Lungo 170 chilometri e largo 25, l'iceberg A-76 ha una superficie confrontabile a quella della più grande delle Isole Baleari, Maiorca. L'iceberg che, in Antartide, si è staccato dalla piattaforma di ghiaccio Ronne ice shelf è attualmente il più grande del mondo, ma ve ne sono stati altri che l'hanno preceduto e che adesso si sono frammentati, come il B-15 del 2000, con i suoi 11.000 chilometri quadrati o quello del 1956, con i suoi 31.000 chilometri quadrati.
Chiamato A-76, adesso il grande iceberg - avvistato da una delle sentinelle del programma Copernicus, gestito da Commissione europea e Agenzia spaziale europea (Esa) - sta galleggiando nel mare di Weddell.
L'iceberg A-76 visto dal satellite Sentinel 1 (Fonti: Contains Modified Copernicus Sentinel Data (2021), Processed by ESA, CC BY-SA 3.0 IGO)
Il distacco degli iceberg, detto calving (partorire, in inglese) è un fenomeno ciclico e fisiologico, legato cioè all'avanzamento e all'arretramento periodico delle piattaforme di ghiaccio lungo le coste antartiche. In quanto al rapporto che c’è tra calving e cambiamenti climatici, gli esperti ci spiegano che il riscaldamento globale accelera un processo di per sé naturale. La correlazione quindi, in qualche modo, esiste dato che il concetto di distacco ciclico è strettamente legato alle condizioni climatiche, cioè sia alla temperatura atmosferica, sia a quella dei mari, tant’è che loro frequenza inizia a destare qualche preoccupazione.
Se il distacco di questo grande iceberg dalla Larsen C sia strettamente collegato al global warming, secondo gli scienziati, è difficile da stabilire. Ma tutto il processo di accelerazione del calving che si sta osservando in Antartide, nei ghiacciai più piccoli della Patagonia così come in Groenlandia o in Alaska è chiaramente legato alla modificazione del clima, quindi all'aumento delle temperature medie annuali, al prolungamento della stagione calda e all'aumento della temperatura degli oceani.
Secondo Francisco J. Jiménez-Espejo, ricercatore presso l’Andalusian Earth Sciences Institute che ha prodotto uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature, lo scioglimento degli iceberg antartici potrebbe contenere la chiave per l’attivazione di una serie di meccanismi che fanno sì che la Terra subisca periodi prolungati di raffreddamento globale. Una tappa chiave all’inizio delle grandi glaciazioni.
Attualmente però non è facile fare previsioni ma - attraverso un processo di educazione e informazione - ognuno di noi può sentirsi più responsabilizzato e comportarsi di conseguenza, dando il proprio contributo per salvaguardare il futuro del pianeta.
Ricordiamoci che nel programma di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (Agenda 2030), gli obiettivi ambientali affrontano temi fondamentali per il futuro del pianeta: il clima (Goal 13), la biodiversità (Goal 14 e Goal 15), le risorse energetiche (Goal 6 e Goal 7). Si tratta di obiettivi orientati alla tutela della natura e degli ecosistemi, e affrontano in particolare temi cruciali come il contenimento dei fenomeni legati al cambiamento climatico, la difesa della diversità biologica, l’equo accesso alle risorse naturali, una maggiore diffusione delle fonti energetiche rinnovabili.
La vignetta è del redattore e disegnatore di fumetti umoristici, Claudio Mellana (con Dino Aloi, nel 1991, per Feltrinelli ha pubblicato l'antologia della satira del movimento operaio "Un lavoro da ridere" ).
Per la Redazione - Serena Moriondo