di Serena Moriondo
Come è noto il Superbonus 110% è una misura di incentivazione, introdotta dal DL “Rilancio” del 19 maggio 2020, con l’intento di rendere più efficienti e più sicure le abitazioni con un vantaggio sia per i cittadini sia per le imprese del settore edilizio ed energetico.
Il Governo, nella proposta di Bilancio 2022, ne ha previsto il prolungamento fino al 2023 ma permangono alcune incertezze per i dettagli della proroga in termini di soggetti beneficiari, limite di reddito, percentuali detrazioni, ecc.
I risultati sull’impiego dei finanziamenti, aggiornati al 31 ottobre e pubblicati dall’ENEA (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile), dicono che la misura fiscale, indubbiamente onerosa per lo Stato, ha rappresentato un driver di sviluppo straordinario per il settore immobiliare e delle costruzioni, in difficoltà da diversi anni.
Da quando è partita, la misura ha raggiunto 57.664 interventi, per un ammontare di quasi 10 miliardi di euro, di cui oltre 2mld realizzati solo nei mesi di luglio e agosto grazie alle semplificazioni introdotte dal Governo con il DL 77/2021 (convertito in Legge n. 108/2021). Aumenta la quota relativa agli edifici condominiali, che ora incidono per il 49,2% del valore totale, rispetto al 31,4% degli edifici unifamiliari e al 19,4% delle unità immobiliari indipendenti. Passando alla distribuzione regionale, nelle prime cinque posizioni per valore troviamo la Lombardia (8.029 interventi, per un importo di €1.451mln), Veneto (7.237, €953 mln), Lazio (5.854, €941mln), Toscana (4.617, €635mln), Emilia Romagna (4.392, €792mln), Sicilia (4.328, €695mln). Link: Report_dati_mensili_Superbonus_al_311021.pdf
Il provvedimento era stato caldeggiato da numerosi soggetti istituzionali e politici, parti sociali, mondo produttivo, associazionismo. Ora però non tutti sono più così d’accordo sull’incentivo, tanto da chiedere di abolirlo.
Alcune evidenze:
- La misura, pur portando un notevole beneficio al mondo delle costruzioni, ha evidenziato alcuni problemi, tra cui quelli più volte denunciati dalla Fillea Cgil relativamente alla carenza di materiali, speculazioni sui prezzi che si sono ripercosse sull’esecuzione e sul rispetto dei tempi e, soprattutto, di manodopera. Tant’è che, tra le proposte avanzate al Governo, c’era anche quella di prevedere, ogni anno, la riconversione di almeno 20-30 mila operai ed impiegati già presenti nel settore e far accedere al mercato 10-15 mila giovani tecnici (apprendisti specializzati, neo diplomati, laureati, diplomati ITS), al fine di garantire al green building le professionalità adeguate.
- L’applicazione del provvedimento ha fatto emergere la grave mancanza di una legge nazionale che contenga il consumo del suolo e regolamenti il riuso del suolo edificato. Dal 2012 ad oggi, sul contenimento del consumo di suolo, sono state presentate più di dieci proposte di legge di buona parte delle forze politiche presenti in Parlamento oltreché due disegni di legge governativi, che però non hanno prodotto, per ora, alcun effetto pratico.
- Gli interventi locali da parte di numerose Amministrazioni pubbliche hanno mostrato l’urgenza di dotarsi di strumenti di pianificazione che permettano di tenere insieme lo sviluppo del settore con la tutela del paesaggio e la salvaguardia del territorio, attraverso procedure che favoriscono la riqualificazione dell’esistente rispetto alle nuove edificazioni. Cosi pure di una riforma fiscale che aiuti, in particolare i Comuni, ad uscire dalla “dipendenza” dagli oneri di fabbricazione, fino ad oggi principale fonte di finanziamento non solo per le opere pubbliche e per le manutenzioni straordinarie, ma anche per la spesa corrente.
Aspetti non facili da conciliare ma indispensabili perché se la velocità di copertura artificiale nel nostro Paese dovesse rimanere quella denunciata dall’ISPRA - di 2 mq al secondo, registrata nel 2020 - i danni costerebbero cari e non solo in termini economici.
