di Gaetano Sateriale
Non ne siamo ancora usciti! Stiamo vivendo il terzo inverno di pandemia da Coronavirus. La variante Omicron è arrivata anche in Europa, le borse bruciano miliardi per paura di una nuova crisi e le agenzie sanitarie si riuniscono d’urgenza per stabilire il da farsi. Ma il terzo inverno da pandemia potrà essere diverso dagli altri. Le varianti in circolazione sono più contagiose delle prime che abbiamo conosciuto, eppure quest’anno gli studenti vanno a scuola; aerei e treni viaggiano; negozi, ristoranti e cinema sono aperti; il sistema sanitario non è al collasso. L’Europa guarda all’Italia come a un esempio da imitare. Il merito di tutto questo è soprattutto dell’efficienza con cui il Governo Draghi e il Commissario Figliuolo hanno gestito l’emergenza e la campagna vaccinale. La vaccinazione deve tuttavia continuare perché, insieme alle misure restrittive, limita la diffusione del virus e previene le forme gravi, come dimostrano i dati ufficiali del sistema sanitario.
A fine novembre ’21 i numeri delle vaccinazioni sono tutto sommato confortanti e l’Italia è, per copertura, tra i Paesi primi nel mondo. Ma sono ancora molti gli adulti che rimangono non protetti e quindi espongono la comunità a rischi evitabili. Soprattutto quelli che hanno fra i 30 e 50 anni e una quota ancora significativa di anziani. Vorremmo che oltre agli slogan urlati, si sentisse forte anche la voce delle persone di scienza e di quelle (molte) che della scienza si fidano e alla scienza si affidano. A partire dalle organizzazioni sindacali. Il personale sanitario ha pagato nella pandemia un prezzo altissimo, in termini di vite umane e di esposizione al rischio di contagio, e va fatto ogni sforzo perché possa operare in condizioni di sicurezza e serenità, garantendo nuove assunzioni e condizioni di lavoro più adeguate. Ma è necessario nelle prossime settimane che il sindacato sostenga in modo esplicito una campagna di completamento del percorso vaccinale fino alla terza dose. Senza nascondersi dietro la richiesta dell’obbligo per legge.
La scienza non fornisce sempre certezze, e qualche volta può sbagliare. Ma non lasciamoci coinvolgere dalla irrazionalità o dalle paure. La scienza ha un metodo che consente, per approssimazioni successive, di riconoscere e correggere gli errori, ed è questa la sua forza. Grazie al metodo scientifico, in questi due anni si sono fatti passi avanti rapidi e importanti nella prevenzione di una malattia sconosciuta e molto complessa, e di conseguenza nella riduzione del suo impatto sociale. Comprendere e far comprendere le straordinarie potenzialità della moderna ricerca scientifica è in questo momento un impegno prioritario anche per il sindacato.
Infine, è giusto e utile che il sindacato si faccia portatore, presso il Ministero della Salute, degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, perché vengano superati gli ostacoli che impediscono una seria campagna di vaccinazione nei Paesi dell’Africa e di molte parti dell’Asia e delle Americhe: se “non ci si può salvare da soli”, è necessario prendere subito le decisioni per garantire l’approvvigionamento dei vaccini nel sud del mondo.