L’Italia, come tutti sappiamo è uno dei territori con più siti Patrimoni dell’Umanità, circa cinquantacinque, mentre sono in attesa di inserimento molte altre candidature.
Questo è possibile perché possiamo contare su un patrimonio culturale, artistico e paesaggistico di rilevanza mondiale. Un patrimonio che abbiamo il compito di conservare e diffonderne la conoscenza.
Vista l’alta concentrazione di siti culturali e artistici di grande rilevanza in alcune città di’Italia, l’Unesco ha decido di inserire direttamente i centri storici.
Nella lista dei Patrimoni dell’Unesco troviamo di conseguenza i centri storici italiani di città come Firenze, San Gimignano, Urbino, Siena, Napoli, Roma, Pienza, Verona, Genova, Siracusa, Mantova e Sabbioneta oltre a città come Venezia e la sua laguna, Vicenza e le ville del Palladio, i Sassi di Matera, Ivrea città industriale del XX sec., Palermo arabo-normanna, Ferrara città del Rinascimento, ...
Sono tutti luogi che necessitano di tutela, conservazione e valorizzazione, tre azioni fondamentali che guidano una corretta gestione dei beni culturali. Sono tre azioni distintamente ben individuate nella legislazione vigente, ma che presentano e richiedono dei livelli di interconnessione, a garanzia di ogni operazione che si attua sui beni culturali. L'Italia vanta una lunga tradizione nella conservazione e nel restauro con le migliori competenze imprenditoriali e professionali del settore.
La protezione, la conservazione e il restauro oggi può avvalersi di sistemi di monitoraggio ambientale, robotica, nanotecnologie della biologia, di materiali di nuova generazione, tutto per ottenere la massima efficacia e il minimo impatto sull'opera, ma anche il rispetto della salute delle lavoratrici e dei lavoratori, dell'ambiente. In Italia le realtà imprenditoriali/artigiane del settore sono poco meno di 3.500 (fonte: Infocamere, 2018) ma sono ben di più (quasi 550 mila nel Paese) potenzialmente coinvolte nell’attività di protezione e recupero dei beni.
Ci sono poi piccoli musei, ecomusei, enti culturali che svolgono un ruolo prezioso di coinvolgimento della cittadinanza in territori lontani dai centri storici delle città che potrebbero assumere un ruolo come driver dello sviluppo sostenibile dei territori locali. Tant'è che qualcuno si sta chiedendo perchè non pensare a un Goal 18’, interamente dedicato alla Cultura.
Nel frattempo, la lista dei beni Patrimoni dell’Unesco è sempre in continuo aggiornamento e nei prossimi anni sicuramente saranno inseriti capolavori architettonici dell’età moderna, che ancora non sono stati riconosciuti a livello mondiale.
Per la Redazione - Serena Moriondo