento verticale (legislativo e finanziario) e orizzontale (all'interno degli ecosistemi urbani e metropolitani) tra tutti gli stakeholder locali, pubblici e privati. Alleanze inedite fra enti locali, società partecipate, ricerca, mondo delle imprese, industria e finanza, terzo settore, cittadinanza diretta. Aggiungeremmo a questo nutrito elenco anche le Organizzazioni sindacali. Spesso, infatti, ci si dimentica che oltre alla presenza di milioni di iscritti nei luoghi di lavoro, la presenza dei Sindacati nei territori del Paese è una delle più estese e rappresentative.
CITTADINANZA - Senza un coinvolgimento diretto delle cittadine e dei cittadini per trasformare le città in luoghi più vivibili, verdi, sani e sostenibili, attraverso strumenti di partecipazione e spazi di confronto democratici, il cambiamento non potrà esserci. Il Bilancio partecipativo, i laboratori di quartiere e le Assemblee cittadine per il clima rappresentano -  come indicato da ASviS -  degli esempi efficaci, ma non sono gli unici. Il coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori a partire dai luoghi di produzione è, a nostro avviso, un passaggio essenziale.
COOPERAZIONE - Le città italiane selezionate collaborano attivamente, scambiandosi esperienze e soluzioni per influenzare le politiche climatiche nazionali. Alla stregua di ciò che accade in modo molto efficace in Spagna e in Svezia, l’obiettivo è quello di riuscire a creare una piattaforma formale e pratica di collaborazione che aiuti più città italiane possibile ad andare verso la neutralità climatica al 2050.

Ad ognuna delle nove città è dedicato un capitolo che ne presenta il ritratto, gli obiettivi e le azioni del “Climate City Contract”, oltre che la partecipazione di cittadine e cittadini. Le schede tecniche offrono poi una panoramica delle sfide affrontate e degli ambiti di azione per raggiungere l'obiettivo di riduzione dell'80% delle emissioni entro il 2030.

Il documento - spiega ASviS - si pone così come uno strumento utile a tutte le realtà urbane, alla comunità che si occupa di sviluppo sostenibile e a chi promuove sperimentazioni, per facilitare i percorsi di sostenibilità delle città.

Per la Redazione - Serena Moriondo