L’Oceano Indiano e lo Sri Lanka che si affaccia su di esso ,stanno affrontando da circa una settimana il peggior disastro ambientale della (loro) storia.
Il 20 maggio una nave cargo che trasportava diversi materiali chimici, a seguito di un'esplosione, ha preso fuoco al largo delle coste occidentali dell’isola, non distante dalla capitale Colombo, riversando in acqua carburante e microplastiche (granuli di polietilene) che stanno danneggiando la vita marina e si stanno depositando sulle spiagge della zona. La nave trasportava circa 25 tonnellate di acido nitrico, idrossido di sodio e altri componenti chimici pericolosi, oltre a 28 container di materiali grezzi utilizzati per la produzione di buste di plastica; in più, nei suoi serbatoi c’erano più di 300 tonnellate di carburante. L’Autorità per la protezione dell’ambiente marino (MEPA) ha dichiarato che esiste la possibilità che si verifichino anche piogge acide a causa dei fumi tossici provocati dall’incendio. Il disastro ambientale è ancora più grave in un’economia basata sulla pesca e il turismo. Nel frattempo le acque del mare hanno cambiato colore, l’aria è diventata irrespirabile a causa dei miasmi e i rottami si stanno accumulando sulle spiagge.
Il 20 Aprile 2010 un’altra esplosione, in questo caso sulla piattaforma petrolifera BP Deepwater Horizon, ha rilasciato circa 500 milioni di litri di petrolio nel golfo del Messico. È stato il più grande sversamento di petrolio mai avvenuto nelle acque statunitensi ed è, ancora oggi, uno dei maggiori disastri ambientali nella storia del mondo. Una ricerca recente ha rivelato che solo il 20% delle gravidanze dei delfini della Barataria Bay della Louisiana, un'area fortemente intrisa di petrolio, vanno a buon fine rispetto all’83% delle regioni prive di petrolio. Questo numero è rimasto invariato dalle stime del 2015. A distanza di dieci anni, quindi, si registra tra i delfini tursiopi alti tassi di fallimento riproduttivo, patologie polmonari, problemi cardiaci, scarsa risposta allo stress e morte. Questi sintomi rispecchiano i problemi di salute più comuni affrontati da un altro grande mammifero esposto allo sversamento di petrolio: l’essere umano. Due studi, pubblicati entrambi nel 2018, hanno rilevato scarse funzionalità polmonari e cardiache e respiro affannoso, rispettivamente, a carico di addetti alle pulizie e personale della guardia costiera statunitense che sono stati a contatto con il petrolio. (Fonte: National Geograpich)
Abitiamo insieme questo spazio, ma abbiamo ancora molto da imparare.
Link: Il video del distrato ambientale in Sri Lanka
Per la Redazione - Serena Moriondo