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Quando Sibilla Aleramo scrisse "Una donna", pubblicato nel 1906, la critica letteraria lo accettò e riconobbe in quanto testimonianza autobiografica e, poi, come riflessione che ha anticipato il femminismo moderno. L’autobiografia c’è, è vero, e ha un grosso peso nella formazione dell’opera, così come ci sono le riflessioni femministe ma quel libro è, innanzitutto, un romanzo, un’opera realizzata da un'artista, in questo caso una donna. Il problema è che la società ha sempre faticato, e in un certo senso fatichiamo ancora, ad accettare che il lavoro di una donna valga al di là del genere. Per questo nei libri scolastici, negli articoli di giornali, nei testi accademici, nei documenti in generale troviamo, nel corso della storia dell'Italia, citazioni che riguardano più uomini che donne.

Ma non sono poche le donne che hanno portato importanti contributi allo sviluppo civile del Paese, come Leila Maiocco, attivista di sinistra, ambientalista e femminista, al centro della mobilitazione per la chiusura dell'altoforno dello stabilimento Italsider nel quartiere di Cornigliano. E' propio a Genova, dove la fabbrica è conosciuta per una colonna di fumo nero che invade il quartiere che, nel 1985 Leila "Incontra un corteo di donne. Da qualche giorno questi cortei attraversano le strade di Ponente. Partono spontaneamente, dai mercati e altri luoghi di incontro, per scelta di donne che non ne possono più, hanno paura dei veleni, di aspettare l’ora e il vento giusto per stendere i panni, di vivere e far crescere i figli lì." E lì Leila Maiocco andò ad aprire il Centro Civico di Cornigliano che fu destinato alla lotta delle donne della fabbrica, una casa comune per incontrarsi, preparare i primi documenti e volantini, su cui c'era scritto: “le donne di Cornigliano non hanno padri, né padrini, né padroni”.

Le donne come Leila anticiparono ciò che, dal 2015, l'Agenda 2030 dell'ONU, ha messo nero su bianco: la salute, il benessere e la sostenibilità sono strettamente interconnessi e per questo le tre dimensioni, quella economica, quella sociale e quella ambientale, sono da considerarsi inscindibili.

Per questo - in ricordo di Leila scomparsa ad inizio agosto - vi segnaliamo l'articolo di particolare interesse di Roberta Carlini, dal titolo "Instancabile Leila" pubblicato il 3.08.2024 per Ingenere, una  rivista online di informazione, approfondimento, dibattito e proposte su questioni economiche e sociali analizzate in una chiave di genere. Carlini è una giornalista, Assistant Professor all'European University Institute di Firenze, presso il Centre for Media Pluralism and Media Freedom, dove si occupa prevalentemente della dimensione economica del pluralismo dell'informazione.

" [..] Nella Genova delle tre crisi – della grande industria, dell’industria pubblica e dell’ambiente – quelle donne fanno una cosa radicale, si mettono esattamente nel mezzo del conflitto tra lavoro e ambiente (e ci sono, anche fisicamente: molte lavorano, o hanno il reddito familiare, grazie all’Italsider); aprono o fanno aprire le indagini epidemiologiche, per capire qual è la fonte dell’inquinamento, il problema maggiore per la salute; chiamano il consiglio di fabbrica, dialogano; cercano soluzioni, insieme; anche al tavolo della regione, dove aprono il primo incontro spargendo un sacchetto di polveri, quelle che la gente di Ponente era costretta a respirare. Quella di Leila Maiocco, tra le protagoniste e animatrici della lotta delle donne di Cornigliano, è una delle voci che racconta questa storia [..] Colpiscono, biografie fatte così, e così tanto calate nella vita collettiva. Per la pienezza e la generosità, che fanno rimpiangere a chi è rimasto di non averne saputo e conosciuto di più. Ma anche per la lontananza con l’ambiente inquinato in cui siamo, quello dell’individualismo e leaderismo ipertrofici, in cui pochi provano a tessere e a connettere. "

Link: Instancabile Leila

Per la Redazione - Serena Moriondo