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Il nuovo governo del Regno Unito ha intenzione di inserire la misoginia tra le forme di estremismo contro le quali predisporre nuove misure di contrasto e contenimento. Un fenomeno collegabile alla diffusione del pensiero “incel” nato nei contesti online degli Stati Uniti negli anni Novanta. I cosiddetti incel sono uomini spesso solitari che nutrono rabbia e livore per le donne, accusate di preferire esclusivamente i cosiddetti “maschi alfa”.

Lo ha annunciato la ministra degli Interni Yvette Cooper, che ha ordinato una revisione della strategia anti-estremismo  per determinare il modo migliore per affrontare le minacce poste da ideologie dannose. In base a queste nuove linee guida le varie forme di violenza attribuibili all’odio per le donne verranno considerate al pari delle forme di quelle provenienti dalle ideologie di estrema destra o dall’islam radicale.

Secondo il nuovo governo laburista del Premier Keir Starmer questo progetto di riforma cercherà di arginare l’ascesa dell’estremismo islamista e di estrema destra nel Paese, oltre a tutte le altre forme ideologiche riconducibili all’aumento degli episodi di conflitto sociale e violenza come, appunto, la misoginia. Tra i temi che verranno affrontati anche "le cause e la condotta della radicalizzazione dei giovani". Per farlo il nuovo governo inglese ha intenzione di individuare "anche eventuali lacune nelle politiche esistenti che devono essere affrontate per reprimere coloro che promuovono convinzioni e violenza dannose e odiose”. Un tema importante trattato anche durante la campagna elettorale, in quell’occasione i Laburisti avevano accusato il governo conservatore di Rishi Sunak di aver sottovalutato gravemente le manifestazioni di violenza.

A sollecitare questa presa di posizione è senzaltro pesato il problema della sicurezza interna messa alla prova, a inizio agosto, da alcuni gruppi di manifestanti ed esponenti di estrema destra che hanno attaccato la comunità immigrata dopo un grave  episodio di cronaca che ha visto la morte di tre bambine per mano di un diciassettenne gallese di origini ruandesi. Immediatamente dopo l’accaduto è circolata la falsa notizia della matrice islamista dell’attacco, che ha spinto i manifestanti ad attaccare una moschea. Il susseguirsi degli eventi ha alimentato un clima di divisione e violenza che si è rapidamente diffuso in molte città britanniche. Rivolte urbane particolarmente violente per mano di gruppi anti-immigrazionisti si sono verificate a Hull, Liverpool, Bristol, Manchester, Stoke-on Trent, Blackpool e Belfast, con lanci di oggetti, saccheggi di negozi e attacchi alla polizia.

Il tema è alquanto spinoso e complesso, ma è evidente che l'approccio scelto rispecchia le scelte di fondo dei vari governi.

In Italia, ad esempio, "esigere ordine e disciplina" è diventato un imperativo della più recente gestione della pubblica sicurezza di questo Governo e, in particolare del ministro Piantedosi, un imperativo che più che della garanzia della sicurezza pubblica, nella pratica, si è trasformato nella tutela della sicurezza di alcuni a scapito della garanzia dei diritti di tutti.

I casi sono oramai numerosi e Susanna Rugghia e Chiara Sgreccia su L'Espresso ne hanno individuati alcuni: il piano per ostacolare lo sbarco in Italia dei migranti soccorsi delle navi appartenenti alle varie ONG; la carica della polizia verso gli studenti che a Pisa manifestavano in solidarietà al popolo palestinese, lasciandoli senza via di fuga, pur non essendoci una giustificazione per l’uso della violenza, tanto da far dire al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, "l’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli"; ma anche a Firenze e a Catania le cariche della polizia sono state il mezzo per smorzare le proteste. E qualche giorno prima, i presìdi di Torino, Bologna e Napoli per contestare la linea della Rai a favore di Israele erano finiti nello stesso modo. Per Piantedosi diventa un problema chi organizza ritrovi con più di 50 persone sia che si tratti di manifestazioni musicali sia di chi, di fronte alla catastrofe climatica, blocca il traffico o chi si ribella alle condizioni disumane che ci sono nei Cpr e nelle carceri o, ancora, chi davanti ad una fabbrica mentre sta difendendo il proprio posto di lavoro sconfina sulla strada.

Questo però è solo una delle facce di questo Governo.

Come il protagonista del libro di Italo Calvino, Il visconte dimezzato, che è stato dimezzato (da una palla di cannone) secondo la linea di frattura tra bene e male, il ministro Piantedosi come Medardo, ha un lato "Gramo", il cattivo,  ma mostra Medardo "il buono" quando, al contrario, dovrebbe condannare  l'aggressione di Andrea Joly, giornalista del quotidiano La Stampa, mentre filmava un ritrovo di militanti nel circolo di estrema destra “Asso di Bastoni” a Torino. Solo per citare uno degli ultimi espisodi di violenze causate da militanti di estrema destra che prendono di mira i ragazzi dei collettivi scolastici di sinistra o delle associazioni che si occupano di persone senza fissa dimora o migranti. 

Nel periodo fascista,  l’ordine pubblico divenne valore ideale, una radicalizzazione che si può riassumere nell’assoluta priorità dello Stato sull’individuo, della Nazione sul popolo, che comportò, infatti, che le libertà individuali potessero essere sacrificate. "L’ordine pubblico diveniva 'fondamento di poteri impliciti, ai limiti o al di fuori del principio di legalità'" (G. Corso, Ordine pubblico, Il Mulino, 1979), da ciò ne derivò un considerevole aumento dei poteri discrezionali esercitati dagli organi amministrativi, che disponevano dei diritti e delle libertà così come voleva il Governo di Mussolini. Significativo in tal senso è il ricorrere alla clausola dell’ordine pubblico per giustificare e legittimare gli interventi più disparati: si fa riferimento a quest’ultima nella legge sulle associazioni (L. n. 2029 del 1925), in quella sulla cittadinanza (L. n. 108 del 1926), in quella sulla difesa dello Stato (L. n. 2008 del 1926) e nei due Testi Unici di pubblica sicurezza del 1926 (r.d. 6 novembre 1926, n. 1848) e del 1931 (r.d. 18 giugno 1931, n. 773).

Il contrario dello Stato di diritto. In altre parole ogni questione emergente di carattere sociale anche oggi viene affrontata con l’introduzione di nuovi reati o con l’inasprimento delle pene per quelli già esistenti ma solo per una parte del Paese, per l'altra il Governo chiude un'occhio, anzi tutti e due.

* Foto di M ZHA su Unsplash

Per la Redazione - Serena Moriondo