Italia e Francia a fine novembre hanno sottoscritto un Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata tenendo in considerazione la portata e la profondità dell’amicizia che le unisce, riaffermando in questo spirito il loro legame comune con il Mediterraneo quale crocevia di civiltà e punto di congiunzione tra i popoli d’Oriente e d’Occidente, dell’Europa e dell’Africa.
Il documento è articolato in undici capitoli tematici (da esteri a difesa, politiche migratorie, cooperazione e sviluppo economico, ricerca, transizione ecologica, sviluppo sociale, cultura, giovani e altro) e in un programma di lavoro che individua come concretamente i due governi – attraverso incontri e vertici cadenzati e meccanismi di consultazione e cooperazione tra i ministri – dovranno perseguire gli obiettivi fissati. Di certo un aspetto positivo del Trattato risiede nella volontà di dare più peso ai Paesi mediterranei dell’Unione, anche per affrontare il tema sempre caldo delle migrazioni dal Sud al Nord del mondo.
La Francia è l’unico Paese europeo ad aver attivato trattati bilaterali con due paesi europei, Germania (2019) e Italia, anche in previsione della presidenza di turno francese che partirà a gennaio 2022. Vari gli obiettivi strategici comuni, compresi quelli che si pongono l’obiettivo di fronteggiare la nuova ondata pandemica e la sostenibilità. Un tema, quest'ultimo, trasversale ai vari capitoli del trattato, che si prefigura avrà un peso importante della transizione europea post governo Merkel.
Nel frattempo, si è chiuso un altro importante appuntamento, la settima edizione della Conferenza MED – Mediterranean dialogues (2-4 dicembre a Roma). I temi strategici al centro del dibattito sono stati: le principali sfide per la sicurezza, politiche innovative per la gestione dei flussi migratori, il destino delle giovani generazioni dopo la pandemia, le iniziative per accelerare il passaggio ad un’economia verde e sostenibile, le risposte ai problemi posti dall’emergenza climatica e il rilancio del processo di pace in Medio Oriente ma anche un’opportunità per discutere del futuro del partenariato euro-mediterraneo, del ruolo della Nato e dell’Unione Europea nel Mediterraneo. Allo shock sanitario dell’anno scorso è seguito quest’anno quello economico, con una ripresa a più velocità che ha evidenziato forti disparità presenti nel bacino mediterraneo e l’aumento di disoccupazione, impoverimento e disuguaglianze. Uno scenario che inevitabilmente comporterà maggiori difficoltà nell’affrontare le sfide della transizione ambientale e digitale. Temi su cui si è soffermato in particolare il Presidente del Consiglio nel proprio intervento ribadendo che la collaborazione tra i paesi del Mediterraneo non può limitarsi ai rapporti bilaterali, né esaurirsi nella gestione delle crisi. Deve, piuttosto, svilupparsi in una prospettiva di crescita sostenibile, condivisa e di lungo termine. “L’Italia – ha ribadito Draghi – sostiene con convinzione la nuova Agenda per il Mediterraneo dell’Unione Europea. I considerevoli impegni finanziari nella regione devono stimolare una ripresa equa e sostenibile. Le transizioni in corso – prime fra tutte quella digitale e quella ambientale – creano lo spazio per un percorso di stabilità e prosperità”.
Link: Trattato_del_Quirinale_Tra_Italia_e_Francia_per_una_cooperazione_bilaterale_rafforzata_.pdf
Per la Redazione - Serena Moriondo