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immagine coronavirus trans 300x300Dosi promesse: 1,8 miliardi. Dosi donate: 261 milioni. I Paesi ricchi hanno donato appena il 14% delle dosi di vaccino contro il Covid che avevano promesso, una su sette. L’Italia, a ottobre, aveva donato 6,1 milioni di dosi dei 45 milioni annunciati dal Presidente Draghi. E le case farmaceutiche si sono comportate anche peggio, infatti le quattro principali aziende farmaceutiche che detengono i brevetti sui vaccini Covid hanno affermato che sarebbero state in grado di produrre tutte assieme circa 7,5 miliardi di dosi nel 2021, ma agli attuali ritmi potrebbero arrivare a produrne 6,2 miliardi entro l’anno, con un deficit di oltre 1,3 miliardi di dosi (Fonte: Rapporto “Una dosa di realtà” di Oxfam, Emergency, Amnesty International e Unaids, membri della People’s Vaccine Alliance).

Il risultato? Nei Paesi a basso reddito solo il 3% della popolazione è stata vaccinata, contro il 60% dei Paesi ricchi. Questo implica una maggiore circolazione del virus che dunque ha maggiore probabilità di mutare in varianti preoccupanti.

Detto, fatto: venerdì 26 novembre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha giustappunto riconosciuto la nuova variante del SARS-CoV-2 B.1.1.529 e l’ha denominata Omicron.

Questa variante ha un gran numero di mutazioni, alcune delle quali preoccupanti. Prove preliminari suggeriscono un aumento del rischio di reinfezione con questa variante, rispetto ad altri COV. La variante B.1.1.529 è stata segnalata per la prima volta all'OMS dal Sudafrica il 24 novembre 2021. La situazione epidemiologica in Sudafrica e in Botswana è stata caratterizzata da tre picchi distinti nei casi segnalati, l'ultimo dei quali è stato prevalentemente la variante Delta, come è avvenuto in molti Paesi europei.

Il numero di casi di questa variante sembra essere in aumento in quasi tutte le province del Sudafrica, nel frattempo, casi di contagio dalla variante sono stati rilevati anche in vari paesi europei, tra cui Italia, Germania, Belgio, Francia, Danimarca, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Regno Unito, oltre che in Israele, Canada, Hong Kong e Australia. Il G7 ha convocato una riunione d’emergenza mentre l’EMA, il 25 novembre, ha autorizzato il vaccino di Pfizer per i bambini tra 5 e 12 anni.

disegno the triumph of humanitySi tratta di una situazione in rapido movimento e permane un alto grado di incertezza. Vaccinarsi è essenziale.

Se non vogliamo cadere pesantemente "tutti giù per terra" come intona la canzoncina della nostra infanzia, è indispensabile garantire l’accesso globale ai vaccini:

  • sospendendo i diritti di proprietà intellettuale sui vaccini anti-Covid, sui test diagnostici e sulle terapie e accettando il waiver già proposto all’Organizzazione Mondiale del Commercio;
  • facendo pressione sulle compagnie farmaceutiche, perché condividano i dati sul Covid-19, il loro know-how e la tecnologia sviluppata finora, aderendo al COVID-19 Technology Access Pool e al WHO-South Africa mRNA Technology Transfer Hub;
  • investendo per decentralizzare la produzione mondiale, in modo da passare da un dominio dei monopoli e dalla scarsità dei vaccini all’autosufficienza vaccinale, in cui i Paesi in via di sviluppo abbiano controllo diretto sulla capacità produttiva e possano soddisfare i loro bisogni;
  • redistribuendo immediatamente i vaccini esistenti in modo equo in tutti i Paesi, per raggiungere l’obiettivo stabilito dall’OMS di vaccinare il 40% della popolazione in tutto il mondo entro la fine del 2021, e il 70% entro la metà del 2022.

Anche Papa Francesco si è espresso affinchè le grandi aziende farmaceutiche non traggano profitto da questa pandemia a scapito della salute delle persone, mentre il Comitato Nazionale per l’Iniziativa dei Cittadini Europei - che raccoglie 67 realtà nazionali tra cui Emergency e Organizzazioni sindacali tra cui la Cgil - ritiene che sia giunto il momento di rivolgere un appello formale al nostro Governo (Petizione europea “Right2cure – No profit on pandemic” “Diritto alla Cura, nessun profitto sulla pandemia”  www.noprofitonpandemic.eu/it ).

Per la Redazione - Serena Moriondo