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FOTO PALESTINA SGOMBERIContinuano raid e violenze tra Israele e la Striscia di Gaza, a causa del dispiegamento di militari israeliani alla Spianata delle Moschee e nel quartiere di SheiKh Jarrah, epicentro delle proteste per l’ennesimo sgombero di una trentina di famiglie palestinesi dalle loro case. Gli esperti ci dicono che è ancora presto per dire se, come già per la prima e la seconda, gli scontri alla Spianata delle Moschee, segnalano i prodromi di una nuova, terza, Intifada o se siamo all’inizio di un ennesimo conflitto armato tra Israele e Hamas.

Il quadro internazionale è alquanto complesso: intere generazioni di palestinesi non hanno mai vissuto in tempo di Pace; Israele vive un periodo di forte instabilità politica con Netanyahu incapace di formare il nuovo governo dopo la quarta elezione in due anni; tre dei quattro Paesi degli “accordi di Abramo” (Emirati, Bahrain e Marocco) hanno apertamente condannato gli scontri e il maggior atteggiamento equidistante di Biden sta facendo crescere negli Stati Uniti la pressione all'interno del partito democratico perché Washington intervenga a contenere le azioni israeliane. Gli attacchi missilistici e i bombardamenti che colpiscono da decenni quelle terre, l’assenza di ogni iniziativa internazionale di dialogo e l’incertezza politica che in Israele ha favorito l’ascesa di movimenti nazionalisti e dell’ultradestra, stanno facendo precipitare rapidamente la situazione.DISEGNO GERUSALEMME

L'inviato delle Nazioni Unite in Medio Oriente ha avvertito di una possibile escalation verso una guerra ma il mondo guarda altrove. Certo - come scrive il giornalista francese Pierre Haski sulla rivista Internazionale dell’11 maggio scorso - “esistono massacri e guerre anche altrove, ma questo conflitto ha una carica simbolica (…) Israele si sente troppo forte, la Palestina sa di essere troppo debole.”

Il nostro Paese e l’Europa devono impegnarsi per un intervento diplomatico che porti ad un accordo di due Stati per i due popoli: l’unica strada percorribile per raggiungere il Goal 16 dell’Agenda 2030 dell’ONU, l’obiettivo dedicato alla promozione di società pacifiche ed inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile e alla sopravvivenza del genere umano.

Per la Redazione - Serena Moriondo