L’altra faccia del “Paese dell’anno”, appena celebrato dall’Economist per i risultati raggiunti nel contrasto alla pandemia e per le misure di sviluppo economico, è quella di "un’Italia che, nonostante le sue resilienze e le sue eccellenze, si permette il più grave degli sprechi: quello del suo Capitale Umano. Che scompare. E che, troppo spesso, muore.” Lo ha scritto il direttore de La Stampa, Massimo Giannini, pochi giorni fa dopo l’ennesima strage a Torino, nel suo editoriale “Così muore la civiltà del lavoro”.
Nel febbraio 2017 è stato presentato in Senato il disegno di legge “Introduzione del reato di omicidio sul lavoro e del reato di lesioni personali gravi o gravissime”. La proposta si inserisce nel contesto del Testo unico 81 del 2008 sulla sicurezza dei lavoratori, proponendo di modificare l’art. 589 del Codice penale, riferito all’omicidio colposo, al fine di introdurre il reato di omicidio sul lavoro e il reato di lesioni personali sul lavoro gravi o gravissime. Il testo ha finora trovato la contrarietà di molte associazioni di rappresentanza dei datori di lavoro.
Non vi è distrazione umana o difetto tecnico che tenga, a determinare queste morti ci sono cause ben reali, quale inadempienze delle imprese pubbliche e private, la scarsa sicurezza dei luoghi di lavoro e dei materiali utilizzati, l’insufficiente opera di prevenzione degli incidenti, l’accelerazione dei tempi di lavoro in caso di appalto e subappalto con ribasso eccessivo e lavoratori pagati a cottimo, ecc. Ecco, quindi, che il termine omicidio, anziché incidente, comincia a trovare un senso: esiste una responsabilità delle istituzioni e delle aziende che devono renderne conto.
Il settore edile, spesso quello più colpito, ha fatto registrare un incremento del fenomeno che coincide con l’emanazione dei bonus e dei superbonus che, se da un lato ha fatto registrare una crescita occupazionale nel settore, ha anche evidenziato un’alta percentuale di irregolarità delle imprese italiane sulla questione della salute e della sicurezza. Ma una cosa positiva c'è: la battaglia storica della Fillea-Cgil ha dato i primi frutti con l’introduzione da parte del Governo, il 15 ottobre, di importanti misure come il DURC di congruità, le nuove regole che aiuteranno a contrastare l’utilizzo della manodopera irregolare per tutti i lavori pubblici e per quelli privati di importo superiore a 70mila euro, perché consentiranno di verificare se i lavoratori impiegati sono proporzionali al lavoro da svolgere.
Ciò nonostante, la lista dei provvedimenti in discussione in Parlamento, per non parlare dell’emergenza Covid-19, fanno temere che un DDL di responsabilità sul lavoro che introduca il reato di omicidio sul lavoro non sia, purtroppo, considerato una priorità. E, nel frattempo, le vittime del lavoro continuano incessanti: l’INAIL, infatti, ha dichiarato che ci sono stati più di 6 mila denunce e 216 morti solo nell’ultimo trimestre.
Le chiamano “morti bianche” ma non lo sono mai.
Per la Redazione - Serena Moriondo