Non più tardi di aprile, in un'iniziativa pubblica, Legambiente insieme a Fillea Cgil, allo SPI Cgil, all’Auser, ad Abitare Anziani e all’Associazione Nuove Ri-Generazioni, consideravano il 110% un’occasione unica per ridurre consumi energetici, le emissioni e al contempo le disuguaglianze sociali e chiedevano la proroga al 2025.
Notizia di questi giorni, il Vicepresidente di Legambiente ha dichiarato che le condizioni sono cambiate: i Paesi che partecipano alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Glasgow stanno prendendo impegni a lungo termine senza fare nulla nel breve. Questo aspetto cambia le carte in tavola a tal punto da ritenere la misura uno spreco e proporre la sua abolizione (Quotidiano Domani, 10.11.2021).
Intendiamoci, Legambiente su alcuni aspetti ha perfettamente ragione.
Dagli aspetti macro: l’Italia non dispone di analisi che motivino le scelte e stimino gli impatti e il Governo non ha ancora chiari gli obiettivi che si vuole porre per i prossimi anni tant’è che il PNRR non spiega nel dettaglio quanti e quali interventi si vorrebbe realizzare né come inciderebbero rispetto agli obiettivi fissati dall’UE sulla riconversione energetica per il 2030. Agli aspetti micro: se da subito fosse intervenuta la regola della distribuzione dei contributi in base all’urgenza (case popolari) e al reddito, la misura avrebbe senz’altro potuto soddisfare un maggior numero di casi in condizione di “povertà energetica”.
Quello che appare poco comprensibile è che queste rimostranze siano sollevate solo oggi, dando l’impressione di non apprezzare abbastanza i cambiamenti positivi intervenuti, anche dopo l’approvazione del decreto, in larga misura per merito delle capacità propositive e di mobilitazione di un’importante associazione ambientalista come Legambiente e del più rappresentativo sindacato del settore dell’edilizia.
Alcune delle motivazioni richiamate da Legambiente sono condivisibili ma, ahimé, valgono per numerosi aspetti che caratterizzano il PNRR “Italia domani”, come la Redazione dell’Associazione Nuove Ri-Generazioni ha avuto modo di rilevare, negli scorsi mesi, commentando il Piano.
Ma non possiamo "buttare via il bambino con l'acqua sporca", da qualche parte dovremo pur iniziare.
Ora è il momento di saper seguire con particolare attenzione la destinazione territoriale delle risorse e la realizzazione dei progetti, per avere la possibilità di fare alcune considerazioni sulla qualità del Piano di rilancio, così complessivamente importante per il Paese. Dobbiamo essere un interlocutore presente in ogni amministrazione pubblica per assicurarci che le risorse arrivino puntuali dai ministeri ai territori e che questi siano preparati ed efficienti nel realizzare gli investimenti, sia per le infrastrutture (stazioni, porti, strade..) sia per il capitolo “rivoluzione verde e transizione ecologica” che comprende anche il Superbonus 110%.
Ora è il momento di capire se il Governo che ha assegnato a Treu, il Presidente del Cnel, il coordinamento del Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale nell’ambito dell’attuazione del PNRR - al quale parteciperanno oltre al Governo anche i rappresentanti delle parti sociali, degli enti locali, del mondo produttivo - intende davvero fare sul serio per agevolare l’efficace attuazione del PNRR o piuttosto si limiti ad utilizzarlo come "stratagemma" per sottrarsi ad un serio confronto con i rappresentanti del mondo del lavoro.
Ora è il momento di mettere alla prova il mondo produttivo e cogliere la disponibilità, espressa per la prima volta dall’ANCE, durante la sua Assemblea annuale di ottobre, a studiare un sistema che attesti la capacità delle imprese edili, la loro qualificazione per realizzare gli interventi e garantire standard di qualità e sicurezza anche attraverso un "Patto per la sicurezza".
Il tema, come tutti sanno, è centrale per le Organizzazioni sindacali di Fillea Cgil, Filca Cisl e FeneaUil che hanno indetto per SABATO 13 NOVEMBRE una grande giornata di mobilitazione a ROMA (9:30 Piazza SS. Apostoli).
Link: Piattaforma_manifestazione_13Novembre21_SicurezzaUnitaria.pdf
* Illustrazione di xilografia del 1512, in Narrenbeschwörung (Appello agli sciocchi) dello scrittore satirico tedesco Thomas Murner