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Abbiamo riportato tempo fa su queste pagine le parole di James Hillman "La patologia più grave della vecchiaia è l'idea che ne abbiamo" essendo il tema della vecchiaia, forse, il più ignorato e avversato di questo tempo. Al contrario, assume una grande rilevanza se pensiamo che le società stanno invecchiando rapidissimamente e molti Paesi, come il nostro, non riescono più a compensare le morti con le nascite ma, nonostante ciò, resistono all'idea di riconoscere la cittadinanza alle giovani generazioni, figlie e figli di immigrati che concorrono ogni giorno a realizzare la ricchezza di questa nazione e dell'Europa.

In una popolazione sempre più ingrigita dalla longevità, urge, oltre ad un sistema sanitario e un welfare diversi che consentano di avere le cure appropriate e, a chiunque, di accedere al proprio fascicolo sanitario senza per forza essere dotati di un'applicazione per smartphone.

In altre parole una nuova concezione della vecchiaia, quella appunto che ci propone Mara Gasbarrone in questo interessante articolo intitolato "Nuove novantenni" pubblicato da Ingenere, il 27.08.2024. Ingenere è una rivista online di informazione, approfondimento, dibattito e proposte su questioni economiche e sociali analizzate in una chiave di genere. Mara Gasbarrone ha lavorato al Censis, all'Eni e in Confindustria, occupandosi di mercato del lavoro, relazioni industriali e Mezzogiorno.

"C’è stato un tempo, fino a qualche mese fa, in cui le Poste italiane erano più indulgenti con gli utenti di Spid ultra 70enni. Solo loro avevano diritto a ricevere un codice via sms, anziché doversi dotare di apposita app, necessitante di smartphone aggiornato e abbastanza capiente. Ora pare che questa indulgenza temporanea sia terminata, e così non riesco più ad accedere al mio fascicolo sanitario e tanto meno al cassetto fiscale. Pensare che ero riuscita addirittura a fare il cambio del medico di medicina generale… Giovane e donna, che peraltro deve ancora imparare a caricare i miei referti e le mie analisi. Resiste ancora il privilegio di conservare il mercato tutelato per le utenze elettriche, in quanto soggetti a priori vulnerabili. [..] Noi donne childless siamo l’11% delle nate nel 1950, e il doppio nella generazione del 1978. Lunga vita ai nostri corpi e ai nostri cervelli, ma siamo comunque un po’ responsabili anche per chi viene dopo di noi."

Per questo, allora - come scrive Lidia Ravera - bisogna imparare a muoversi a tempo con il tempo, senza ostinarsi nell'imitazione di modelli scaduti, ma senza nascondersi. Soprattutto senza nascondersi.

* Foto di amir-hanna for-unsplash

Link: Nuove novantenni

Per la Redazione - Serena Moriondo