Oggi ricorre la Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità istituita dall’ONU nel 1995, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul degrado del suolo, la messa in sicurezza dei territori e della popolazione, la tutela della biodiversità.
Le occasioni di riflessione sulle criticità ambientali internazionali sono sempre momenti importanti per una seria valutazione sullo stato ecologico del nostro Paese. Parlare di desertificazione e siccità significa anzitutto dare un peso ai beni dei quali disponiamo nel territorio in cui viviamo, nelle città in cui abitiamo, nei luoghi dove trascorriamo il nostro tempo libero, le vacanze.
Ed è indispensabile che questi beni non siano dati per scontati. La nostra impronta ecologica, un valore che calcola di quante risorse naturali gli esseri umani hanno bisogno e le confronta con la capacità della Terra di rigenerare quelle risorse, dimostra quanto poco responsabili siamo nei suoi confronti. Gli scienziati hanno calcolato che attualmente stiamo vivendo come se avessimo più o meno una Terra e mezza a disposizione, e prima del 2050 arriveremo a consumare come se ne avessimo 2.
Dovremmo anche analizzare seriamente quale sia la relazione di ognuno di noi con i beni comuni per migliorare i nostri comportamenti. E’ il messaggio che troviamo anche nell’enciclica Laudato Si, all’interno della quale Papa Francesco dedica ampi passaggi sul tema dell’uso del territorio e dell’accesso all’acqua potabile. Egli arriva a paragonare la desertificazione del suolo come una malattia che colpisce ciascuno di noi assegnandoci una grande responsabilità individuale.
E’ necessario precisare che quando parliamo di desertificazione e siccità non dobbiamo immaginare una distesa di sabbia a dune. È desertificazione quel processo di perdita delle funzionalità naturali del suolo. È erosione del suolo, con fenomeni di dissesto idrogeologico. È urbanizzazione, con impermeabilizzazione del suolo. È incendi, con distruzione di comunità animali e vegetali. Ed alcuni problemi hanno origine naturale altri antropici. È quindi un problema che riguarda a pieno titolo anche le economie avanzate dell’Unione. In Italia, ad esempio, si è passato negli ultimi venti anni dal 27% al 30% di territorio nazionale minacciato da processi di inaridimento del suolo.
Il Ministero della Transizione Ecologica pone la lotta alla desertificazione come una priorità della strategia 2021-2023 e, proprio in questi giorni, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione in cui invita la Commissione a progettare un quadro giuridico comune a livello dell'Ue per la protezione e l'uso sostenibile del suolo, affrontando le minacce e promuovendo misure di ripristino.
Questo perché, contrariamente all'acqua e all'aria, attualmente non esiste un quadro europeo coerente e integrato per la protezione del suolo e le misure esistenti sono frammentate tra molti strumenti politici privi di coordinamento e spesso non vincolanti. I deputati hanno sottolineato che un'efficace protezione del suolo è fondamentale per migliorare la qualità dell'ambiente, della salute umana e delle risorse naturali. In particolare, hanno spiegato che un quadro giuridico comunitario del suolo è essenziale per raggiungere gli obiettivi previsti dal Green Deal europeo, come la neutralità climatica, il ripristino della biodiversità, inquinamento zero, e sistemi alimentari sani e sostenibili, con l’impegno di raggiungere gli obiettivi di "nessun degrado del suolo" entro il 2030 e "nessun consumo netto di suolo" entro il 2050 al più tardi.
Desertificazione e siccità sono alla base di gravi tensioni e conflitti dei quali in Italia si sa ben poco. Spesso l’instabilità politica e militare in queste aree comporta pesanti conseguenze per le popolazioni e attiva processi migratori che portano queste popolazioni in altre parti del mondo alla ricerca di risorse e condizioni migliori, generando spesso una reazione a catena. E da crisi ambientali e climatiche, diventano crisi umanitarie. Su questo l’Europa dovrebbe avere la massima sensibilità e il nostro Paese più di altri, dato che rappresentiamo la naturale via di sbocco di una pressione che non possiamo ignorare.
Vi segnaliamo i seguenti siti e banche dati:
- Archivio nazionale per le indagini sul sottosuolo (L.464/84) - Informazioni che riguardano in particolare le indagini a mezzo di scavi, perforazioni e rilievi geofisici spinti a profondità maggiori di 30 metri dal piano campagna e, nel caso delle gallerie, maggiori di 200 metri di lunghezza.
- Banca dati indicatori Annuario Ispra Geosfera - Informazioni sull'uso del territorio, consumo di suolo, evoluzione fisica e biologica dei suoli, siti contaminati, contaminazione dei suoli)
- Consumo di suolo - Portale e applicazione del Consumo del Suolo. mette a disposizione dati, cartografie, indicatori a scala nazionale, regionale e per singolo comune riferiti al periodo di osservazione 2012, 2015, 2016, 2017, 2018 e 2019. Sono inoltre presentati in forma semplificata e divulgativa i principali aspetti ambientali connessi al suolo, ai fenomeni di trasformazione e consumo, ai servizi ecosistemici ad esso correlati.
- Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo - Il Repertorio presenta un quadro unitario, sistematicamente aggiornato, delle opere e delle risorse impegnate nel campo di difesa del suolo, condiviso tra tutte le Amministrazioni che operano nella pianificazione ed attuazione degli interventi. L’interfaccia di navigazione fornisce, a chiunque si colleghi al sito, la possibilità di consultare i dati principali degli interventi censiti e di visualizzarne il quadro d’insieme per i diversi ambiti geografici. Per gli Enti e le Amministrazioni coinvolti dal progetto, inoltre, sono disponibili una serie di funzionalità specifiche che, previa registrazione ed autenticazione, permettono l’accesso ad un set di dati più esteso e l’invio di informazioni ed aggiornamenti in tempo reale.
Per la Redazione - Serena Moriondo