Quasi due anni dopo la prima segnalazione, l'economia inizia a risollevarsi ma il coronavirus continua a provocare morti e criticità in molte parti del mondo, costringendo i governi a ripensare alla quarantena e alle regole di tracciamento e protezione.

Il 28 dicembre l'OMS ha registrato 1,44 milioni di nuovi casi in 24 ore nel mondo. Ma, come ci dicono gli esperti, la  “quarta ondata" chiamata dall'OMS ὀ μικρόν (òmicron) non ha le stesse caratteristiche dell'epidemia del 2020. L'analisi preliminare suggerisce che la capacità della nuova variante di reinfettare le persone che hanno già avuto il Covid è tre volte superiore a quella delle versioni precedenti ma, da allora, abbiamo avuto i vaccini, che permettono di avere un aumento molto più contenuto dei ricoveri e dei decessi e che, offrendo una protezione contro le forme gravi della malattia, hanno consentito un'articolazione differente delle restrizioni in ogni Paese. 

In Italia, dove è stato prorogato lo stato di emergenza al 31 marzo 2022, i contagi settimanali hanno ormai superato il picco della seconda ondata: in una settimana 320.269 nuovi casi (+ 80,%) e altre 212mila persone entrano in isolamento domiciliare.

La necessità della dose booster è ben documentata dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità che dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale dopo 150 giorni dal completamento del ciclo primario. Al contrario delal corsa ai tamponi senza regole che presenta distorsioni ed effetti collaterali: innanzitutto, sovraccarica il sistema di testing dei tamponi molecolari, impedendo di testare con tempistiche adeguate chi ne ha realmente bisogno perché sintomatico o per contatto di soggetto a rischio; in secondo luogo, il ricorso sregolato ai tamponi rapidi da parte di soggetti asintomatici contribuisce ad alimentare false sicurezze, vista la probabilità del 30-50% di falsi negativi; ancora, l’aumento della domanda favorisce la speculazione e l’espansione del mercato, soprattutto quello illegale mettendo ulteriormente a rischio la salute dei cittadini.

In teoria Omicron dovrebbe essere "meno pericolosa” di Delta, soprattutto se si è vaccinati o guariti ma la sua trasmissibilità ha iniziato a rimettere sotto forte pressione gli ospedali - aumentano ancora i posti letto occupati da pazienti COVID rispetto alla settimana precedente +20,4% in area medica e +13,1% in terapia intensiva - riportandoci al periodo in cui si era costretti a sospendere l’attività ordinaria ma comunque necessaria, per far spazio ai reparti Covid, disattendeo le cure per migliaia e migliaia di pazienti.

E, soprattutto. milioni di persone in isolamento significa che anche altri servizi essenziali come, ad esempio. le scuole e i trasporti potrebbero essere nuovamente a rischio, come è avvenuto in queste ore per decine di migliaia di voli cancellati.

La scelta adottata finora di spingere alla vaccinazione, prima con la persuasione e poi con lo strumento del Green Pass, ha indubbiamente portato a grandi risultati con percentuali superiori all’85% di cittadinii vaccinati ma, con il perdurare della pandemia e la necessità di ricovero  prevalente tra i no vax rispetto ai vaccinati in tutte le classi di età, l'obbligatorietà del vaccino (precedentemente già previsto per il personale sanitario, e ora anche per quello della scuola e del comparto sicurezza, difesa e soccorso) deve essere un'opzione da considerare seriamente.

Per intanto non resta che vaccinarsi, senza indugi, in attesa di un anno migliore soprattutto per i più piccoli che, a differenza delle altre varianti subiscono maggiormente i contagi (secondo l'ISS, nell'ultima settimana,  il 48% dei contagi da Covid riguarda i bambini in età scolare dai 6 agli 11 anni; il 36% riguarda invece la fascia di età dai 12 ai 19 anni,  l'11% tra i 3 e i 5 anni e il 5% sotto i 3 anni).

Per la Redazione - Serena Moriondo