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group of teens happy smilesCosa abbiamo imparato? E’ la domanda che si è posta un’indagine promossa da UNESCO, UNICEF e Banca Mondiale (2020) sulle risposte educative di oltre 140 Paesi, in relazione alle chiusure delle scuole al tempo del COVID-19. I risultati dell'indagine è molto chiara: le risposte educative hanno contribuito ad allargare le iniquità tra i Paesi e all’interno delle stesse nazioni. Ad esempio, i Paesi a basso e medio reddito hanno maggiori probabilità di sperimentare chiusure scolastiche più lunghe rispetto ai Paesi ad alto reddito. La maggior parte dei Paesi a basso reddito non ha trovato l'apprendimento a distanza sufficientemente efficace anche per mancanza delle necessarie dotazioni tecnologiche tanto da sostituire le giornate scolastiche tradizionali.

Ciò, probabilmente, ha contribuito, nella maggior parte dei Paesi a basso reddito, che pianificano il ritorno all'insegnamento e all'apprendimento in presenza, alla riapertura delle scuole, rispetto all'uso più diffuso di combinare l'apprendimento remoto e di persona tra i Paesi a reddito più elevato. Tuttavia, la maggior parte dei Paesi a basso e medio-basso reddito ha anche riferito di non avere risorse sufficienti per riaprire le scuole in sicurezza. In effetti, la riduzione dei finanziamenti per l'istruzione segnalata da un Paese su cinque è molto preoccupante, soprattutto in questo momento in cui gli investimenti nell'apprendimento non sono mai stati così critici.

Milioni di studenti e studentesse devono ancora affrontare la chiusura prolungata delle scuole. Questa incertezza pone seri problemi, date le persistenti disuguaglianze associate all'apprendimento a distanza, che colpiscono in particolare le popolazioni vulnerabili (Indagine ISTAT sull’integrazione di alunne e alunni con disabilità nella scuola statale e non statale anno scolastico 2019/2020). Aumenta il rischio di abbandono scolastico, i bambini sperimentano una qualità ridotta dell'apprendimento, e gli impatti sociali ed economici negativi sono elevati. È quindi fondamentale che le Istituzioni compiano uno sforzo concertato per determinare il modo migliore per garantire un ritorno sicuro a scuola per tutti gli studenti, proteggendo nel contempo sia la loro salute e la sicurezza sia quella delle lavoratrici e dei lavoratori del settore.

La pandemia sta, inoltre, trasformando il modello scolastico tradizionale. In particolare, la crescente integrazione delle tecnologie digitali solleva ulteriori domande sul futuro dell'apprendimento, dell'insegnamento, dei programmi di studio e dei sistemi di valutazione, di riconfigurazione degli spazi della scuola, nella gran parte dei casi ormai inadeguati ai cambiamenti in corso. Ciò richiede un monitoraggio continuo del modo in cui i sistemi di istruzione si stanno trasformando e rispondendo alla portata e alla gravità dell'attuale crisi dell'apprendimento.

Alla luce di queste criticità, comuni a molti Paesi, cosa siamo disposti a mettere in campo?:

-       al di là delle ricorrenti indagini amministrative, è urgente monitorare il disimpegno e l'abbandono degli studenti al fine di evitare un rapido aumento del numero di bambini e bambine, di adolescenti fuori dalla scuola;

-       è probabile che l'insegnamento a distanza continui a svolgere un ruolo importante anche dopo la riapertura delle scuole. Comprendere come viene utilizzato e misurarne l'efficacia è quindi fondamentale. È necessario comprendere meglio le implicazioni dell'apprendimento digitale sull'ampiezza dei programmi di studio. Anche continuare a monitorare le politiche nazionali volte a migliorare l'accesso all'apprendimento digitale e ai processi di privatizzazione dell’istruzione scolastica;

-       diversi Paesi hanno segnalato l'attuazione di programmi correttivi e di sostegno come ulteriori supporti per mitigare le perdite di apprendimento, l'entità della loro efficacia richiede ulteriori esplorazioni e valutazioni;

-       la pandemia ha modificato i sistemi di valutazione, compreso quello degli esami di fine ciclo scolastico. Valutazioni di apprendimento ben progettate e su larga scala, in particolare, offrono un'opportunità unica per esplorare ulteriormente il rapporto tra contesti casa e scuola e risultati di apprendimento, prima e durante la chiusura delle scuole e dopo la riapertura;

-       i vari Paesi stanno sempre più decentralizzando il processo decisionale sulla riapertura delle scuole ai governi locali. Ciò ha implicazioni immediate sulla pianificazione, sul monitoraggio dell'istruzione e sui risultati raggiunti. Un campo da esplorare per evitare forti disuguaglianza nelle opportunità di apprendimento e socializzazione;

-       le misure volte a garantire la salute e la sicurezza dei discenti, degli insegnanti e di altro personale educativo sono variate da un contesto all'altro. Ulteriori ricerche sull'efficacia di tali misure assicurerebbe un uso più efficiente delle risorse e la riduzione dei rischi per il futuro;

-       le sfide nel fornire un'istruzione di qualità attraverso l'apprendimento a distanza hanno evidenziato, ancora una volta, il ruolo fondamentale degli insegnanti. Di conseguenza, monitorare le risposte istituzionali, nazionali e locali, a sostegno degli insegnanti è fondamentale per la risposta generale e la ripresa da questa crisi educativa, non solo quindi, di carattere sanitario ed economico;

-       gli effetti dell'estensione della chiusura delle scuole su studenti e insegnanti, combinati con le misure di distanziamento fisico e instabilità economica, sono stati molto pesanti per tutti. Sono indispensabili servizi aggiuntivi e sostegno a studenti, insegnanti e genitori con interventi di supporto psico-sociale per far fronte ai disagi crescenti sulla salute mentale denunciati, in questi mesi, dall’Ordine degli psicologi;

-       le bambine e i bambini della generazione Alpha (quelli nati tra il 2010 e il 2025), non conoscono un mondo senza il digitale. L’interazione sempre più precoce con le tecnologie ci impone una riflessione su come stanno cambiando le abilità delle bambine e dei bambini e sulle responsabilità, non solo educative, in capo agli adulti.

In altre parole, abbiamo bisogno di un investimento eccezionale verso i giovani, per poter affermare di aver imparato davvero qualcosa da questa esperienza.

Per la Redazione - Serena Moriondo